Giornale di Storia della Lingua Italiana http://www.serena.unina.it/index.php/gisli <p>Il «Giornale di Storia della lingua italiana» (GiSLI) ospita contributi di ambito storico-linguistico in tutte le possibili accezioni (fono-morfologia, lessico, grammatica, sintassi, testualità, stile, forme) e in tutte le latitudini della cronologia (dal Medioevo ai nostri giorni), delle tipologie testuali (letterarie e non letterarie) e dei temi. Sue peculiarità sono l’apertura e l’inclusività tematiche e metodologiche, e la disponibilità alla contaminazione e alle intersezioni con altri ambiti disciplinari, entro l’ampio perimetro che della disciplina hanno tracciato storicamente i suoi più grandi maestri.</p> FedOA - Federico II University Press it-IT Giornale di Storia della Lingua Italiana 2974-6507 Sulla prosa del “Grisostomo” pavese, I. La ‘Parafrasi del Neminem laedi nisi a se ipso’ (capp. I-XV, XXXIII-XXXVI) http://www.serena.unina.it/index.php/gisli/article/view/11298 <p><span style="font-weight: 400;">L’articolo, primo di due contributi strettamente legati, presenta un’analisi complessiva della prosa del più antico documento pavese, il cosiddetto </span><em><span style="font-weight: 400;">Grisostomo</span></em><span style="font-weight: 400;"> pavese (1342), testimoniato da un solo manoscritto andato distrutto nel 1904, ma di cui abbiamo un’edizione ottocentesca a cura di W. Foerster. L’opera, in prosa e di autore anonimo, si configura come il volgarizzamento-parafrasi del </span><em><span style="font-weight: 400;">Neminem laedi nisi a se ipso</span></em><span style="font-weight: 400;">, omelia di san Giovanni Crisostomo; ma l’ampia parte centrale del testo (capp. XVI-XXXII</span><span style="font-weight: 400;">&nbsp;della nuova edizione in via di allestimento) è costituita da materiali probabilmente originali, estranei all’omelia latina. Questo primo articolo si occupa dunque soltanto del volgarizzamento vero e proprio (capp.</span><span style="font-weight: 400;"> I-XV e XXXIII-XXXVI</span><span style="font-weight: 400;">) e mette in luce le modalità di traduzione dell’Anonimo pavese: la spiccata tendenza ad amplificare ed espandere il testo di partenza; il ricorso a lessico e similitudini di carattere domestico e popolare che concorrono a un abbassamento del registro stilistico rispetto al testo base. Strategie che vivacizzano il testo e ne aumentano il livello di espressività.</span></p> Mirko Volpi ##submission.copyrightStatement## 2024-12-23 2024-12-23 3 2 7 36 10.6093/gisli11298 Ancora sull’‘editio princeps’ del “Decameron” (Pr. 6748, ISTC ib00725200) http://www.serena.unina.it/index.php/gisli/article/view/11294 <p><span style="font-weight: 400;">Il contributo, suddiviso in due parti, discute sull’attribuzione dell’</span><em><span style="font-weight: 400;">editio princeps</span></em><span style="font-weight: 400;">&nbsp;del&nbsp;</span><em><span style="font-weight: 400;">Decameron</span></em><span style="font-weight: 400;">, l’incunabolo privo di note tipografiche noto come&nbsp;</span><em><span style="font-weight: 400;">Deo gratias</span></em><span style="font-weight: 400;">. Nella prima parte, dopo una rassegna della questione attributiva nella critica, si propone, attraverso una puntuale verifica linguistica, una riflessione sulla presunta dicotomia tra un metodo filologico-linguistico e uno incunabolistico, evidenziando la necessità di una pluralità di approcci non gerarchizzabili in modo univoco. Nella seconda parte, un’analisi dei dati ISTC sulla distribuzione degli incunaboli italiani nelle istituzioni italiane e straniere mira a valutare la solidità di un’ipotesi attributiva basata sulla attuale collocazione degli esemplari noti e fornisce alcuni inediti dati sul patrimonio incunabolistico italiano.</span></p> Riccardo De Rosa Paolo Trovato ##submission.copyrightStatement## 2024-12-23 2024-12-23 3 2 37 90 10.6093/gisli11294 Schede sul lessico dell’epica tassiana tra “Liberata” e “Conquistata” http://www.serena.unina.it/index.php/gisli/article/view/11297 <p><span style="font-weight: 400;">Il lavoro ha l’obiettivo di analizzare, alla luce delle osservazioni presenti nei discorsi polemici che hanno seguito la pubblicazione della </span><em><span style="font-weight: 400;">Liberata</span></em><span style="font-weight: 400;">, il lessico della </span><em><span style="font-weight: 400;">Conquistata,</span></em><span style="font-weight: 400;"> per verificare se la revisione linguistica operata dall’autore risponda all’influenza realmente esercitata dalla Crusca e da Salviati sulla scrittura di Tasso o ad altri propositi maturati nel corso della rivisitazione del poema gerosolimitano: per tale motivo ogni forma, dopo aver osservato attentamente il luogo testuale in cui figura, sarà esaminata in prospettiva sincronica e diacronica, allo scopo di individuare i caratteri e le ragioni delle conferme o degli apporti lessicali.