http://www.serena.unina.it/index.php/bornh/issue/feed BORNH Bulletin of Regional Natural History 2024-04-15T10:28:55+00:00 Antonino Pollio antonino.pollio@unina.it Open Journal Systems <h1 style="text-align: center;"><strong>SOCIETA' DEI NATURALISTI IN NAPOLI</strong></h1> <p><strong><img style="display: block; margin-left: auto; margin-right: auto;" src="/public/site/images/raf101/2.jpg" width="690" height="459"></strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong>Bulletin of Regional Natural History (BORNH),</strong>&nbsp;formerly Bollettino della Società dei Naturalisti in Napoli, is an Italian on-line journal that promote in-depth studies in Natural Sciences at local and regional scale, to create management tools and spatial planning for conservation of diversity, in connections with other geographical areas and archives of biodiversity.<br><br><strong>BORNH</strong>&nbsp;seeks to publish of research articles, review articles, commentaries, check lists, technical papers on methodological innovations or improvements, as well as on the practical application of these resources towards the development of effective conservation policy and practice.<br><br><strong>BORNH</strong>&nbsp;publishes local and regional territory studies in all branches of Natural Sciences dealing with diversity, ecology and evolution of ecosystem: zoology, geology, mineralogy, ecology, paleontology, botany, systematics and phylogenetics, terrestrial and aquatic ecology and behaviour, parasitology, palaeontology, geomorfology, developmental biology, conservation biology, chemistry, applied studies.&nbsp;<br><br>Incoming manuscripts are initially evaluated by the Editor in Chief. If the manuscript is acceptable as corresponding to the scope of the journal and representing a major contribution deserving publication in an international journal, it will be forwarded to reviewers for evaluation. After the approval of the final version by the editorial board, the manuscript will be accepted for publication.&nbsp;<br><br>The editor reserves the right to make editorial changes. Authors agree, with the acceptance of the manuscript, that the copyright is transferred to the publisher. Manuscripts, proofs, reviews and other correspondence concerning editorial matters should be addressed to the Editorial Office</p> <h1 style="text-align: center;">Breve Storia della Società dei Naturalisti in Napoli</h1> <p style="text-align: justify;"><br>Nel 1881 la Facoltà di Scienze naturali, Chimica e Fisica dell’Università di Napoli contava soltanto 11 studenti. Si trattava però di ragazzi estremamente attivi e determinati, che si risolsero, su suggerimento ed aiuto di Salvatore Trinchese, loro professore di Anatomia Comparata, a fondare il Circolo degli Aspiranti Naturalisti. Il nome era un chiaro riferimento all’Accademia degli Aspiranti Naturalisti, fondata a Napoli nel 1841 da Oronzo Gabriele Costa, e poi sciolta nel 1849 per ragioni politiche. Il Circolo degli Aspiranti Naturalisti vide la sua nascita nei locali dell’Università di Napoli nel novembre del 1881, e gli undici studenti che coraggiosamente ne gettarono le fondamenta erano: Antonio Cabella, Alfonso Castriota Scanderberg, Tommaso Curatolo, Aurelio De Gasperis, Ludovico De Paola, Michele Geremicca, Giuseppe Jatta, Ugo Milone, Alfonso Montefusco, Pellegrino Severino ed Ulrico Siniscalchi. Il loro scopo era quello di superare le difficoltà in cui versava l’insegnamento delle Scienze Naturali. Le scarsità di strumenti scientifici nei laboratori, e di riviste scientifiche indispensabili per la loro preparazione culturale, unita all’inaccessibilità delle Accademie, allora esclusivi luoghi ai quali solo alcuni maestri potevano accedere, li spinsero ad organizzarsi: “riunirsi, manifestare le proprie idee con conversazioni critiche, tenere conferenze con dimostrazioni pratiche; raccogliere il frutto delle proprie ricerche, dei propri studi, dei vari convegni in un giornale che fosse la squilla della Nuova Italia risorta, ecco il nobile scopo, ecco la grande fatica degli undici giovani” (dalla relazione di Giuseppe Zirpolo sull’attività della Società nel 50° anniversario della Sua Fondazione. Bollettino della Società dei Naturalisti, 1932, vol. XLIV). Il nucleo fondatore del Circolo negli anni successivi cominciò ad svolgere una fruttuosa attività. Si aggiunsero nuovi soci, si stabilirono obiettivi da raggiungere, e nel 1885 nacque la Rivista Italiana di Scienze Naturali, con la prima nota a cura del professor Salvatore Trinchese, mentore