ANNALI. SEZIONE GERMANICA. Rivista del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm <p><a href="https://archivio.unior.it/ateneo/8573/1/presentazione-della-rivista.html">«Annali. Sezione germanica»</a> è un periodico annuale pubblicato dal Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati dell’Università di Napoli “L’Orientale”.</p> <p>È dedicata a studi sulle lingue e letterature dell’area tedesca, nederlandese e scandinava, dall’età medioevale fino all’età contemporanea, come pure su problematiche culturali di rilievo relative a tali aree, nonché a studi sulle lingue e culture germaniche antiche.</p> <p>Fondata nel 1958, nel corso degli anni Settanta ha dato luogo a tre diverse testate: «Studi Tedeschi», «Filologia Germanica», «Studi Nederlandesi/Studi Nordici», in seguito accorpate nella Nuova Serie, che è stata diretta prima da Luciano Zagari e successivamente da Giusi Zanasi.&nbsp;</p> <p>La rivista è ora disponibile in open access sul portale&nbsp;<a href="http://www.serena.unina.it/" target="_blank" rel="noopener">SHARE Riviste</a>. Con questo passaggio è stata rinnovata in modo radicale l’impostazione grafica, utilizzando anche un nome d’uso abbreviato: “germanica;” – più sintetico e al contempo quasi classico, nel suo riprendere il sostantivo neutro latino utilizzato per i concetti collettivi, nel senso dunque di ‘cose germaniche’. Esso riunisce così in sé i differenti campi di ricerca che trovano spazio nella rivista, sulla quale dal 1958 pubblichiamo saggi (talvolta raccolti in numeri monografici) e recensioni, in italiano e nelle principali lingue europee, su temi letterari, culturali, filologici e linguistici di area germanica, con un ampio spettro di prospettive metodologiche, anche di tipo comparatistico e interdisciplinare.</p> <p>Insieme al nome sintetico è stato scelto scelto come nuovo simbolo il punto e virgola, per distinguere ma al tempo stesso collegare tra loro i vari ambiti disciplinari della germanistica. Un segno di punteggiatura sempre meno utilizzato e per questo forse un po’ desueto, ma che ci sembra acquisire una particolare potenzialità semantica: pur marcando uno stacco più forte, il punto e virgola connette parti indipendenti e le pone in dialogo – ha qualcosa di interlocutorio, nella consapevolezza che voler costruire un discorso fatto di punti fermi sia oggi più che mai illusorio.</p> UniorPress it-IT ANNALI. SEZIONE GERMANICA. Rivista del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale 1124-3724 <p>Gli autori che pubblicano su questa rivista accettano le seguenti condizioni:</p> <ol> <li class="show">Gli autori mantengono i diritti sulla loro opera e cedono alla rivista il diritto di prima pubblicazione dell'opera, contemporaneamente licenziata sotto una&nbsp;<a href="https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/" target="_blank" rel="noopener noreferrer" data-auth="NotApplicable" data-safelink="true" data-linkindex="0">Licenza Creative Commons</a>&nbsp;che permette ad altri di condividere l'opera indicando la paternità intellettuale e la prima pubblicazione su questa rivista.</li> <li class="show">Gli autori possono aderire ad altri accordi di licenza non esclusiva per la distribuzione della versione dell'opera pubblicata (es. depositarla in un archivio istituzionale o pubblicarla in una monografia), a patto di indicare che la prima pubblicazione è avvenuta su questa rivista.</li> <li class="show">Gli autori possono diffondere la loro opera online (es. in repository istituzionali o nel loro sito web) prima e durante il processo di submission, poiché può portare a scambi produttivi e aumentare le citazioni dell'opera pubblicata (Vedi&nbsp;<a href="http://opcit.eprints.org/oacitation-biblio.html" target="_blank" rel="noopener noreferrer" data-auth="NotApplicable" data-safelink="true" data-linkindex="1">The Effect of Open Access</a>).