Pagine Inattuali http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali <p><em>Pagine Inattuali </em>è una rivista scientifica di filosofia e letteratura fondata nel 2012 che vuole ritagliarsi un piccolo spazio all’interno dell’affollato panorama dei periodici scientifici.</p> <p>Cercando di forzare, con numeri tematici aperti a tutte le prospettive, gli angusti limiti che spesso, per comodità o convenzione, sono eretti tra le varie discipline, <em>Pagine Inattuali </em>desidera porsi come un soggetto libero da tutti quegli abusati meccanismi per cui una certa produzione di saggistica risulta spesso finalizzata al sostentamento acritico delle carriere universitarie.</p> <p>Sulla base di tali premesse, <em>Pagine Inattuali </em>spera di poter diventare un’opportunità significativa per tutti gli autori e i lettori che condividano un progetto di questo tipo.</p> <p>&nbsp;</p> it-IT <p><em>Pagine Inattuali</em>&nbsp;è pubblicata ad accesso aperto, per assicurare la più ampia diffusione e circolazione possibile al sapere&nbsp;vagliato dalla comunità scientifica.</p> <p>Tutto il materiale pubblicato è distribuito con licenza <a href="http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/" target="_blank" rel="noopener">"Creative Commons - Attribuzione" (CC-BY 4.0)</a>.</p> <p>Con la licenza CC-BY, gli autori mantengono il copyright sui loro contributi, garantendo tuttavia a chiunque la possibilità di scaricare, riusare, ristampare e distribuire i materiali pubblicati, con la sola condizione che siano correttamente citati l'autore e&nbsp;la sede di&nbsp;prima pubblicazione.</p> roberto.colonna@unina.it (Roberto Colonna) roberto.colonna@unina.it (ibidem) Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000 OJS 2.4.8.0 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Oltre il visibile: alcune riflessioni sui nuovi media http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11355 <p>In questa intervista, Timothy Morton propone alcune riflessioni sui nuovi media, mettendo in discussione la tradizionale separazione tra media “tradizionali” e “nuovi”. Secondo Morton, l’atto di “mediare” non è un fenomeno esclusivo delle tecnologie moderne, ma una caratteristica intrinseca al linguaggio e alla comunicazione umana in generale. Pur riconoscendo le potenzialità offerte dalle piattaforme digitali, Morton esplora anche e soprattutto le loro contraddizioni, come la diffusione delle notizie false e il confine sempre più labile tra controllo e censura. In questo contesto, diventa dunque fondamentale “fare e imparare filosofia”, addirittura fin dalla giovane età, poiché quest’ultima rappresenta, forse, l’unico tipo di conoscenza in grado di sviluppare quella capacità di orientarsi, consapevolmente, nel vasto e talvolta opprimente paesaggio digitale.</p> Roberto Colonna ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11355 Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000 Sull’utopia distopica dell’immagine http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11354 <p>Nei primi due decenni del XXI secolo, l'ibridazione tra reale e virtuale ha subito un'accelerazione significativa, i cui effetti completi – essendo parte di un processo ancora in corso – devono ancora pienamente manifestarsi. Questa trasformazione epocale ha tradito gli ideali libertari proposti dai primi teorici della Rete, imponendo invece un modello socio-economico basato sul consumo di beni e persone. Questo modello ha assunto la forma di un'utopia contraddittoria: un'utopia che si trasforma in distopia, poiché non mira a migliorare la società, ma a imporre una semplificazione che impoverisce i processi di trasmissione culturale. Il tutto si realizza attraverso un uso innovativo delle immagini, sfruttando le potenzialità offerte dagli artefatti tecnologici contemporanei. L'utopia distopica dell'immagine si articola attorno a tre pilastri strettamente interconnessi: le immagini, gli schermi che le proiettano e Internet che le diffonde. Questa complessa architettura è finalizzata alla gestione dei dati, che sono perciò diventati una delle materie prime più preziose della modernità.</p> Roberto Colonna ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11354 Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000 Il ruolo della lettura nella cultura dei media digitali http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11356 <p>Questo articolo offre una panoramica critica sulle pratiche della lettura digitale, esplorandone il ruolo nel contesto culturale attuale. In particolare, si intende approfondire quelle modalità con cui la lettura, un tempo legata esclusivamente al testo stampato, stia evolvendo in un’attività più complessa, che include nuovi formati come la letteratura digitale, gli audiolibri e altre forme multimediali. La lettura, infatti, non può più considerarsi solo un’esperienza individuale, poichè è diventata un fenomeno sociale e culturale strettamente legato ai cambiamenti nell’ecosistema mediale. In tal senso, la lettura si inserisce in un più ampio cambiamento culturale che coinvolge generi e media diversi, ridisegnando il concetto stesso di “leggere” nell’era digitale.