Reti Medievali Rivista, I - 2000 / 1 - maggio-dicembre

Brescia, Museo di Santa Giulia
Il futuro dei Longobardi. L'Italia e la costruzione dell'Europa di Carlo Magno,
<http://www.ilongobardi.it/>, 2000.

Per Claudio Azzara
[links attivi al 2 novembre 2000]

©  Claudio Azzara per "Reti Medievali"


Il sommario del sito relativo alla fortunata mostra bresciana dà accesso a sei distinti campi d'informazione, dei quali solo uno contiene materiali scientifici e/o didattici sulla mostra. Per quanto riguarda, infatti, i restanti cinque, si tratta in un caso ("Il museo di Santa Giulia") di un'illustrazione d'insieme del nuovo complesso museale bresciano; in due altre circostanze, di rubriche utili per una fruizione pratica della mostra ("Informazioni", esaurienti, anche su altre esposizioni ospitate a Brescia, e "Prenota la tua visita"); e, da ultimi, di una serie di vignette su un'Ermengarda trasformata in 'mascotte' dell'iniziativa ("Ermengarda") e di una 'cartolina' della città ospitante ("Brescia").

Di specifico interesse circa i contenuti propri della mostra rimane quindi una sola voce ("La mostra"), articolata a sua volta in sette sezioni. Di queste, quattro sono puramente informative e di corredo: si tratta dell'elenco dei "Promotori e comitato scientifico"; dell'indicazione degli "Appuntamenti e collegamenti scientifici" (che ricorda due convegni tenutisi nel bresciano durante l'esposizione e rapportabili con la materia di questa: la riunione annuale dell'Association pour l'Antiquité Tardive (giugno 2000) e il II Congresso di archeologia medievale (28.IX-1.X.2000)); dei "Numeri della mostra" (sorta di 'guinness dei primati': valore dei pezzi esposti, costo assicurativo del pezzo più prezioso, e così via); e -infine- della presentazione dei "Cataloghi", in cui viene elencata, accanto al catalogo vero e proprio curato da Carlo Bertelli e da Gian Pietro Brogiolo, una nuova edizione, riccamente illustrata, dell'Historia Langobardorum di Paolo Diacono, con saggio di Stefano Gasparri (editore di entrambe le opere, Skyrà).

I "Percorsi multimediali", disponibili nell'apposita sezione, sono due, tratti dai più numerosi presenti alla mostra: il campione offerto comprende "La croce di Desiderio" e i "Rituali della morte".

Le informazioni scientifiche e didattiche risultano insomma concentrate sotto le voci "Il percorso della mostra" e "Introduzione alla mostra". La prima offre due possibilità di esplorazione. L'una, modellata sulla mappa del museo, permette di attraversare le varie sale (in due piani), con l'opportunità di aprire alcune schede iconografiche (appena una decina in tutto), esplicative degli oggetti esposti, semplicemente 'cliccando' sulla mappa. L'altra possibilità di fruizione del "Percorso della mostra" prevede, invece, la selezione di temi specifici: si tratta di "L'ascesa dei Longobardi"; "La moneta" (forse un po' scarno); "La cultura scritta" (libraria, documentaria, epigrafica, quest'ultima particolarmente curata); "L'Italia dell'VIII" (comprensiva anche di realtà locali non longobarde); "Il futuro dei Longobardi" (cioè, l'eredità longobarda nel mondo carolingio, oltre che, com'è più ovvio, a Benevento: è questo il nodo della proposta culturale dell'intera mostra); infine, "Brescia".

Da ultima, l'"Introduzione alla mostra", che si propone evidentemente di avviare il lettore del sito -e visitatore della mostra- ai materiali esposti e ai contenuti specifici. Pur se sufficientemente ben articolata, l'"Introduzione" ci pare peccare di un linguaggio irrisolto. Se infatti, come sembra, essa vuole rivolgersi a un pubblico abbastanza ampio, non certo di soli specialisti, ci domandiamo quanto a questo possano risultare comprensibili tecnicismi quali "sequenze stratigrafiche", o locuzioni del genere "corroborato ora da un C14" (a proposito di un elemento di datazione). Qualora invece l'interlocutore debba essere lo specialista (cosa che peraltro non pare), per costui saranno superflui diversi tra i dati offerti e ridondanti aggettivazioni del tipo "preziosi reperti" o "affascinanti manufatti artistici". Spiacevoli, infine, in un prodotto comunque ben curato, refusi quali "Cornate", per "Coronate", o "unaltra", per "un'altra".