</li> </ol> Intervista con Anne Betten sulla storia e l'archiviazione dei cosiddetti Israelkorpora http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10734 <p>-</p> Anne Betten ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 9 50 10.6093/germanica.v0i33.10734 Cronotopi nel racconto: luoghi e memoria in interviste narrative e racconti di migrazioni forzate del XX secolo. Introduzione http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10735 <p>-</p> Barbara Häußinger Carolina Flinz Simona Leonardi Ramona Pellegrino Eva-Maria Thüne ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 51 64 10.6093/germanica.v0i33.10735 No/A way back? Aliyah, migrazione e altre considerazioni cronotopiche sulla storia ebraico-tedesca http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10736 <p>Esiste una relazione spazio-tempo specificamente ebraica? Dalla teorizzazione di <em>cronotopo</em> di Michail Bachtin sappiamo che le categorie di tempo e spazio sono elementi chiave dei testi narrativi. Un <em>cronotopo</em> nel senso di Bachtin trasmette una vera e propria visione narrativa del mondo. Ciò ha implicazioni per le nostre riflessioni sull’esilio e sulla migrazione ebraica e in particolare per le nostre riflessioni sul <em>Israelkorpus</em>, che consiste di interviste biografico-narrative. Come altre esperienze di esilio, l’esilio ebraico degli anni Trenta fu un’esperienza di dislocamento, ma significò anche un cambiamento nella comprensione del tempo e della storia. La migrazione nella Palestina Mandataria/Israele significava, per gli ebrei, un “ritorno” simbolico e mitico verso un altro tempo mitico. Il mio obiettivo è quindi quello di mettere in discussione le definizioni troppo lineari di tempo e storia per quanto riguarda la storia della migrazione ebraica, e di considerare la molteplicità di stratificazioni del passato che ha reso l’esperienza (tedesco-)ebraica dell’esilio un caleidoscopio temporale.</p> Patrick Farges ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 65 78 10.6093/germanica.v0i33.10736 “Man kann das nicht vergleichen von damals und von heute” (Clara Bartnitzki). Cronotopi, prospettiva e norme http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10737 <p>Questo articolo si concentra su un particolare tipo di sequenza discorsiva tratta da interviste autobiografiche in cui il parlante illustra e contrappone due cronotopi: uno ancorato al passato della sua storia di vita e l’altro al presente. Gli eventi descritti non fanno parte della trama principale della narrazione, ma appartengono a strutture ‘secondarie’. L'articolo utilizza il concetto di <em>cronotopo</em> per caratterizzare tali sequenze, mettendo in relazione questo concetto con quelli di <em>Lebenswelt</em> (‘mondo della vita/vissuto’) e di <em>mental space </em>(‘spazio mentale’) ed esamina la funzione di questo tipo di sequenza all’interno della narrazione mnestica. Dall’analisi emerge che nelle interviste dell’<em>Israelkorpus</em> queste sequenze possono essere elaborate in modo piuttosto simile da parlanti diversi o in più passi della stessa intervista; presentano infatti elementi ricorrenti, quali avverbi e indefiniti per la descrizione di eventi abituali, negazioni, analoga gamma di pronomi (<em>ich</em>, <em>wir</em>, <em>man</em>) per esprimere una varietà di prospettive. Attraverso questi elementi ogni cronotopo è caratterizzato da un sistema di norme, valori e rappresentazioni tipiche che lo fa contrapporre a un altro</p> Anne Larrory Wunder ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 79 92 10.6093/germanica.v0i33.10737 Cronotopi della crisi. Marcatori spaziali simbolici nei racconti di emigranti ebrei in Palestina http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10738 <p>Nella riformulazione che ne propongono la sociolinguistica e la narratologia di impianto sociolinguistico, il concetto di <em>cronotopo&nbsp;</em>di Bachtin&nbsp;consente un approccio innovativo all’analisi delle narrazioni orali raccolte nell’<em>Israelkorpus</em>, in quanto strumento efficace per ricostruire la complessa interazione tra il contesto culturale di riferimento, le norme e i discorsi culturali, le esperienze personali dei narratori, nonché le rispettive situazioni narrative in cui si svolgono le interviste. Richiamandosi al concetto di&nbsp;<em>cronotopo della crisi</em>,&nbsp;il presente contributo analizza le discontinuità narrative che si riscontrano nell’utilizzo di alcuni marcatori spaziali simbolici di contenuto antisemita. Per l’analisi dettagliata di due esempi tratti dal corpus si ricorre agli strumenti dell’analisi narrativa, incrociati con parametri specifici della ricerca sul&nbsp;<em>linguistic landscape.