BDC. Bollettino Del Centro Calza Bini
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc
<p>La rivista BDC, ora espressione della ricerca scientifica del Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica “Alberto Calza Bini”, esce in una nuova veste, in continuità con l'attività svolta a partire dal 2000. BDC promuove nuovi approcci, nuove proposte e nuovi strumenti per la realizzazione di strategie di rigenerazione urbana a scala umana in collaborazione con il laboratorio di ricerca Creative and Sustainable City (http://www.creativecitylab.org/). La città, sistema dinamico, complesso e adattivo, motore di sviluppo economico e culturale, ma anche contesto di profondi conflitti, rappresenta il campo di interesse, aperto a nuove sfide, in cui promuovere l'attuazione dei principi dell'economia circolare attraverso sinergie innovative, che combinino economia umana, rigenerazione del patrimonio culturale e creatività della comunità, avvalendosi delle valutazioni, quale supporto ai processi decisionali propri di una nuova good governance urbana.</p>it-ITBDC. Bollettino Del Centro Calza Bini1121-2918Co-design proximity: beyond the participation process
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11286
<p>Co-progettare prossimità: oltre il processo partecipativo</p> <p>Il co-design, o progettazione partecipativa, è ormai riconosciuto come un approccio essenziale nella pianificazione urbana, valorizzando la partecipazione attiva di tutti gli stakeholder lungo l’intero processo progettuale. Elemento centrale del co-design è il concetto di prossimità, che non si limita alla mera vicinanza fisica, ma include anche dimensioni culturali, sociali ed emotive. Questi aspetti sono fondamentali per comprendere e soddisfare appieno le esigenze degli utenti (Sanders e Stappers, 2008). La prossimità permette ai progettisti urbani di instaurare un dialogo profondo con il contesto di riferimento, favorendo<br>la creazione di spazi che riflettano e valorizzino le identità locali (Manzini, 2015).<br>Questo studio analizza il processo di co-design applicato alla rigenerazione dell'ex Fiera di Roma, presentando le idee progettuali sviluppate nell’ambito dei Corsi di “Urbanistica” 2022-24 e “Spazi pubblici e prossimità” tenuti presso il Dipartimento DICEA-Sapienza Università di Roma. L’obiettivo è valutare l’efficacia di queste proposte nel promuovere il concetto di prossimità. Inoltre, lo studio illustra i Principles of Proximity Neighborhoods, uno strumento flessibile concepito per garantire soluzioni progettuali inclusive, adattabili e coerenti con l’identità locale, in linea con la natura dinamica del co-design.</p> <p>Parole chiave: rigenerazione urbana, spazi pubblici, co-design, prossimità, flessibilità</p> <p> </p>Elena PaudiceMarichela Sepe
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2024-11-252024-11-2524212010.6093/2284-4732/11286Healthy Cities and Social Day Care Centres. Architecture for intergenerational wellbeing
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11303
<p>Healthy Cities e Social Day Care Centres. Il progetto di architettura per il benessere intergenerazionale</p> <p>Ripensare le nostre città, per tracciare un sistema inclusivo che risponda ad attuali e future necessità, include la progettazione di nuovi modelli architettonico-tipologici. Quali debbano essere tali modelli, e come possano essere ideati e sistematizzati, è oggetto della ricerca che si sta portando avanti nell’ambito del partenariato esteso Age-It – Ageing Well in an Ageing Society (Missione 4, PNRR). Lo studio si propone infatti di fornire linee guida progettuali per vivere e abitare nella terza età, in un’ottica intergenerazionale. Supportata dalla letteratura sul tema e dagli interventi avviati nel continente europeo, incentrati sul concetto di aging in place, l’indagine si sta focalizzando sulla definizione di innovativi centri diurni.<br>Adoperarsi per il benessere fisico, sociale e mentale degli anziani è finalizzato al bisogno di sostenere la loro partecipazione alla comunità e la loro permanenza nel suo tessuto territoriale. Ciò può avvenire quando i servizi sociosanitari sono anche indirizzati a favorire l’incontro e a incoraggiare il perseguimento di una vita attiva, nell’ambito dunque di un continuum assistenziale. A questo aspirano i Social Day Care Center delineati nella ricerca e alcuni significativi esempi internazionali indagati nello studio.<br>Parole chiave: social day care centres, healthy city, servizi comunitari, prospettiva intergenerazionale, Age-It, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza</p>Maria ArgentiAnna Bruna MenghiniFrancesca Sarno
