Reti Medievali Rivista, II - 2001 / 1 - gennaio-giugno

Pietro Corrao

Un dominio signorile nella Sicilia tardomedievale.
I Ventimiglia nel territorio delle Madonie (sec.XIII-XV).
Un saggio ipertestuale.

©  Pietro Corrao per "Reti Medievali"


Presentazione

In rete o su supporto digitale, esistono dei buoni ipertesti di argomento storico di carattere divulgativo o enciclopedico; la maggior parte della saggistica storica di carattere specialistico presente in rete ha invece la forma tradizionale del testo lineare, che utilizza tecniche ipertestuali solamente per i rimandi interni alle note; altra utilizzazione largamente sperimentata dell'ipertestualità riguarda la pubblicazione di fonti nella forma di data-base documentari organizzati con rimandi interni.

L'ipertesto che qui si propone sperimenta l'applicazione di tecniche ipertestuali a un tipo di saggio che deriva direttamente dalla ricerca, anche se in esso gli aspetti descrittivi e narrativi hanno rilievo e proporzioni prevalenti rispetto a quelli argomentativi e filologici; l'argomentazione si esprime in larga misura nelle scelte e nei nessi narrativo-descrittivi proposti dall'autore.

Si disponeva in partenza di un testo che sembrava particolarmente adatto alla forma ipertestuale: un argomento molto specifico, ma trattato con l'ambizione di costituire un esempio per un discorso molto ampio; un'impostazione che derivava dalla necessità di far interagire due livelli di analisi, quella del territorio e quella della dinastia aristocratica che vi costruì un dominio stabile e duraturo; le relazioni fra i due livelli erano state scelte come chiave per la comprensione delle modalità di questa costruzione e dell'esercizio del dominio.

L'ipertesto, con la sua struttura non sequenziale, offriva la possibilità di sfuggire ad una impostazione legata alla cronologia, riducendo il rischio di considerare collocati in successione argomenti strettamente interconnessi e logicamente paralleli. Esso accresceva poi la varietà e la quantità di dati utilizzabili, grazie al fatto di non essere costretti ad affollare un unico testo lineare con informazioni di livello e natura non omogenea.

Per realizzare tutto ciò era necessario assicurare autonomia ad ogni elemento di informazione, consentendone l'utilizzabilità in contesti variabili secondo le scelte del lettore; garantire la flessibilità dell'accesso, sia nella scelta dei percorsi da seguire, sia in quella del livello di approfondimento.

La semplice "traduzione" del testo di partenza è immediatamente apparsa una scelta limitativa e sostanzialmente impraticabile: si è subito rilevata la necessità di estendere in diverse direzioni il materiale da presentare, sia per rendere autonomamente fruibile ciascun elemento sia per contestualizzare adeguatamente le vicende descritte.

Sezionando il testo in unità che avessero la necessaria coerenza e autosufficienza è stato evidente che ciascuna di esse era lungi dal possedere le caratteristiche di autonomia richieste a un modulo inserito in un sistema ipertestuale: sono state necessarie delle integrazioni anche cospicue, l'esplicitazione di alcuni concetti, lo scorporo di molti argomenti in trattazioni separate.

Al tempo stesso, la possibilità di integrare delle informazioni visive in maniera immediata ha comportato l'aggiunta di questo prezioso livello informativo, mentre perfino sul piano stilistico il testo originario è stato necessariamente rielaborato nel costruire i moduli: ciascuno di essi è stato cioè depurato da incisi e digressioni, che sono andate a costituire altri moduli testuali o iconografici.

Infine, l'apparato critico di documenti, citazioni, precisazioni, note bibliografiche e biografiche è stato integrato nel corpus costituito dai moduli, omogeneizzando reciprocamente parti testuali, documentarie, esplicative.

Il risultato è quello di un sistema di testi (anche non scritti) correlati, relativamente omogenei e privi di gerarchia (come quella fra testo e note o appendice documentaria), in cui nessuno ha carattere parassitario e che possono essere "rimontati" secondo la logica del lettore. Una sorta di serbatoio di moduli dal quale è possibile trarre le informazioni volta per volta necessarie per seguire un possibile filo logico.