</em>&nbsp;Esaminando il modo in cui l’identità viene rinegoziata in seguito alle disposizioni che in Germania via via modificano l’accesso degli ebrei agli spazi pubblici, si mette in luce la connessione tra restrizioni sempre maggiori dello spazio, esclusione e stigmatizzazione.&nbsp;</p> Barbara Häußinger ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 93 120 10.6093/germanica.v0i33.10738 Cronotopi ricordati: Ricostruzione di situazioni di crisi nel racconto http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10739 <p>Molti racconti dall’<em>Israelkorpus</em> raccolto da Anne Betten rientrano nel “cronotopo della crisi e della svolta di una vita” (Bachtin 2001: 395), perché i contenuti richiamati alla memoria e verbalizzati riguardano sconvolgimenti politici e sociali che comportarono gravi conseguenze sulla vita delle persone intervistate e portarono a crisi personali. Questo articolo si propone di analizzare la ricostruzione narrativa degli anni di crisi 1933 e 1938 in due interviste dell’<em>Israelkorpus</em>, prendendo in esame anche materiale dei questionari compilati dalle persone intervistate circa un anno prima dell’intervista. L’analisi, condotta secondo il metodo del cosiddetto “close reading” (cfr. Deppermann 2001: 64) e con lo strumentario dell’analisi narrativa e conversazionale, fa emergere come le persone intervistate si posizionino rispetto ai cronotopi di crisi del 1933 e del 1938; rivela inoltre le date che condensano tali cronotopi di crisi.</p> Simona Leonardi ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 121 150 10.6093/germanica.v0i33.10739 Alla frontiera. Ricostruzione narrativa di viaggi con il Kindertransport http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10740 <p>In questo articolo sono analizzate tre interviste narrative dal corpus <em>Flucht und Emigration nach Großbritannien</em> (‘Fuga e migrazione in Gran Bretagna’), raccolto nel 2017 con persone di origine ebraica fuggite dalla Germania nazista oppure dall’Austria nell’ambito dell’azione detta <em>Kindertransport</em> (1938/39), quando avevano tra i 4 e 16 anni (cfr. Thüne 2019). Uno degli argomenti affrontati in queste interviste è il viaggio verso la Gran Bretagna, che includeva anche il passaggio della frontiera. Lo scopo della mia riflessione è un ‘close reading’ di alcuni brani, facendo riferimento nell’interpretazione al concetto bachtininano di cronotopo. Il focus è posto in particolare su tre aspetti: 1) dal punto di vista della memoria individuale su come gli intervistati abbiano percepito il viaggio in generale e specialmente il passaggio della frontiera, 2) dal punto di vista dell’analisi narrativa su che tipologia testuale si sia sviluppata (più orientata verso una narrazione o verso un mero riassunto), 3) come questi esempi possano illustrare il passaggio dalla memoria individuale verso quella collettiva e culturale.