Reti Medievali Rivista, I - 2000 / 1 - maggio-dicembre

Archivio di Stato di Firenze,
Mediceo avanti il Principato. Riproduzione digitale integrale del fondo Mediceo avanti il Principato,
a cura di Francesca Klein, <http://www.archiviodistato.firenze.it/Map/>, 2000.

Per Andrea Zorzi
[links attivi all'8 giugno 2000]

©  Andrea Zorzi per "Reti Medievali"


Gli specialisti di edizioni testuali, gli studiosi e gli enti di conservazione sono impegnati da anni a dare forma, in autorevoli realizzazioni, alle cosiddette “metafonti”. Con questo termine – lanciato da Jean-Philippe Genet (Source, Métasource, Texte, Histoire, in Storia & multimedia, ed. F. Bocchi, P. Denley, Bologna, Grafis, 1994, pp. 3-17) – non si intendono le semplici trascrizioni digitali di documenti o i più raffinati processi di codifica testuale, bensì nuove e più complesse pubblicazioni che all’edizione critica del documento affiancano una gamma di strumenti di indagine (regesti, inventari, riproduzioni digitali, saggi, bibliografie, banche dati, motori di ricerca e altri materiali) che non si limitano ad arricchire il testo, ma ne determinano nuovi modi di lettura e di fruizione.

I diplomatisti e i filologi cominciano infatti a produrre edizioni critiche digitali di crescente raffinatezza, mentre gli storici stanno dando luogo ad archivi che integrano trascrizioni documentarie, studi e banche dati.  Gli enti tendono invece a privilegiare la riproduzione del documento. Nel caso delle biblioteche, alcune nazionali (Washington, Parigi) hanno avviato esemplari progetti di digitalizzazione del patrimonio culturale. Più spesso prevale ancora, però, un’offerta di tipo ‘monumentale’ (come nel caso dei ‘tesori’ della British Library, o di Firenze). Gli archivi appaiono invece, nel complesso, ancora indietro.

Un’eccezione di rilievo è costituita dall’Archivio di Stato di Firenze, che è impegnato in una serie di progetti di digitalizzazione di alcuni dei fondi antichi più consultati: il Diplomatico (documenti sciolti in pergamena); quello dei Monti (documenti finanziari dei secc. XIV-XV); i carteggi del cardinale Ferdinando dei Medici (1569-1587, dall’archivio Mediceo del Principato). Il primo ad approdare sul web (il 21 marzo 2000) è stato quello relativo al fondo Mediceo avanti il Principato, che raccoglie l’archivio della famiglia Medici (dal secolo XIV alla metà del XVI) e che consiste prevalentemente nel carteggio politico, diplomatico e privato della famiglia, e nei documenti del banco.

L’evento è rimarchevole per autorevolezza e rigore e, soprattutto, per gli scenari che apre. Sotto la direzione di Francesca Klein, archivista e studiosa del Rinascimento fiorentino, è stata costituita una banca dati di immagini dell'intero fondo (165 unità archivistiche, composte di lettere, fascicoli e registri, per oltre 65.000 carte) e del relativo inventario analitico a stampa (4 volumi editi tra 1951 e 1963), per un totale di circa 150.000 immagini. Non ci troviamo di fronte, cioè, alla semplice riproduzione digitale dei documenti, ma a un archivio composito e costantemente incrementabile, che già consente di accedere, in un’unica sessione, alle immagini dell’indice dei nomi dei volumi d’inventario, degli inventari analitici dei documenti, e dei singoli documenti, col corredo di ulteriori strumenti, come la tavola genealogica dei Medici, e altri ancora con cui sarà possibile arricchire il sito.

La discontinuità non è data tanto dalle facilitazioni alla ricerca – la consultazione in remoto è rapida, la risoluzione delle immagini è alta, la leggibilità (con facoltà di zoom) migliore che sull’originale (e, certo, non mancano rilievi possibili, come l’assenza di un motore di ricerca su immagini) – ma dal mutamento dei suoi modi che metafonti come questa ingenerano. Di fatto, si apre l'era della ricerca on line, e un convegno su questo fondo (I Medici in rete) previsto nel settembre 2000 intende proprio rilanciare nuove indagini e riflettere sulle prospettive.

La messa a disposizione di insiemi complessi di testi, dati e immagini come questo, non potrà infatti non rideterminare, nel prossimo futuro, le pratiche della ricerca dello storico e i suoi linguaggi.


[Già in Il documento immateriale. Ricerca storica e nuovi linguaggi, a cura di G. Abbattista e A. Zorzi, Dossier n° 4 de «L’Indice dei libri del mese», XVII/5 (maggio 2000), p. XI, <http://lastoria.unipv.it/dossier/metafonti.htm>]