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2024-12-032024-12-03242214210.6093/2284-4732/11303An opportunity to re-discover the complexity of inclusion. The experiences of Mantua
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11304
<p>Un’opportunità per riscoprire la complessità dell’inclusione. Le esperienze di Mantova</p> <p>Le città sono sistemi complessi che integrano elementi differenti per creare spazi inclusivi e vivibili. La pandemia ha introdotto cambiamenti significativi, richiedendo una revisione dei valori urbani e una nuova interpretazione dell'inclusione, specialmente nelle aree vulnerabili. Il nostro studio, applicato a Mantova, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, ha sviluppato un quadro di conoscenza inclusiva e avviato iniziative per affrontare le nuove sfide della città contemporanea. Attraverso una serie di attività didattiche, di ricerca e di terza missione abbiamo cercato di definire degli strumenti per affrontare problematiche urbane legate ai temi dell’accessibilità urbana, dell’inclusione, della sostenibilità, della co-progettazione, della prossimità e dei processi di coinvolgimento, come l’approccio del Placemaking. Queste esperienze hanno portato alla definizione di sei concetti chiave per la progettazione degli spazi urbani: eliminazione delle barriere architettoniche; ripensamento della relazione tra edifici e città; integrazione della prossimità negli spazi quotidiani; valorizzazione della diversità e della dimensione umana; miglioramento inclusivo per tutti; adattabilità e flessibilità degli spazi. Tali concetti permettono di comprendere e gestire la complessità in evoluzione delle città, supportando progetti urbani in continua trasformazione.</p> <p>Parole chiave: inclusione urbana, accessibilità, flessibilità, integrazione sociale, comunità</p>Martina BoriniCarlo Peraboni
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2024-12-032024-12-03242436210.6093/2284-4732/11304Integrating ecosystem services performance into urban planning tools: the case of Varese city (Italy)
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11305
<p>Prestazioni ecosistemiche integrate negli strumenti di pianificazione urbana: il caso della città di Varese (Italia)</p> <p>Recentemente la mappatura e la valutazione dei Servizi Ecosistemici (SE) sono diventate essenziali per supportare i progetti di Infrastrutture Verdi (GI) multisistemiche integrate negli strumenti e nei processi di pianificazione urbana.<br>La presente ricerca propone alcune analisi rilevanti e i primi risultati dedicati alla ricognizione e alla valutazione del capitale naturale e la dotazione di SE come precondizione per migliore la capacità climatica adattiva della città di Varese attraverso una prospettiva di pianificazione urbana resiliente.<br>La spazializzazione e l’interpretazione dei valori ecosistemici consentono la declinazione di strategie climatiche efficaci all’interno degli strumenti regolativi di pianificazione urbana.<br>La definizione di uno “zoning” ecosistemico, caratterizzato dall’aggregazione di prestazioni biofisiche territorialmente omogenee, fornisce un quadro conoscitivo scientifico sito-specifico in grado di attivare interventi “tailor-made” al fine di preservare, rafforzare e migliorare le capacità dei servizi ecosistemici.</p> <p>Parole chiave: servizi ecosistemici, strumenti di pianificazione urbana, adattamento climatico, vulnerabilità, resilienza</p>Federico GhirardelliBeatrice MossoSilvia RonchiStefano SalataLaura PoglianiAndrea Arcidiacono
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2024-12-032024-12-032426380Urban grounds for sustainable reclamations: the case study of Milan Metropolitan Area
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11307