</p> Eva-Maria Thüne ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 151 176 10.6093/germanica.v0i33.10740 Cronotopi familiari nell’Israelkorpus: luoghi e lingue degli intervistati di origine austriaca e le loro famiglie http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10742 <p>Le interviste narrative del cosiddetto <em>Israelkorpus</em> si configurano come narrazioni familiari in cui confluiscono diverse storie di migrazione e di fuga. Poiché numerosi parlanti hanno origini familiari che risalgono a regioni dell’Europa centrale e orientale in cui venivano parlate altre lingue oltre al tedesco (prima fra tutte lo yiddish), le biografie linguistiche delle loro famiglie risultano estremamente variegate. Ciò vale soprattutto per gli intervistati nati e/o cresciuti in Austria. Nel mio contributo intendo innanzitutto fornire alcuni dati quantitativi relativi al subcorpus della ricerca, che comprende tutte le interviste condotte con i parlanti di origine austriaca di prima generazione. Successivamente, grazie ad alcuni esempi significativi, viene mostrato quali cronotopi possono essere associati ai luoghi che gli intervistati menzionano in riferimento alle esperienze migratorie di alcuni loro familiari, per poi infine, mettere in relazione tali cronotopi con la loro biografia linguistica familiare</p> Ramona Pellegrino ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 177 208 10.6093/germanica.v0i33.10742 Allineamento cronotopico nei ri-racconti: narrazioni di esperienze indirette http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10743 <p>Il concetto bachtiniano di <em>cronotopo</em> risulta particolarmente efficace nell’analisi delle narrazioni orali, poiché consente di visualizzare e mappare i diversi scenari spaziotemporali creati dal narratore nel suo continuo oscillare tra l’<em>hic et nunc</em> interattivo e il tempo raccontato. Il presente articolo mostra come il cronotopo rappresenti altresì uno strumento narratologico e linguistico efficace per mettere a confronto più versioni della stessa ‘storia di seconda mano’, ossia molteplici racconti di un evento non esperito in prima persona da chi narra. In particolare, dall’analisi emerge come i parallelismi tra il primo e il secondo racconto risultino più evidenti in corrispondenza di un allineamento dei cronotopi.</p> Rita Luppi ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 209 230 10.6093/germanica.v0i33.10743 Manifestazioni implicite di emozioni nelle rappresentazioni di luoghi nelle interviste con Jehuda Steinbach http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10744 <p>L’obiettivo di questo lavoro è quello di indagare l’espressione implicita delle emozioni in relazione alle rappresentazioni dei luoghi nel cosiddetto <em>Israelkorpus</em>, in particolare nelle interviste con Jehuda Steinbach. Sebbene il tema dell’espressione esplicita delle emozioni nell’<em>Israelkorpus</em> abbia suscitato negli ultimi anni un grande interesse da parte degli studiosi, l’indagine sulle manifestazioni implicite delle emozioni, invece, è rimasta piuttosto in ombra. Eppure l’espressione implicita delle emozioni svolge un ruolo centrale nel corpus in questione. Come dimostra la presente analisi, infatti, a causa delle loro esperienze altamente traumatiche, gli intervistati hanno spesso difficoltà a esprimere direttamente il loro stato emotivo. Dopo la discussione teorica del concetto di emozione e di quello di implicitezza e dopo alcune premesse metodologiche, viene condotta un’analisi qualitativa. Quest’ultima si basa principalmente sull’innovativa categoria della cosiddetta <em>E-Implikatur</em> teorizzata da Schwarz-Friesel, che può essere definita come valutazione emotiva implicita. Viene inoltre discusso il potenziale emotivo e inferenziale della vaghezza e delle espressioni figurate.</p> Maria Francesca Ponzi ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 231 252 10.6093/germanica.v0i33.10744 ‘Luoghi del tempo’ nel corpus ISW. Un’analisi linguistica dell’interazione tra luoghi, emozioni e memorie http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10745 <p>Il presente lavoro ha come obiettivo di ricerca l’analisi della connessione tra specifiche categorie di luoghi (cfr. Flinz/Ruppenhofer 2021) ed emozioni (cfr. la connessione tra “luoghi di transito ed emozioni” in Flinz/Leonardi in stampa) nel corpus Emigrantendeutsch in Israel: Wiener in Jerusalem (ISW). Come già ampiamente dimostrato, infatti, i luoghi e gli elementi spaziali, in quanto punti di ancoraggio per la memoria (Casey 1993: 172), sono profondamente intrecciati con i ricordi che emergono durante la narrazione e la dimensione emotiva (cfr. Leonardi 2016). I luoghi concentrano quindi in sé eventi ed esperienze che vengono ricordati dagli intervistati durante l’attività mnestica; così facendo, non vengono solo evocate vecchie emozioni, ma ne emergono anche di nuove. In particolare, prendiamo in esame la categoria ‘luoghi tipici del tempo’, andando a indagare sia la tematizzazione sia l’espressione delle emozioni a livello linguistico (cfr. Fiehler 2011).