© 2010
-
Piero Majocchi
per
"Reti Medievali"
ISSN 1593-2214
Nota introduttiva: il tema storiografico dell'urbanesimo altomedievale in Europa
Il tema dell’urbanesimo nell’alto medioevo ha
goduto di
grande rilevanza nel dibattito storiografico in Europa nel XX secolo,
poiché il
problema della crisi o della continuità delle città nell’Europa
altomedievale
risultava – allora come oggi – centrale nella discussione sulle modalità
della
disgregazione dell’impero romano occidentale e sui caratteri della
società e
dell’insediamento nell’alto medioevo. Il problema della continuità o
frattura
dell’urbanesimo nell’alto medioevo fu posto per la prima volta nel 1927
da Henri
Pirenne, che pose l’accento sulla dimensione economica delle città
medievali e
sulla mancanza di un vero “urbanesimo” altomedievale, e fu ripreso negli
anni
Sessanta da Lewis Mumford, che allargava il campo di indagine alla
dimensione
culturale e geografica dell’urbanesimo. Successivamente Edith Ennen mise
invece
in risalto le forme di “eredità”, materiale e spirituale,
dell’urbanesimo
classico romano nel medioevo, e in Italia Giovanni Tabacco insistette,
pur in un
quadro di frattura causato dall’invasione longobarda, sulla continuità
culturale
e amministrativa assicurata dai vescovi nei centri urbani altomedievali,
che
furono studiati negli stessi anni da Gina Fasoli e in ambito
ecclesiastico da
Cinzio Violante e Cosimo Fonseca
La principale caratteristica degli
studi
citati è però la mancanza di analisi sui dati archeologici, allora non
disponibili: a partire dagli anni Ottanta del XX secolo il dibattito
storiografico sulla caduta dell’impero romano d’occidente è stato
riaperto dai
nuovi dati forniti dall’archeologia, da nuovi modelli interpretativi
delle fonti
e soprattutto di nuovi approcci a costruzioni sociali come l’identità
etnica.
Nel corso del decennio successivo gli incontri del programma di ricerca
“The
Transformation of the Roman World” hanno messo in crisi il quadro
tradizionale
basato sulle “invasioni barbariche”, che avrebbero provocato la crisi
dell’impero romano, delineando invece un quadro generale di
indebolimento e
crollo delle strutture statali romane in Occidente tra IV e VI secolo, e
operando di fatto un radicale ridimensionamento del reale impatto
militare,
sociale e culturale degli eserciti “barbarici” stanziatisi in Europa
occidentale.
Grazie ai sempre maggiori apporti dell’archeologia, che
nella
seconda metà del XX secolo ha conosciuto un vasto sviluppo qualitativo e
quantitativo in tutti i paesi europei, anche la ricerca sul tema
dell’urbanesimo
ha attraversato una nuova fase di ampia discussione e confronto tra le
varie
aree europee: due volumi della collana “The Transformation of the Roman
World”,
usciti nel 1999 e nel 2000, sono infatti interamente dedicati al tema
delle
città. Il confronto dei dati relativi alle varie aree dell’impero romano
d’Occidente hanno mostrato diversi trend di crisi e
trasformazione delle
città in tempi diversi da area ad area e con esiti differenti, come
indicherebbe
la scomparsa delle città in Britannia nel V secolo, la loro profonda
crisi in
Gallia settentrionale a partire dal VI e la sostanziale tenuta delle
città
italiane e della Gallia meridionale per tutto l’alto medioevo.
Il recente dibattito sull’urbanesimo altomedievale in Italia
L’area della penisola italiana, per la sua centralità nelle strutture dell’impero romano tardo antico, è stata oggetto a partire dagli anni Settanta del XX secolo di numerose campagne di scavo intraprese inizialmente soprattutto da archeologi inglesi, che analizzarono l’evoluzione urbanistica di importanti città italiane, come Bryan Ward-Perkins a Luni, Hugo Blake a Pavia e Peter Hudson a Verona. L’enorme contrasto rilevato nei depositi stratigrafici tra la città romana e quella altomedievale e il sempre maggior apporto di dati archeologici forniti dalle successive iniziative di archeologi italiani, come Gian Pietro Brogiolo a Brescia, portarono alla riapertura, negli anni Ottanta, del dibattito relativa alla continuità o frattura dell’urbanesimo in Italia tra V e X secolo. Archeologi e storici si divisero tra i cosiddetti “catastrofisti” (A. Carandini, R. Hodges e D. Whitehouse, G.P. Brogiolo), che vedevano tra V e VIII secolo una scomparsa della dimensione urbana in Italia, e i “continuisti” (B. Ward-Perkins, C. Wickham, C. La Rocca), che invece interpretavano le trasformazioni qualitative e quantitative delle città italiane in tale fase in un contesto di continuità urbana tra l’età classica e quella comunale. Il dibattito si concluse alla fine degli anni Novanta con il sostanziale accordo degli studiosi su alcuni punti comuni, come la continuità abitativa della maggior parte dei centri urbani in Italia nel periodo considerato, durante il quale essi mantenennero un livello qualitativamente e quantitativamente alto di strutture e identità urbana; le caratteristiche tipologiche della città classica romana scomparvero invece tra III e VII secolo per la trasformazione qualitativa e topografica delle città in tale fase. In Italia nell’alto medioevo la struttura amministrativa politica ed ecclesiastica rimase però imperniata sui centri urbani, che continuarono a essere dotati di mura, palazzi pubblici e chiese, e che mantennero un alto livello di produzione economica ed edilizia per tutto l’alto medioevo.