</p> Jay David Bolter ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11356 Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000 Kitsch digitale: arte e kitsch nel milieu informativo http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11357 <p>Questo saggio intende esplorare l’impatto dei media digitali sulla comprensione del kitsch e sulla sua relazione con l’arte attraverso il concetto di “kitsch digitale”. Il kitsch digitale è qui inteso come la forma predominante della creatività nei media digitali: una creatività democratizzata ma spesso superficiale, caratterizzata da strumenti che facilitano l’alfabetizzazione visiva ma riducono le strategie d’avanguardia a cliché accessibili e riproducibili. Questo fenomeno comprende una vasta gamma di espressioni, dalle creazioni amatoriali online alla produzione professionale, dalle immagini a bassa risoluzione alla CGI, dagli ambienti virtuali alla grafica generata dall’intelligenza artificiale. Se il kitsch rappresenta un prodotto tipico della modernità, il kitsch digitale incarna l’estetica dominante dell’era postmoderna e postdigitale.</p> Domenico Quaranta ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11357 Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000 La persistenza dei media http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11361 <p>Questo articolo indaga il concetto di “persistenza dei media”, focalizzandosi su due aspetti in particolare. In primo luogo, propone una mappa degli approcci teorici che, nei media studies e nella storia delle tecnologie, hanno già indagato concetti simili oppure hanno fornito elementi solidi per riflettere sulla durata e appunto la persistenza dei media. Nella seconda parte, viene anche proposta una categorizzazione del concetto e vengono individuate quattro modalità con cui i media persistono nel tempo: ci sono persistenze tecnologiche, altre relative alle modalità di gestione, altre in relazione alle pratiche e modalità d’uso degli utenti e, infine, c’è una dimensione metaforica della persistenza dei media. Tutte queste modalità influenzano lo sviluppo dei media, in particolare di quelli digitali, e permettono di rovesciare una prospettiva teorica preponderante che vede nell’innovazione il focus di analisi. Il paper, in sostanza, si propone di rovesciare l’agenda dei media studies, proponendo di osservare la continuità con il passato o, meglio, il ruolo che il passato conserva nei media contemporanei.</p> Gabriele Balbi, Berber Hagedoorn, Nazan Haydari, Valerie Schafer, Christian Schwarzenegger ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11361 Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000 Historia de las ideas y los medios de comunicación (new media) http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11368 <p>In un’epoca storica segnata dal predominio della realtà virtuale, che si esprime attraverso social network, intelligenza artificiale (IA) e nuove tecnologie, i modi di percepire, sentire, pensare, amare e sognare vengono diluiti e ridotti a schemi superficiali. Questo processo arriva fino al parossismo, alla follia e alla seduzione delle immagini e dei linguaggi carichi di simulazione, imposti dai centri del potere economico globale che controllano e dominano le “nuvole” (the clouds). In questo scenario si affermano ideologie basate su una presunta libertà di decidere e pensare. Sebbene esistano ancora alcuni spazi di libertà all’interno delle reti e dei mezzi di comunicazione e informazione, essi sono molto limitati, poiché oltrepassano i confini del controllo individuale, delle comunità cibernautiche e delle grandi aziende globali proprietarie delle infrastrutture digitali. Va sottolineato che queste "nuvole" spesso si dissolvono, svanendo in principi e regole che non sempre guidano l’essere umano verso decisioni corrette.</p> Mario Magallón Anaya ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11368 Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000 L’erosione dello spazio pubblico nella società delle piattaforme http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11369 <p>Nei decenni a cavallo tra XX e XXI secolo si realizza il passaggio dalla società in rete basata su Internet come tecnologia aperta, all’attuale società delle piattaforme i cui servizi sono forniti quasi esclusivamente da pochissime grandi aziende private. Viviamo oggi agli albori del colonialismo dei dati, un fenomeno molto più pervasivo della semplice questione relativa all’appropriazione dei dati personali da parte delle Big Tech. Infatti, nonostante la diffusa metafora dei dati come “nuovo petrolio”, i dati raccolti e trasformati in ricchezza dalle piattaforme non sono risorse naturali, ma sono invece attivamente costruiti e pre-strutturati dalle piattaforme stesse secondo logiche opache e non trasparenti.