</p> Marina Brambilla Carolina Flinz Rita Luppi ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-29 2024-01-29 33 253 278 10.6093/germanica.v0i33.10745 “Nur ich bin im Lager […] I’m ... I’m a survivor”. Verbalizzazione di memorie dei lager nell’Israelkorpus http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10748 <p>In questo articolo si esamina il modo in cui&nbsp;Abraham Goldberg, una delle persone intervistate nell’<em>Israelkorpus</em>, descrive i diversi lager che ha dovuto sperimentare direttamente o indirettamente durante il nazionalsocialismo. Si mostra che i luoghi raccontati sono localizzati in modo molto preciso dal punto di vista geografico e cronologico e che funzionano come punti di riferimento concreti per i ricordi e le emozioni che spesso vengono rivissuti attraverso la narrazione. Anche in questa testimonianza si manifesta la difficoltà, comune a&nbsp;tutte le vittime della persecuzione nazionalsocialista, di verbalizzare le esperienze traumatiche vissute. Un’analisi mirata rivela non solo il profondo coinvolgimento emotivo del narratore, ma anche&nbsp;le strategie usate per gestire le emozioni durante l’esposizione</p> Sabine Koesters Gensini ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-31 2024-01-31 33 279 298 10.6093/germanica.v0i33.10748 “Also für mich war es absolut die Erfüllung meiner Träume, hier zu leben”. Usi di hier nell’intervista di Anne Betten a Else Sternberg (1991) http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10749 <p>Questo articolo esamina due modalità complementari di referenza spaziale in un’intervista dell’<em>Israelkorpus</em>; l’elemento centrale è l’elaborazione di un sistema <em>hier-dort,</em> coerentemente realizzato soprattutto dall’intervistata. Il sistema <em>hier</em> è un sistema denotato positivamente, centripeto e intrinsecamente scalare, che include l’origo ed è nettamente separato da altre referenze di luogo. Questi altre referenze, realizzate attraverso nomi propri o comuni, possono essere ripresi con dort. L’intervistatrice, nelle domande introduttive a nuovi tempi, gestisce i riferimenti spaziali in modo più differenziato, ma quando usa <em>hier</em> o <em>dort</em>, condivide l’uso linguistico dell’intervistata. Attraverso il <em>hier</em> le interlocutrici costruiscono uno spazio di referenza comune, sebbene le loro rispettive prospettive possano essere diverse.</p> Irmtraud Behr ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-31 2024-01-31 33 299 324 10.6093/germanica.v0i33.10749 “Und diese Dinge hat man den Kindern gegeben, mitgegeben”. I verbi tedeschi mitnehmen, mitbringen e mitgeben e la messa in prospettiva di percorsi come cronotopi http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10750 <p>Quest’articolo si basa sui dati dell’<em>Israelkorpus</em>, un corpus di interviste autobiografiche con ebrei di lingua tedesca fuggiti dalla Germania o dall’Austria occupata dai tedeschi negli anni Trenta del XX secolo ed emigrati in Israele (allora Palestina). La ricerca mette a fuoco il ruolo dei verbi con particella nell’espressione delle relazioni cronotopiche di eventi di movimento, in particolare negli eventi di attraversamento dei confini. Dall’analisi emerge che le persone intervistate nelle narrazioni dell’emigrazione possono trasmettere informazioni temporali e spaziali molto precise non solo verbi con le tipiche <em>path particles</em> (‘particelle di moto orientato’) come <em>weg</em>-, <em>raus</em>-, <em>rüber</em>- e <em>durch</em>-, ma anche con altri verbi, cioè tramite verbi transitivi con la particella <em>mit</em>- (<em>mitnehmen</em>, <em>mitbringen</em>, <em>mitgeben</em>). Quest’ultima categoria di verbi viene utilizzata sia in senso letterale (trasporto di persone e cose) sia in senso figurato (passaggio di idee, valori e tradizioni da una generazione all’altra).