della Rivista, come della Società nascente. Nel 1887 il Circolo si denominò Società dei Naturalisti in Napoli e anche il giornale cambiò nome, diventando il Bollettino della Società dei Naturalisti. In occasione del Cinquantenario della Società (1932) il vice segretario Arturo Palombi stimò che l’attività di ricerca del Bollettino avesse portato alla redazione di circa 900 lavori, in campi che spaziavano dalla fisica alla chimica ed alle numerose branche delle Scienze Naturali, con contributi di rilevanza internazionale. Il Bollettino sin dai suoi primi numeri veniva scambiato con le riviste edite dalle più importanti Accademie scientifiche del tempo, e questo contribuì da una lato ad una sua capillare diffusione su scala mondiale, e da un altro all’acquisizione di un elevato numero di periodici internazionali, che andarono a costituire il corpus fondamentale della biblioteca della Società dei Naturalisti. Per quanto riguarda le sede, la Società ebbe un periodo lungo di instabilità. Per circa trenta anni vennero messi a disposizione differenti locali nel centro storico della città, con continue peregrinazioni da un posto all’altro. Solo nel 1920 grazie all’attivo interessamento di alcuni dei soci, quali Maria Bakunin, Ferruccio Zambonini, Francesco Saverio Monticelli, il rettore dell’Università di Napoli professore Pasquale Del Pezzo concesse gli attuali locali di via Mezzocannone 8, che diventarono la sede definitiva della Società.</p> <p style="text-align: justify;">&nbsp;</p> http://www.serena.unina.it/index.php/bornh/article/view/10463 Nomenclatural remarks on Galdieria (Galdieriaceae, Cyanidiophytina, Rhodophyta) with description of three new species and a new lectotypification 2023-12-14T09:07:20+00:00 Emanuele Del Guacchio emanuele.delguacchio@unina.it Antonino Pollio antonino.pollio@unina.it Antonino De Natale denatale@unina.it <p>Le Cynanidiophytina sono una sub-divisione delle Rhodophyta, costituita da organismi unicellulari spesso presenti in ambienti estremi o acidofili e oggetto di numerosi studi ecologici, fisiologici, filogenetici, ontogenetici, e molecolari. Recentemente, il genere Galdieria, membro delle Cyanidiophytina che&nbsp;comprende quattro specie (su undici dell'intera sub-divisione), è stato inserito in un ordine monogenerico dopo un'ampia revisione tassonomica. Tuttavia, la tassonomia di questo gruppo non è stata completamente valutata. In questo contributo vengono discusse alcune questioni nomenclaturali sulle Galdieriaceae e vengono pubblicate tre nuove specie che convalidano i nomi precedenti.&nbsp;</p> 2023-11-28T15:36:35+00:00 ##submission.copyrightStatement## http://www.serena.unina.it/index.php/bornh/article/view/10633 Recent human-bear conflicts in Northern Italy: a review, with considerations of future perspectives 2024-01-02T15:24:38+00:00 Mattia De Vivo mattiadevivopatalano@gmail.com <p>L’uccisione di un runner nell’Italia settentrionale da parte di un&nbsp;orso bruno (Ursus arctos arctos) e l’investigazione che ne è&nbsp;seguita hanno evidenziato il conflitto uomo-natura (Human-Wildlife Conflict, HWC) presente in Trentino sin dall’introduzione&nbsp;degli orsi per motivi conservazionistici durante il Progetto Life&nbsp;Ursus. Tali conflitti potrebbero esacerbarsi nel momento in cui&nbsp;entrambe le popolazioni (umana e ursina) aumentano di&nbsp;dimensione. In questo articolo, riassumo le informazioni che&nbsp;&nbsp;abbiamo riguardanti il WHC in Trentino, gli attacchi agli umani e le procedure legali&nbsp;disponibili. Diverse tendenze (per esempio, l’aumento di orsi problematici) sono state notate&nbsp;e predette già in passato. Gli attuali mezzi legali non definiscono in maniera stretta cosa sia un&nbsp;“orso pericoloso”, il che porta a misure altamente soggettive. A meno che non siano adottate&nbsp;soluzioni per mitigare il conflitto (per esempio, lo spray anti orso) o altre soluzioni già presenti&nbsp;non sono migliorate (per esempio, la comunicazione sull’argomento orso), il WHC potrebbe&nbsp;danneggiare in maniera irreparabile il lavoro fatto finora per la conservazione degli orsi nelle&nbsp;Alpi italiane, a cause di una percezione negativa da parte della popolazione locale, la quale&nbsp;sembra essere amplificata dai politici locali.