<p>Suoli urbani per le bonifiche sostenibili: il caso di studio di Città metropolitana di Milano</p> <p>Lo sviluppo urbanistico e le attività antropiche hanno lasciato un'eredità di contaminazione all'interno del tessuto urbano, ponendo sfide significative alla rigenerazione delle aree inquinate rimaste. Questi spazi sono spesso caratterizzati da abbandono e degrado, principalmente a causa degli elevati costi e della complessità burocratica associati al loro recupero. La presente ricerca si propone di analizzare la relazione tra la salute del suolo e i processi di bonifica nella Città metropolitana di Milano (CMM) che, a causa della passata attività industriale, presenta uno dei più alti numeri di procedimenti di bonifica (sia aperti che chiusi) in Italia. In particolare, l’obiettivo è quello di individuare le aree più idonee all'applicazione di tecniche di fitorimedio, un approccio di bonifica sostenibile che potrebbe garantire, oltre alla decontaminazione del suolo, la valorizzazione e il miglioramento degli ecosistemi urbani, fornendo nuovi spazi verdi e servizi ecosistemici (ES) al sistema città, promuovendo nuove buone pratiche di rigenerazione e recupero di questi spazi.</p> <p>Parole chiave: residui urbani, brownfields, bonifiche sostenibili, fitorimedio, rigenerazione del suolo</p>Maria Chiara PastoreClaudia Ida Maria ParentiLaura SibaniLucia LudoviciMassimo LabraWerther Guidi Nissim
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2024-12-042024-12-04242819410.6093/2284-4732/11307Drawing urban processes: a visual grammar to make opportunities for social innovation accessible and inclusive
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11308
<p>Disegnare processi urbani: una grammatica visuale per rendere accessibili e inclusive le occasioni di innovazione sociale</p> <p>Il contesto odierno presenta alta complessità di difficile interpretazione, ma riconosce la necessità di accrescere la sensibilità nei confronti della salvaguardia ambientale. In architettura, dove la produzione edilizia è uno dei settori con la maggior generazione di scarti mondiale, è in corso lo spostamento di attenzione da nuova costruzione a rigenerazione e riuso, viste come strategie preferibili nella trasformazione dello spazio fisico. Persiste però una criticità: la mancata attenzione verso contenuti e relazioni che rendono questi “ri-re” vivi, li conduce al rischio di essere reinseriti nei cicli dell’abbandono. Una conferma di ciò si può avere guardando ad alcuni grandi bandi di finanziamento per la rigenerazione, come PINQuA e PNRR, in cui l’attenzione agli aspetti sociali è un dato che concede buon punteggio, ma non sono poi previsti effettivi sostegni economici a pratiche ed attività. Nell’intenzione di evitare questo circolo contro-virtuoso, la situazione suggerisce una potenziale rilettura nella figura dell’architetto: da progettista di spazi ad interprete di processi. Gli strumenti progettuali della materia potrebbero essere riletti al fine di assicurarsi che vengano sviluppate progettualità coerenti con il contesto ospitante e futuribili, puntando ad evitarne il fallimento.</p> <p>Parole chiave: innovazione sociale, narrazione visiva, progettazione orientata alla comunità, inclusione, partecipazione</p>Arianna Camellato
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2024-12-042024-12-042429511210.6093/2284-4732/11308The opening circle: four moves to rethink the circular economy
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11327
<p>Il cerchio da aprire: quattro mosse per ripensare l’economia circolare</p> <p>La “chiusura del cerchio” è stata invocata fin dai primi movimenti ambientalisti come un modo per riconciliare l’uomo e la donna con la natura mitigando gli effetti distruttivi della tecnologia moderna, che minacciano la sopravvivenza stessa dell’umanità sul pianeta. Più recentemente, il concetto è stato integrato nelle politiche e nei programmi pubblici, facendo leva sulla narrativa di un'economia circolare in grado di disaccoppiare la crescita dal consumo di risorse e dall'inquinamento. Alla luce delle difficoltà pratiche e concettuali di chiudere il cerchio, questo articolo indaga quattro mosse per “aprire" piuttosto che “chiudere” il cerchio dell'economia circolare. L'apertura che propone incoraggia nuovi incontri costruttivi tra teoria critica e pratica sperimentale, e tra discipline tecniche e sociali, per avanzare verso una comprensione epistemologicamente diversa della circolarità.</p> <p>Parole chiave: economia circolare, politica pubblica, modellazione chiusa vs. aperta, interdisciplinarità</p>Andrea BortolottiDario Minervini