Gli emporia in Europa e l’economia altomedievale
Anche il dibattito sulle trasformazioni dell’economia dell’Europa occidentale tra tardo antico e alto medioevo è stato riaperto a partire dagli anni Ottanta del XX secolo dai nuovi dati messi a disposizione dall’archeologia, in particolare sullo studio e l’analisi dei siti degli emporia altomedievali, ovvero di centri urbani o semi-urbani dotati di porti e accessi alle vie d’acqua e caratterizzati da aree destinate a scambi e commerci. I dati raccolti ed elaborati, in particolar modo in lavori di sintesi di Michael McCormick, Richard Hodges, Chris Wickham e Andrea Augenti, hanno mostrato come gli scambi internazionali decrescano nel Mediterraneo sino a cessare quasi del tutto nell’VIII secolo, mentre proprio in quel periodo aumenti considerevolmente il commercio sul mare del Nord: tali risultati hanno portato ad abbandonare definitivamente la precedente impostazione storiografica, risalente a intuizioni di Henri Pirenne, di un contrazione radicale degli scambi commerciali e della produzione artigianale nell’alto medioevo dovuta all’espansione araba. In ambito italiano inoltre le ricerche condotte da Sauro Gelichi sull’emporio di Comacchio hanno permesso di modificare il quadro complessivo dei commerci via fiume lungo la pianura Padana e di quelli via mare nell’Adriatico, mostrando come gli scambi con la parte orientale del Mediterraneo e la produzione economica in Italia settentrionale non scompaiano nei primi secoli dell’alto medioevo, ma come anzi mostrino una discreta vitalità sino alla ripresa degli scambi commerciali mediterranei su vasta scala a partire dal IX secolo per opera principalmente di Venezia.
Risorse
1. Archivi
Poiché le serie
documentarie in Italia prendono avvio dall’VIII secolo in alcune aree e,
più in
generale, dal X-XI secolo, le fonti documentarie conservate negli
archivi,
naturalmente, non sono state utilizzate nel dibattito sull’urbanesimo in
Italia
tra V e VIII secolo. Per quanto riguarda invece i secoli finali
dell’alto
medioevo possono essere utilizzati proficuamente i fondi archivistici
degli enti
ecclesiastici urbani conservati presso l’Archivio di Stato di Milano
(area
lombarda), e i fondi degli episcopi conservati presso gli Archivi
Capitolare e
Vescovile di Piacenza (Piacenza), e gli Archivi Capitolare e Vescovile
di Lucca
(Lucca).
Sugli archivi della Lombardia un’utile guida in http://www.lombardiastorica.it/.
2. Biblioteche
Dato il suo carattere ibrido tra storia e archeologia, non esistono biblioteche specificamente dedicate al tema dell’urbanesimo altomedievale. Le biblioteche più aggiornate sul recente dibattito sull’urbanesimo nell’alto medioevo consistono però nelle biblioteche dei Dipartimenti di Storia delle Università di Padova, Torino, Bologna e Milano Statale; per quanto riguarda invece la recente produzione di ambito archeologico, si segnalano le biblioteche dei Dipartimenti di Archeologia delle Università di Siena, Padova e Venezia “Ca Foscari”.
3. Centri di ricerca
Tra i centri di
ricerca dedicati all’alto medioevo in Italia segnaliamo il Centro
Interuniversitario per la Storia e l’Archeologia dell’Alto Medioevo a
Poggibonsi
(Siena), costituito dai Dipartimenti di Storia e di Archeologia delle
Università
di Siena, Padova e Venezia “Ca Foscari” (http://venus.unive.it/info.saame/).