</p> 2023-12-27T17:56:52+00:00 ##submission.copyrightStatement## http://www.serena.unina.it/index.php/bornh/article/view/10811 Environmental and geomorphic aspects of urban beaches of Naples, southern Italy 2024-03-26T14:22:00+00:00 Maria Rosaria Delogu mariarosariadelogu@gmail.com Mariarca D’Aniello mariarca.daniello@unina.it Alberto Giovanzanti a.giovanzanti@gmail.com Eleonora Guadagno eguadagno@unior.it Luca Lämmle lucalammle@ige.unicamp.br Archimedes Perez Filho archi@ige.unicamp.br Sebastiano Perriello Zampelli sebastiano.perriellozampelli@unina.it Claudio Sannino sannino1987@gmail.com Renata Valente renata.valente@unicampania.it Carlo Donadio carlo.donadio@unina.it <p>La ricerca verte sullo studio delle spiagge urbane di Napoli,&nbsp;Italia. Sono stati svolti rilevamenti ed analisi ambientali integrate&nbsp;morfometriche, granulometriche e morfoscopiche di sei spiagge&nbsp;urbane selezionate tra trenta, con caratteristiche diverse e&nbsp;lunghezza da pochi ad alcune decine di metri. Questi sensibili&nbsp;ambienti di transizione tra mare e terra soffrono di una gestione&nbsp;burocratica e operativa in mutua transizione tra molti stakeholder, da quelli centrali ai locali,&nbsp;che spesso ritardano gli interventi. La comparazione ed interpretazione di dati e risultati ha&nbsp;permesso di delineare i principali caratteri morfosedimentari e geomorfologici per una&nbsp;moderna classificazione morfotipologica che include anche elementi biotici ed antropogenici.&nbsp;Queste spiagge urbane si possono equiparare per fisiografia ed aspetti sedimentologici a&nbsp;pocket beach o tipi intermedi tra queste e tomboli o cuspidi perlopiù sabbiosi e spiagge al&nbsp;piede di falesia. Poiché le pocket beach sono preferite dai bagnati per la loro bellezza dovuta&nbsp;ad un’alta variabilità morfologica del paesaggio costiero, sono soggette a stress di genesi&nbsp;antropica elevato. I processi erosivi in atto, seppure meno intensi di quelli dei grandi litorali<br>che orlano le pianure alluvionali o costiere minori, sono rilevanti in relazione all'ampiezza&nbsp;limitata delle spiagge urbane e alla forte pressione turistica stagionale. Queste spiagge&nbsp;registrano un fattore di rischio elevato quando gli insediamenti turistici occupano la zona di&nbsp;retrospiaggia. Inoltre, costituiscono una barriera naturale contro lo scalzamento al piede della&nbsp;retrostante falesia operato dalle mareggiate, che così diviene inattiva. Le onde marine&nbsp;potrebbero innescare crolli della falesia o arrecare gravi danni alle strutture che vi fondano.&nbsp;Data l’importanza che hanno le spiagge urbane per motivi turistico-ricreativi, salvaguardia di&nbsp;falesia e strutture antropiche, è necessario tutelarle mediante una corretta gestione e<br>rimozione mirata dei materiali fittili, macroplastiche, microplastiche e microfibre depositati da&nbsp;onde, correnti marine e vento, nonché a causa del comportamento scorretto dell'utenza.</p> 2024-03-04T00:00:00+00:00 ##submission.copyrightStatement## http://www.serena.unina.it/index.php/bornh/article/view/10883 The Neapolitan contribution to the scientific studies on Cannabis. A historical overview 2024-04-15T10:28:55+00:00 Giorgio Samorini giorgio@samorini.it <p>“Il contributo napoletano agli studi scientifici sulla Cannabis. Una&nbsp;rivisitazione storica”. Dopo uno sguardo sulla storia degli studi&nbsp;scientifici della Cannabis in Europa e in Italia, nelle sue due forme di canapa da fibra (C. sativa)&nbsp;e canapa psicoattiva (C. indica), il presente articolo ripercorre la storia degli studi medici,&nbsp;botanici e agronomici intrapresi a Napoli a partire dalla metà del XIX secolo. Si evidenziano&nbsp;due principali periodi storici. Una prima fase, principalmente nei decenni '70-'80 del XIX&nbsp;secolo, riguardò studi medici con la canapa indiana che videro coinvolti personaggi di spicco&nbsp;della cultura partenopea, fra cui Sebastiano De Luca, Eugenio Fazio, Paolo Panceri, Mariano&nbsp;Semmola. Risaltano per originalità le ricerche cliniche di Raffaele Valieri intraprese presso&nbsp;l'Ospedale degli Incurabili; i suoi studi sulle proprietà terapeutiche della canapa sativa&nbsp;possono essere considerati i più estesi ed articolati non solo d'Italia ma d'Europa. Una<br>seconda fase, datata agli anni '30 del XX secolo, vide le prime coltivazioni italiane della&nbsp;canapa indiana per opera di Biagio Longo presso la Stazione Sperimentale per le Piante&nbsp;Officinali dell'Orto Botanico di Napoli. Nel 1931 Longo diede origine al “ceppo di Calcutta”,&nbsp;che per tutto il XX secolo fu mantenuto attivo con coltivazioni annuali e divenne il campione&nbsp;di riferimento primario nelle ricerche scientifiche svolte in Italia sulla canapa indiana.</p> 2024-04-15T10:22:45+00:00 ##submission.copyrightStatement##