</span></p> Serena Nardella ##submission.copyrightStatement## 2024-12-23 2024-12-23 3 2 91 108 10.6093/gisli11297 Gianni Celati e Lino Gabellone traduttori dei “Colloqui con il professor Y” (1971) di Céline http://www.serena.unina.it/index.php/gisli/article/view/11295 <p><span style="font-weight: 400;">L’articolo propone un’analisi delle peculiarità sintattiche, lessicali e fonoespressive dei </span><em><span style="font-weight: 400;">Colloqui con il professor Y</span></em><span style="font-weight: 400;"> (Einaudi, 1971), traduzione italiana di </span><em><span style="font-weight: 400;">Entretiens avec le professeur Y</span></em><span style="font-weight: 400;"> di Louis-Ferdinand Céline firmata da Gianni Celati e Lino Gabellone, a partire dalle intuizioni critico-teoriche che ispirano questo originale esperimento di “traduzione mimica” di coppia.</span></p> Giacomo Micheletti ##submission.copyrightStatement## 2024-12-23 2024-12-23 3 2 109 146 10.6093/gisli11295 “Madrigale a Nefertiti” di Vittorio Sereni http://www.serena.unina.it/index.php/gisli/article/view/11293 <p><span style="font-weight: 400;">Il contributo propone una lettura da vicino di </span><em><span style="font-weight: 400;">Madrigale a Nefertiti, </span></em><span style="font-weight: 400;">breve poesia di </span><em><span style="font-weight: 400;">Traducevo </span></em><span style="font-weight: 400;">Char, quarta sezione dell’ultima raccolta di Vittorio Sereni, </span><em><span style="font-weight: 400;">Stella variabile</span></em><span style="font-weight: 400;"> (1982). L’analisi, prevalentemente di taglio metrico e stilistico ma con qualche affondo sulle scelte lessicali dell’autore, tocca alcuni temi centrali e di lunga durata della poesia sereniana: il tema della </span><em><span style="font-weight: 400;">bellezza</span></em><span style="font-weight: 400;"> (la </span><em><span style="font-weight: 400;">bellezza </span></em><span style="font-weight: 400;">della natura e della forma poetica) e della tragica impossibilità del soggetto lirico di attingervi; il tema dell’incontro e del dialogo con l’</span><em><span style="font-weight: 400;">altro</span></em><span style="font-weight: 400;">;</span> <span style="font-weight: 400;">quello del nichilismo, dell’esclusione e dell’inappartenenza. Questi ultimi aspetti, tipici del tragico sereniano, nel nostro testo e in generale in </span><em><span style="font-weight: 400;">Stella variabile</span></em><span style="font-weight: 400;"> aumentano di livello rispetto alle raccolte precedenti come si propone di dimostrare – nella seconda parte dell’articolo – il confronto ravvicinato tra </span><em><span style="font-weight: 400;">Madrigale a Nefertiti</span></em><span style="font-weight: 400;"> e </span><em><span style="font-weight: 400;">Appuntamento a ora insolita</span></em><span style="font-weight: 400;">, testo cruciale della raccolta </span><em><span style="font-weight: 400;">Gli strumenti umani</span></em><span style="font-weight: 400;">.</span></p> Andrea Afribo ##submission.copyrightStatement## 2024-12-23 2024-12-23 3 2 149 162 10.6093/gisli11293 Primo Levi, «Cladonia rapida» (“Storie naturali”) http://www.serena.unina.it/index.php/gisli/article/view/11296 <p><span style="font-weight: 400;">Il contributo propone un </span><em><span style="font-weight: 400;">close reading</span></em><span style="font-weight: 400;"> di </span><em><span style="font-weight: 400;">«Cladonia rapida»</span></em><span style="font-weight: 400;"> di Primo Levi, quinto testo inserito dall’autore nella sua prima raccolta di racconti fantascientifici, </span><em><span style="font-weight: 400;">Storie naturali</span></em><span style="font-weight: 400;"> (1966). Il testo è una parodia del linguaggio tecnico-scientifico: esso è costruito sotto forma di articolo divulgativo ed è collocato in uno scenario fanta-tecnologico, in cui la scoperta di un parassita vegetale delle automobili diviene il pretesto per illustrare alcune caratteristiche delle auto, rappresentate alla stregua di esseri animati. Lo studio si articola in due parti: in primo luogo, si mettono a fuoco il rapporto tra struttura compositiva e contenuti per rilevare in che modo venga sviluppato il tema dell’articolo; in secondo luogo, si analizzano gli elementi formali che Levi importa dalla scrittura tecnico-scientifica e i loro esiti stilistici. Alla luce degli elementi raccolti si propone, infine, un’ipotesi interpretativa su uno dei possibili obiettivi comunicativi perseguiti da Levi attraverso la manipolazione parodica di questa tipologia di linguaggio specialistico.</span></p> Annachiara Monaco ##submission.copyrightStatement## 2024-12-23 2024-12-23 3 2 163 180 10.6093/gisli11296 Resoconti http://www.serena.unina.it/index.php/gisli/article/view/11299 <p>Contributi di Stefania Sotgiu, Enea Pezzini e Marco Maggiore.</p> Redazione GiSLI ##submission.copyrightStatement## 2024-12-23 2024-12-23 3 2 183 194 10.6093/gisli11299