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2024-12-102024-12-1024211313010.6093/2284-4732/11327Housing quality and ecological transition: practices of rehabilitation and maintenance of public housing in Italian inner areas
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11328
<p>Qualità dell’abitare e transizione ecologica: pratiche di riqualificazione e manutenzione dell’Edilizia Residenziale Pubblica nelle aree interne italiane</p> <p>Il tema dei piccoli paesi che innervano il Paese Italia è oggetto di attenzione da parte dell’UE che, con misure e programmi, pone le basi per rivitalizzare e valorizzare questo patrimonio diffuso. La crisi planetaria, quella a più livelli descritta da Edgar Morin, pone nuove sfide a questi territori e richiede che il progetto dell’abitare adotti una revisione metodologica e concettuale che sappia interpretare al meglio le condizioni del cambiamento. Si tratta di definire quali risposte progettuali, tecniche e tecnologiche, sono poste in campo per rispondere al sistema di poli-crisi in una logica di connessione tra cultura materiale e innovazione. Il contributo restituisce parte degli esiti di una ricerca condotta da un gruppo interdisciplinare del Dipartimento di Architettura dell’Università di Napoli nell’ambito del programma PINQuA. In particolare, il contributo si concentra sulla ricerca di possibili strategie per la transizione ecologica capaci di generare una sensibilizzazione ambientale partendo dalle potenzialità ambientali, sociali ed economiche dei luoghi. Il processo considera fattori esogeni ed endogeni, e implica una rinnovata cura del patrimonio costruito,<br>esistente ed ex-novo, attraverso processi di riqualificazione e di manutenzione programmata.</p> <p>Parole chiave: transizione ecologica, edilizia residenziale pubblica, riqualificazione energetica, manutenzione programmata, aree interne</p>Mariangela BellomoKatia Fabbricatti
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2024-12-102024-12-1024213114610.6093/2284-4732/11328A crowd simulation-based tool for environmentally hazard-conscious urban design
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11329
<p>Uno strumento basato sulla simulazione della folla per una progettazione urbana attenta ai rischi ambientali</p> <p>Il paper descrive una ricerca che si inserisce nel quadro scientifico e metodologico relativo ai nuovi strumenti di supporto alla pianificazione urbana orientati alla prevenzione dei rischi dovuti ai disastri naturali. In questo contesto, vengono riportati i primi risultati dell'applicazione di un prototipo di un sistema di simulazione digitale (ad agenti) del comportamento della folla finalizzato a migliorare la resilienza urbana. Le macro-fasi metodologiche della ricerca sono due: 1. realizzare un modello di simulazione di evacuazione della folla a seguito di un disastro naturale o antropico; 2. definire un set di tecniche di progettazione urbana safety-based capaci di ridurre il rischio urbano e ottimizzare le forme urbane.<br>Il paper descrive i primi risultati dell'applicazione della macro-fase 1, in particolare la simulazione dello Scenario 0 in caso di evento sismico relativo al caso studio del centro storico della città di Atri (Abruzzo Region, IT). La simulazione dimostra che l'attuale configurazione delle aree di attesa determina tempi lunghi di evacuazione, insufficiente capacità ad ospitare le persone evacuate, strade intasate. Nei prossimi passi della ricerca saranno applicate allo Scenario 0 le tecniche di progettazione urbana safety-based con l'obiettivo di ottenere uno Scenario di progetto ottimizzato, che migliora la forma urbana, riduce il rischio e incrementa la resilienza.</p> <p>Parole chiave: simulazione della folla, agent-based, pre-disastro, rischi, pianificazione della evacuazione</p>Federico EugeniGennaro ZanfardinoDonato Di Ludovico
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2024-12-102024-12-1024214716210.6093/2284-4732/11329Inclusive governance for water areas and coastal landscapes. Participatory planning in the Phlegraean Fields
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11330