</p> Ricarda Schneider ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-31 2024-01-31 33 325 356 10.6093/germanica.v0i33.10750 La negoziazione di luoghi e conoscenza nel processo narrativo http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10751 <p>Questo contributo prende in esame, dalla prospettiva dell’analisi conversazionale, i diversi formati delle sequenze esplicative utili per la condivisione della conoscenza dei luoghi e del sapere nel contesto di interviste narrative autobiografiche. L’analisi è svolta a partire dal materiale del corpus <em>Fluchtgeschichten aus Ostpreußen</em> (FGOP), messo a confronto con esempi da interviste dell’<em>Israelkorpus</em> (IS); entrambi i corpora appartengono infatti alla memoria linguistica della storia del XX secolo in Europa. Dall’analisi dei dati emerge che nel processo di costruzione discorsiva dei luoghi e del sapere le spiegazioni assumono un ruolo importante e risultano fondamentali per indagare anche la costruzione dell’identità nella conversazione. Seguendo il metodo dell’analisi conversazionale, l’articolo focalizza le sequenze che contengono un potenziale esplicativo e le mette in relazione con fattori interni ed esterni dell’intervista, come ad esempio il formato, il livello di famigliarità e di conoscenza tra i partecipanti, gli stili individuali e l’identità dei parlanti.</p> Lucia Cinato ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-31 2024-01-31 33 357 382 10.6093/germanica.v0i33.10751 Coreferenza e nuclei tematici nelle interviste del corpus IS http://www.serena.unina.it/index.php/aiongerm/article/view/10752 <p>Obiettivo del contributo è di identificare coreferenze e nuclei tematici nel corpus <em>Emigrantendeutsch in Israel</em> (IS), utilizzando strumenti di analisi di corpora e annotazione manuale.&nbsp; Ci concentriamo sull'intervista a Paul Avraham e Betti Alsberg (IS_00002) e sull'intervista a Clara Bartnitzki (IS_00008) (cfr<em>. 2.1</em>). Punto di partenza delle nostre considerazioni è l’ipotesi che nelle interviste alcuni referenti, come gli intervistati, compaiano indipendentemente dal rispettivo nucleo tematico, mentre altri referenti (e quindi membri di catene di coreferenza), compaiano raggruppati in segmenti dedicati a nuclei tematici specifici.&nbsp; In primo luogo, riteniamo infatti che il poter creare automaticamente catene di coreferenza nelle interviste narrative sia importante per poter identificare ed estrarre più facilmente i segmenti di testo in cui sono menzionate determinate entità o persone. Come già mostrato in Flinz/Ruppenhofer (2021), i sistemi di <em>Named Entity Recognition (NER)</em> possono identificare nomi di persone o organizzazioni. Tuttavia, di solito non associano tali menzioni a menzioni coreferenziali che hanno la forma di sostantivi o pronomi ordinari (cfr. Li et al. 2020; Nadeau/Sekine 2007). Solo un’annotazione aggiuntiva può generare catene coreferenziali. In secondo luogo, la coreferenza può essere collegata alla segmentazione delle interviste per nuclei tematici. Poiché essa contribuisce alla coesione del testo (cfr. Halliday/Hasan 1976), possiamo ipotizzare che il modo in cui sono distribuiti gli elementi delle catene coreferenziali possa fornire indizi sulla segmentazione tematica. A tal fine, esaminiamo anche se le strutture coreferenziali delle interviste possano evidenziare nuove sfaccettature altrimenti non facilmente individuabili.</p> Carolina Flinz Josef Ruppenhofer ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0 2024-01-31 2024-01-31 33 383 414 10.6093/germanica.v0i33.10752