&nbsp;Nel contesto di questa discussione, ci concentriamo anche sull’Intelligenza Artificiale (IA) generativa, definendola e delineandone le funzionalità. Gli strumenti di IA generativa attualmente disponibili sono anch’essi di proprietà privata e opachi nel loro funzionamento, seguendo istruzioni, regole e limiti che vengono tutelati dal segreto industriale e che la collettività non può conoscere nei dettagli. Accanto a potenzialità e opportunità inedite che vanno riconosciute, nello scenario digitale contemporaneo si prefigura quindi il rischio di una progressione erosione dello spazio pubblico di discussione e confronto, limitato a monte da regole del gioco decise su un tavolo a cui i cittadini e la società civile non possono sedersi.</p> Luciano Paccagnella ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11369 Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000 Metaverso Supernova http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11370 <p>Questo saggio intende sostenere la tesi che social network come Facebook siano ormai giunti alla loro fine. Nell’età del capitalismo della sorveglianza, le piattaforme di streaming online si dimostrano molto più abili nel profilare i loro utenti, ridimensionando così notevolmente il potere dei social network che, fin dalla loro origine, non sono mai stati un semplice mezzo di comunicazione, quanto piuttosto un potente mezzo di identificazione. La fine dei social network è, tuttavia, una fine “termica”, un’esplosione simile a quella delle stelle. In tal senso, ciò che è stato annunciato come metaverso è un collassare dei social network sul proprio nucleo, ovvero su ciò che è stato il web prima del loro arrivo, caratterizzato dal dominio del gaming e dalle comunicazioni private.</p> Tommaso Ariemma ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11370 Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000 Il soggetto e il linguaggio virtuale: critica del soggetto costruito dall’intelligenza artificiale http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11371 <p>Fin dalla sua comparsa, l’intelligenza artificiale è riuscita a cambiare e trasformare la realtà umana. Per farlo, ha introdotto progetti e iniziative che hanno permesso la sua instaurazione; per esempio, ha portato con sé concetti, idee, immagini, simboli, categorie e rappresentazioni in grado di descrivere una realtà che potesse essere appresa, spiegata e compresa. Tra i progetti c'era la ricerca tecnologica e scientifica rivolta alle società e gli esseri umani. Lo scopo era costruire un nuovo tipo di individuo che fosse tecnologico, scientifico e produttivo, grazie agli strumenti di intelligenza artificiale. Come disegno teorico, utopico e ideale, l’IA è vista in maniera positiva, ma nella sua applicazione pratica viene giudicata pericolosa, poiché gli esseri umani stanno perdendo le loro capacità comunicative, espressive, rappresentative e significative. Difatti, l’IA intacca il linguaggio e, di conseguenza, le relazioni sociali diventano frammentate. Se viene colpita la lingua, si hanno ripercussioni dirette sugli individui e su tutte le realtà che da essa dipendono: in primis la comunità e il mondo, ossia gli esseri umani stessi. Il logos si indebolisce e il soggetto perde la capacità di esistere come coscienza. E senza coscienza non c'è memoria storica; e senza storia non c'è identità né possibilità di diversità. L’uso dell’intelligenza artificiale ha arrecato più danni di quanto si pensasse inizialmente, in quanto ha degradato il linguaggio e le relazioni della comunità. C'è quindi bisogno di recuperare il soggetto, il linguaggio, il dialogo, la comunicazione faccia a faccia. Per attuare questo cambio è innanzitutto fondamentale analizzare l’intelligenza artificiale e conoscerne i limiti. Si pongono, dunque, una serie di domande che orienteranno la riflessione. L’intelligenza artificiale contenuta nei dispositivi e apparecchi tecnologici è davvero “intelligente”? Quali problemi si presentano nei soggetti quando perdono il loro linguaggio? In che modo l’intelligenza artificiale ha colpito il linguaggio? Come si può recuperare il soggetto a partire dalla parola e dalla ragione? Lo scritto che segue riguarda proprio tali questioni.</p> Pablo Sergio Arias y Castrejón ##submission.copyrightStatement## http://creativecommons.org/licenses/by/4.0 http://www.serena.unina.it/index.php/pagineinattuali/article/view/11371 Wed, 30 Oct 2024 00:00:00 +0000