<p>Governance inclusiva per gli spazi d’acqua e i paesaggi costieri. Pianificazione partecipativa nei Campi Flegrei</p> <p>Nell'ultimo secolo, le trasformazioni costiere hanno principalmente riguardato i waterfront urbani, il soddisfacimento delle istanze logistico-economiche, nonché il recupero del valore estetico delle coste. Tuttavia, l'attuale status delle coste urbane evidenzia la necessità pianificatoria e gestionale di approfondire il tema delle questioni socio-ambientali costiere, che richiedono un approccio maggiormente inclusivo. Il contributo descrive il progetto internazionale “WAVE: Water Areas Vision for Europe”, il cui obiettivo principale è proporre metodologie analitico-progettuali innovative per bilanciare il divario tra le strategie locali e le esigenze della comunità nelle aree costiere. Attraverso una cooperazione multiattoriale e multi-disciplinare, la ricerca ha affrontato il tema della frammentazione funzionale ed ecologica degli spazi d’acqua a favore di un equilibrio socio-ecologico duraturo, agendo a scala locale e micro-locale. Questo paper esplora lo strumento del “living lab”, applicato nei Campi Flegrei, come ambiente di apprendimento innovativo e integrato, sia fisico sia virtuale, in cui è possibile affrontare i problemi comunitari proponendo soluzioni a livello locale, sostenendo i processi di governance alla base di cambiamenti sostenibili e inclusivi. </p> <p>Parole chiave: aree costiere, pianificazione sostenibile, Living labs, spazi d’acqua, Campi Flegrei</p>Antonio AciernoAlessandra PaglianoIvan Pistone
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2024-12-102024-12-1024216318610.6093/2284-4732/11330The 15-minute approach as a strategy to regenerate publicness of marginal districts: reflections from a case study
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11331
<p>L’approccio dei 15 minuti come strategia per rigenerare la dimensione pubblica dei quartieri marginali: riflessioni a partire da un caso studio</p> <p>La città dei 15 minuti ha avuto – anche a seguito dei riflessi della pandemia sul modo di vivere le città – notevole successo, sulla scia della nota appplicazione parigina. Si sostiene che, una volta lasciata la pandemia alle spalle, l’idea di promuovere l’abitare di prossimità diventa una strategia per riportare qualità nei quartieri dove manca strutturalmente. Le attrezzature da standard in dotazione alla città pubblica necessitano oggi di essere rivisitate alla luce di diritti all’abitare connessi al benessere climatico, alla salute, all’inclusione e, più in generale, alla sostenibilità. Laddove le amministrazioni pubbliche non abbiano forza politica e/o economica, né tantomeno risorse umane e competenze tecniche sufficienti a promuovere il modello estensivo dei 15 minuti, è auspicabile preferirgli un approccio situato che, prioritariamente, applichi criteri di giustizia spaziale e ambientale alla trasformazione. Diamo conto, pertanto, di analisi e interpretazioni utili a valorizzare “l’approccio del quartiere dei 15 minuti” in una periferia dove l’addensarsi di attrezzature incomplete o abbandonate offre l’occasione per sperimentare forme di contrasto alla marginalizzazione.</p> <p>Parole chiave: quartiere dei 15 minuti, città pubblica, attrezzature da standard, governance collaborativa, urbanistica tattica</p>Maria Federica PalestinoStefano Cuntò
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2024-12-102024-12-1024218720410.6093/2284-4732/11331Landscape design in regeneration and accessibility process to cultural heritage. The study case of Liternum Archaeological Park for the Domitio-Flegreo Coast
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11332
<p>Il progetto di paesaggio nei processi di rigenerazione e accessibilità al patrimonio culturale. Il caso studio del Parco Archeologico di Liternum per il Litorale Domitio-Flegreo</p> <p>Questo contributo riflette sul ruolo che il patrimonio storico-archeologico e le sue relazioni con il paesaggio possono assumere nei processi di rigenerazione socio-spaziale che interessano le dinamiche urbane e periurbane delle società e dei territori in “transizione”. In particolare, progetti e strategie per la tutela, l’accessibilità e la fruizione del patrimonio, possono offrire l’opportunità per un progetto di paesaggio e di produzione di spazio pubblico contemporaneo, attrattivo e multifunzionale, in cui quella che si viene ad affermare è una nuova forma della città pubblica, e più in generale di un rinnovato welfare, oltre la mera conservazione e alla trasmissione dei beni conservati. Nella sperimentazione progettuale sviluppata per il Parco Archeologico di Liternum, sulle sponde del Lago Patria, si è trattato di sottrarre l’area archeologica alla sua condizione di luogo separato dalla città per prefigurare un più ampio uso urbano (Manacorda, 2007), a partire dal disegno dei percorsi di una fruizione allargata capaci di mettere in sequenza i resti archeologici, con il paesaggio e gli spazi e le dinamiche della città con cui instaurano relazioni fertili dentro una possibile governance collaborativa con gli attori del contesto.