Il
Centro Italiano di Studi sull’alto medioevo di Spoleto si è fatto
promotore di
alcune iniziative di rilievo, tra cui si segnalano i seguenti convegni
dedicati
all’urbanesimo o che contengono articoli su tale tema: La città nell’alto
medioevo,
1958 (Settimane,
6); Topografia
urbana e
vita cittadina nell’alto medioevo in Occidente, 1973 (Settimane,
21); Il
secolo di ferro:
mito e realtà del secolo X, 1991
(Settimane, 38); Città e campagna nei
secoli altomedievali, 2008 (Settimane,
56); Pavia
capitale di
regno,
1967 (Congressi,
4); Lucca
e la Tuscia
nell’alto medioevo, 1971 (Congressi,
5); Longobardi
e
Lombardia. Aspetti di civiltà longobarda, 1978 (Congressi,
6); Milano
e i Milanesi
prima del Mille, 1983 (Congressi,
10); Ravenna
da capitale
imperiale a capitale esarcale, 2004 (Congressi,
17).
4. Riviste
Dato che non esiste
in Italia una rivista dedicata specificamente alla storia dell’alto
medioevo, si
segnalano alcune riviste internazionali che hanno seguito il dibattito
sull’urbanesimo europeo come «Early Medieval Europe»,
«Frühmittelalterliche
Geschichte», e le riviste degli Istituti Storici stranieri a Roma, come
«Mélanges de l’École Française de Rome», «Papers of the British School
at Rome»
e «Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken».
In
ambito archeologico segnaliamo invece «Archeologia Medievale», che segue
l’evolversi del dibattito dagli anni Settanta del XX secolo.
5. Bibliografie
Bibliografie
aggiornate sulle città nell’alto medioevo europeo e italiano sono
reperibili nel
volume di Brogiolo e Gelichi interamente dedicato all’argomento e nella
parte
dedicata alle città nel recente volume di Wickham:
- G.P. Brogiolo e
S.
Gelichi, La città nell’alto medioevo italiano.
Archeologia e storia, Bari
1998.
- C. Wickham, Framing
the Early Middle Ages. Europe and the
Mediterranean, 400-800, Oxford 2005, pp.
591-692 (trad. it. Le società dell’alto
medioevo: Europa e Mediterraneo secoli V-VIII, Roma
2009).
I due
volumi della collana “The Transformation of the Roman World” dedicati
all’urbanesimo sono:
- The Idea
and Ideal of the Town between Late Antiquity and the early Middle
Ages, a cura di G.P. Brogiolo, B. Ward-Perkins,
Leiden-Boston-Köln 1999
(The Transformation of the Roman World, 4).
- Towns and
their Territories between Late Antiquity and the Early Middle
Ages, a cura di G.P. Brogiolo, N. Gauthier, N. Christie,
Leiden-Boston-Köln 2000 (The Transformation of the Roman World,
9).
Si
segnalano inoltre
alcuni importanti convegni e articoli:
- S. Gelichi, The cities, in Italy
in the Early Middle Ages, 476 -1000, a cura
di C. La Rocca, Oxford 2002 (Short Oxford History of Italy), pp.
168-188.
-
W.G. Liebeschuetz, Administration and
politics in the cities of the fifth to the mid seventh century, in The Cambridge Ancient
History,
XIV,
Late
Antiquity: Empire and Successors, A.D. 425-600, a cura di A.
Cameron, B. Ward-Perkins, M. Whitby, Cambridge 2000, pp. 207-236.
-
La
Storia
dell’Alto Medioevo
italiano (VI-X secolo) alla luce dell’archeologia, Convegno
Internazionale (Siena, 2-6 dicembre 1992), a cura di R. Francovich, G.
Noyé,
Firenze 1994, (in particolare pp. 545-740).
- Le città italiane tra
la tarda antichità e l’alto medioevo, Atti del Convegno
(Ravenna, 26-28 febbraio 2004), a cura di A. Augenti, Firenze 2006.
-
Towns
in Transition. Urban
evolution in Late Antiquity and the Early Middle Ages, a cura
di N. Christie, T.S. Loseby, Aldershot 1996.
- B. Ward-Perkins,
The cities,
in The Cambridge Ancient History,
XIII, The Late Empire, A.D. 337-425, a cura
di A. Cameron, P. Garnsney, Cambridge 1998, pp. 371-409.
Le linee principali
del dibattito italiano sono brillantemente esposte in:
- R. Bordone,
La
città italiana tra tardo-antico e alto medioevo: catastrofe o
continuità?
Un dibattito, in
«Società e storia», 12 (1989), pp. 711-713.
- B. Ward-Perkins,
Continuists, catastrophists, and the towns of post-Roman
Northern
Italy, in «Papers of the British School at Rome», 65 (1997), pp.
157-176.
6. Collezioni di fonti
I dati archeologici
relativi a scavi urbani in Italia possono essere reperiti nei Bollettini
e
Notiziari delle Sovrintendenze archeologiche locali; si segnalano
inoltre i
testi delle storie locali che a partire dagli anni Ottanta contengono
generalmente contributi di archeologi.