</p> <p>Parole chiave: patrimonio culturale, transizione, spazio pubblico, paesaggio, accessibilità</p>Anna TerraccianoFrancesco Stefano Sammarco
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2024-12-102024-12-1024220522410.6093/2284-4732/11332Climate change adaptation and spatial planning: the mainstreaming concerning the regional context of Sardinia, Italy
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11333
<p>Adattamento ai cambiamenti climatici e pianificazione del territorio: il mainstreaming relativo al contesto regionale della Sardegna, Italia</p> <p>La necessità di trattare ed indirizzare gli effetti dei cambiamenti climatici sottolinea l’importanza di individuare ed implementare nuovi processi di pianificazione spaziale<br>orientati ad innestare questi profili nella definizione e nell’attuazione delle politiche di piano. In quest’ottica, è particolarmente importante identificare sistemi di obiettivi ed azioni di piano che tratteggino e guidino l’integrazione dell’adattamento ai cambiamenti climatici nei piani territoriali, con particolare riferimento alla scala locale. In questo contributo, si propone e si attua una metodologia, orientata a quest’integrazione, attraverso la definizione di un quadro programmatico per la costruzione dei piani urbanistici comunali attraverso la valutazione ambientale strategica, quale percorso in cui la pianificazione prende forma e struttura, nell’ambito della valutazione, mediante una strategia sistemica fondata sulle finalità complessive e specifiche del quadro programmatico, e su un’ampia fase operativa, fondata su sistemi di azioni di piano.</p> <p>Parole chiave: adattamento ai cambiamenti climatici, politiche territoriali, pianificazione strategica, valutazione ambientale strategica</p>Federica IsolaSabrina LaiFederica LeoneCorrado Zoppi
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2024-12-102024-12-1024222525410.6093/2284-4732/11333Identification of suitable sites for Green Hydrogen Production from petroleum wastewater
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11335
<p>Identificazione di siti idonei per la produzione di idrogeno verde utilizzando acque reflue dell’industria petrolifera</p> <p>I cambiamenti climatici richiedono azioni urgenti con il fine di costituire una società resiliente, capace di adattarsi all’attuale emergenza. In questo scenario, le energie rinnovabili rivestono un ruolo cruciale. In particolare, l’Idrogeno Verde rappresenta una valida alternativa ai combustibili fossili. La sua produzione attraverso l’elettrolisi consente di generare energia senza emissioni inquinanti. Questo studio identifica i criteri per la selezione dei siti idonei alla produzione dell’Idrogeno Verde utilizzando le acque reflue dell’estrazioni petrolifere dell’area industriale di Viggiano, in Italia. La metodologia implementata prevede un’Analisi Spaziale Multicriteriale. I criteri chiave includono fattori tecnici, economici ed ambientali. L’output finale è rappresentato da una mappa di idoneità che facilita l’individuazione dei siti più adatti alla collocazione delle infrastrutture per la produzione di Idrogeno Verde. </p> <p>Parole chiave: Infrastrutture per l’Idrogeno Verde, elettrolisi, Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), mappa di idoneità dei suoli</p>Rossella ScorzelliShiva RahmaniAlfonso AnnunziataMichela DelfinoFrancesco ScorzaAntonio D'AngolaBeniamino Murgante
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2024-12-112024-12-1124215526410.6093/2284-4732/11335Mobility for public space. Inter-City laboratories in the design for new urban capillaries
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11336
<p>The article addresses the issue of public space design with reference to sustainable, soft, and active mobility. It outlines a line of research that explores the possibilities of applying a multidimensional vision of the very concept of mobility in the contemporary city. This, indeed, expands by intercepting the many ways in which movement takes place and generates activity in urban contexts. The field of experimentation is the city of Naples, where many intermodal nodes – significant for public transport as well as from urban point of view – have been investigated. The adopted research methodology saw a very significant phase, which is presented in the article, in the construction of a panorama of comparisons of best practices and case studies to be analysed in relation to Naples. The comparison, starting from the concept of “dynamic model” (Montaner, 2011) and ultimately understood as an inter-city laboratory, has allowed for a general reflection on the transformative possibilities for mobility design in relation to public space. This kind of study has enriched the design proposals elaborated on the city of Naples and improved the definition of an abacus of possible architectural actions for the creation of new urban capillaries.</p> <p>Keywords: active mobility, public space, infrastructures, dynamic model, Naples</p>Adriana Bernieri
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2024-12-112024-12-1124226528410.6093/2284-4732/11336Urban networks and environmental resilience. Fractal urban aggregates’ role
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11391
<p>Reti urbane e resilienza ambientale. Il ruolo degli aggregati urbani frattali</p> <p>Gli aggregati urbani frattali costituiscono un nuovo paradigma di interpretazione, in scala naturale, del processo di pianificazione di un territorio che evolve tra l'esistente e il futuro eco-compatibile. Un aggregato urbano frattale porta in sè, sia gli indicatori morfometrici e ambientali di sviluppo urbano minimo sostenibile, che le leggi di scala diretta (autosomigliante e/o autoaffine) per una pianificazione di area vasta, costituita quest'ultima da un numero finito di aggregati, in accordo agli scaling fisici della natura. L'analisi frattale nell'ambito della pianificazione strategica e territoriale di area vasta, caratterizza in termini planimetrici gli aggregati urbani, nonchè la individuazione di criteri per uno sviluppo dei sistemi urbani che tengono conto delle molteplici componenti. In tal senso, la Dimensione frattale è un criterio descrittivo, e rappresenta un parametro progettuale.</p> <p>Parole chiave: dimensione frattale, analisi frattale, aggregati urbani frattale, resilienza ambientale, scienza delle città</p>Ferdinando Verardi
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2024-12-162024-12-1624228530610.6093/2284-4732/11391Cultural associativity in the Inner Areas, between vulnerability and opportunity
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11400
<p>L’associazionismo culturale nelle Aree interne, tra vulnerabilità e opportunità</p> <p>Le Aree interne italiane, che vivono condizioni di spopolamento e isolamento territoriale, possiedono ciononostante all’interno delle comunità locali il potenziale sociale e culturale per innescare processi di sviluppo. Tuttavia, gli attori coinvolti nel mantenimento e nella trasmissione del patrimonio culturale locale incontrano significative difficoltà nel sostenere le iniziative creative potenzialmente utili alla valorizzazione di tale patrimonio. Tali difficoltà sono spesso riconducibili alla carenza di risorse materiali ed immateriali (umane, tecniche, economiche), ma anche alla inadeguata capacità di organizzazione interna strategica, cui le politiche locali non riescono a fornire risposta.<br>Alla luce di tali premesse il contributo propone una riflessione critica sui modelli, e i relativi dispositivi di natura prevalentemente organizzativo-gestionale, messi in atto in differenti contesti territoriali, in grado di costituire un riferimento strategico per la rivitalizzazione socio-economica dei territori interni, facendo, in particolare, riferimento alle esperienze di incubazione e di bilancio partecipativo.<br>In riferimento all’Area interna Sicani in Sicilia, si avanza la proposta di un modello di gestione delle future iniziative di sviluppo locale finalizzato alla loro attivazione e al loro finanziamento, che risponda in modo più adeguato alle peculiarità del contesto territoriale e al sostegno delle comunità locali.</p> <p>Parole chiave: Aree interne, bilancio partecipato, incubazione, eventi culturali</p>Alejandro Gana-NúñezVincenzo Todaro