Per quanto riguarda invece le
fonti
scritte, può essere usato l’intero complesso delle fonti narrative
(storiografiche e letterarie), documentarie (documentazione prodotta
dagli enti
ecclesiastici urbani), epigrafiche e numismatiche prodotte nei secoli
altomedievali.
7. Edizioni di fonti
Le fonti
precedentemente citate sono in parte edite nelle seguenti collane:
-
le fonti
narrative storiografiche e letterarie sono in gran parte edite nei
Monumenta
Germaniae Historica (http://bsbdmgh.bsb.lrz-muenchen.de/dmgh_new/).
-
la documentazione pubblica nelle Fonti per la Storia d’Italia e
Monumenta
Germaniae Historica.
- i documenti privati e pubblici prodotti dagli
enti
ecclesiastici urbani sono editi nelle collezioni Fonti per la Storia
d’Italia e
Chartae
Latinae
Antiquiores per l’età
longobarda, e nel Codex Diplomaticus
Langobardiae del Porro
Lambertenghi, il Museo Diplomatico
dell’Archivio di Stato di Milano del Natale, nei
codici diplomatici di Verona, Parma, Cremona, Padova, Bergamo e
Nonatola, e nel
Codice Diplomatico della Lombardia Medievale (consultabile solo su web
presso http://cdlm.unipv.it/),
contenente l’edizione
critica della documentazione lombarda dall’VIII al XII secolo. Parte
delle fonti
relative all’età longobarda sono inoltre disponibili su web presso http://www.oeaw.ac.at/gema/lango.htm.
-
le fonti epigrafiche altomedievali italiane sono in parte edite nella
collana
“Corpus della Scultura Altomedievale” in corso di pubblicazione da parte
del
Centro Italiano di Studi sull’alto medioevo di Spoleto.
8. Siti Web
tematici
Non esistono siti
scientifici interamente dedicati all’urbanesimo nell’alto medioevo
europeo. In
ambito francese può essere proficuamente consultato il sito
bibliografico Persée
(http://www.persee.fr/web/guest/home), ricchissimo
contenitore di materiale assai vario, mentre in area anglosassone si
segnala il
sito, assai più specifico, English Medieval Towns (http://users.trytel.com/~tristan/towns/towns.html) e il sito a
carattere scientifico di recensioni storiografiche The Medieval Review
(http://quod.lib.umich.edu/t/tmr/).
In Italia i
dati archeologici relativi a scavi urbani possono essere consultati sui
portali
dei Dipartimenti di Archeologia delle Università di:
- Siena (http://archeologiamedievale.unisi.it/)
-
Padova (http://www.lettere.unipd.it/discant/CatMedievale/)
- Venezia “Ca
Foscari” (http://lettere2.unive.it/iam_ve/index.html).
Un primo
tentativo di sito tematico a carattere scientifico è costituito da
Archeologia
Urbana a Firenze (http://www.archeofirenze.unisi.it/), mentre si segnala
la Carta Archeologica della città di Milano (http://www.lombardia.beniculturali.it/Page/t01/view_html?idp=97)
Tra i siti web
divulgativi, si segnala infine per la Lombardia la Rete Museale
dell’alto
medioevo in Lombardia (http://www.altomedioevolombardo.it/html/index.htm).
9. Studi
Il tema storiografico dell’urbanesimo in Europa prima della considerazione dei dati archeologici
- R. Bordone,
Nascita e
sviluppo
delle autonomie cittadine, in La Storia.
I
grandi problemi dal Medioevo all’Età Contemporanea, II, Il
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Medieval Italy. Central power and local society 400-1000, London
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Vanno infine
segnalate alcune recenti storie urbane, come quelle relative a Pisa,
Venezia,
Vicenza, Cremona, Pavia e Torino, al cui interno sono stati pubblicati
contributi dedicati all’urbanesimo nell’alto medioevo con particolare
riferimento al confronto con i dati archeologici:
- W. Dorigo,
Venezia
prima di
Venezia. Dai municipi romani a San Marco, Udine 2002.
- G.
Garzella, Pisa
com'era:
topografia e insediamento dall'impianto tardoantico alla città murata
del secolo
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Pisa 1990.
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programmazione della ricerca: l’esempio di Pavia, Firenze 1981.
-
F. Redi, Pisa
com'era:
archeologia, urbanistica, strutture materiali, secoli V-XIV, Pisa 1991.
-
Storia di Cremona, II, Dall'alto medioevo
all'età comunale, a cura di G.
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- Storia di Pavia, II, L’alto
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Storia di Torino, I, Dalla preistoria al
comune medievale, a cura di G. Sergi,
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