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2024-12-172024-12-1724230732810.6093/2284-4732/11400Beyond emerging. Just, multi-species, convivial and food-related urban ecosystem services in two food forests in Sicily and California
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11442
<p>Oltre l’emergente. Servizi urbani ecosistemici giusti, multispecie, conviviali, and correlati al cibo in due foreste alimentari in Sicilia e California</p> <p>Le città sono al contempo responsabili del cambiamento climatico e luoghi particolarmente colpiti dai suoi effetti, che impattano in modo diseguale le popolazioni urbane. Allo stesso tempo, le città sono all’avanguardia nello sviluppo di soluzioni sperimentali, e la pianificazione e la progettazione urbana svolgono un ruolo cruciale nel favorire ambienti urbani equi e biodiversi. Il dibattito sui servizi ecosistemici urbani, in particolare quelli forniti dalle soluzioni basate sulla natura e dalle infrastrutture verdi e blu, esemplifica questo sforzo. Questo articolo sostiene l’inclusione della giustizia alimentare e multispecie e della convivialità nella discussione accademica, nella regolamentazione settoriale e nelle pratiche professionali riguardanti i servizi ecosistemici urbani. Proponiamo che le foreste alimentari, che emulano gli ecosistemi forestali naturali per fornire cibo agli esseri umani mentre ne beneficiano altre specie e l’ecosistema nel suo complesso, siano modelli esemplari in grado di offrire servizi ecosistemici urbani più equi, multispecie e legati al cibo. La nostra argomentazione è supportata dall’analisi di due casi studio, uno in Sicilia e uno in California, che mette in luce significative somiglianze, differenze cruciali e la sfida aperta di passare da pratiche sperimentali e emergenti a quelle più diffuse e istituzionalizzate.</p> <p>Parole chiave: foresta alimentare, servizi ecosistemici urbani, giustizia alimentare, giustizia multispecie, progettazione ecologica</p>Elisa PriviteraCassandra Funsten
##submission.copyrightStatement##
http://creativecommons.org/licenses/by/4.0
2024-12-222024-12-2224232935410.6093/2284-4732/11442The public city and a new welfare. Regulatory inclusiveness and territorial equipment
http://www.serena.unina.it/index.php/bdc/article/view/11534
<p>Città pubblica e nuovo welfare. Disposizioni per l’inclusione e le attrezzature territoriali</p> <p>Le attrezzature pubbliche rappresentano uno dei pilastri fondamentali per il buon funzionamento della vita urbana. Servizi come sanità, istruzione, verde e sport, assistenza sociale, non solo garantiscono il benessere dei cittadini ma, soprattutto, contribuiscono a ridurre le disuguaglianze sociali e a promuovere l'inclusione. L’articolo si inscrive nel solco degli studi che, dall’inizio degli anni 2000, riconoscono l’emergere di una “nuova questione urbana” che necessita di un nuovo welfare urbano. Disucsse disposizioni e tecniche che regolano in Italia, dal 1968, la costruzione della città pubblica, il paper evidenzia la necessità di innovare con soluzioni più efficaci e redistributive (considerata la riforma del Titolo V della Costituzione del 2001), i dispositivi per la pianificazione, acquisizione e gestione degli spazi e delle infrastrutture finalizzati a garantire la minima dotazione e fornitura di servizi da assicurare in tutto il paese, a tutela dei diritti sociali e civili dei cittadini. Si illustrano e argomentano i contenuti della proposta di legge di principi per il governo del territorio e la pianificazione dell’INU (febbraio 2024). Le conclusioni riconoscono la rigenerazione urbana come una delle più importanti azioni pubbliche da praticare con un piano urbanistico che sappia garantire le condizioni per la costruzione di un nuovo welfare urbano, ricodificando questione sociale e ambientale.</p> <p>Parole chiave: welfare urbano, standard urbanistici, città pubblica, inclusione</p>Carolina Giaimo
##submission.copyrightStatement##
http://creativecommons.org/licenses/by/4.0
2024-12-272024-12-2724235537210.6093/2284-4732/11534