In questo sistema, ciascun modulo assume significato specifico in relazione agli altri (a qualunque altro), ma poteva anche essere utilizzato come un microsaggio su un argomento specifico o come uno strumento di integrazione delle informazioni contenute in un altro. Le gerarchie stabilite da un determinato percorso di lettura risultano effimere e variabili: ciascun modulo può dunque venire riutilizzato in diversi percorsi logici.

Quest'ultima considerazione conduce ad alcuni fra i maggiori fra i problemi connessi con l'ipertestualità: la "libertà" del lettore, il rischio di smarrimento, l'affievolimento del senso attribuito dall'autore al materiale presentato.

Può apparire paradossale che la scelta di strutturare fortemente l'ipertesto attraverso degli strumenti di orientamento intenda contribuire al tempo stesso a rafforzare la libertà del lettore e la proposta dell'autore. Ma in realtà, in un ipertesto, le strutture e gli strumenti di orientamento da un lato liberano dal rischio di smarrimento la funzione di stimolo svolta dall'interattività; dall'altro costituiscono essi stessi la specifica proposta dell'autore in merito all'identificazione delle interconnessioni logiche fra i materiali e i dati.

D'altro canto, la natura aperta dei rimandi ipertestuali e la necessità di una scelta volontaria e consapevole dell'utente di seguirli o meno sottrae alla presenza di una forte strutturazione il carattere "autoritario" e univoco dell'argomentazione lineare del testo tradizionale.

Il sistema del saggio ipertestuale realizza allora la possibilità di una lettura molteplice, a diversi livelli e secondo diversi percorsi: livelli minimali, meramente informativi (chi sono tali personaggi), livelli complessi di lettura di un fenomeno, in cui le interconnessioni esplicative realizzate dall'autore costituiscono solamente una delle possibili scelte dell'utente; percorsi tematici ristretti o estesi, percorsi cronologici più tradizionali.

Alcune scelte di base caratterizzano questo ipertesto in relazione ai suoi scopi.

La prima riguarda il linguaggio di sviluppo: si è scelto di utilizzare uno strumento universale (nella rete) come l'HTML (nella sua versione più semplice), invece di ricorrere a linguaggi più sofisticati, per due ordini di ragioni: per garantire all'ipertesto la compatibilità con sistemi e programmi diversi e quindi la massima fruibilità; per evitare la necessità di ricorrere alla mediazione tecnica di esperti e rendere così più dirette le scelte costruttive dell'autore.

La seconda scelta è quella di proporre una lettura parallela, su due quadranti dello schermo, di informazioni differenti: data l'omogeneità dei moduli, ciò consente di utilizzare volta per volta un testo modulare come testo base e un altro come testo di corredo, senza che questa gerarchia assuma carattere di stabilità.

La terza scelta è quella di fornire una struttura organizzativa del materiale e una serie di strumenti di orientamento che risultassero funzionali sia alla proposta complessiva dell'autore, sia alla libertà di scelta dell'utente.

L'ipertesto è costituito da un paio di centinaia di moduli dalla tipologia molto varia: testi narrativi o descrittivi, immagini commentate, carte, schede biografiche e topografiche, fonti documentarie e narrative, sia in testo completo, sia in regesto o in schede riassuntive. I materiali convergono attorno a tre grandi temi fra loro strettamente collegati: la famiglia, il territorio, i contesti strutturali.

I percorsi di lettura possono essere costruiti temporaneamente durante l'uso attraverso i rimandi presenti in ogni modulo, relativi a nomi di persona, toponimi, temi, fonti rilevanti. Altri modi di organizzazione di tali moduli vengono proposti attraverso gli strumenti di navigazione, la Mappa e l'Indice; questi propongono, rispettivamente, raggruppamenti tematici e sequenze logico-cronologiche dei materiali.

I due strumenti di navigazione si differenziano per il tipo di orientamento che propongono.

La mappa offre una panoramica più immediatamente controllabile di tutto il materiale dell'ipertesto e fornisce delle brevi descrizioni dei singoli moduli che possono orientare la scelta dei percorsi; essa risulta quindi più indicata per il primo approccio con l'ipertesto o per la ricerca mirata di un determinato modulo.

L'indice è invece lo strumento per accedere ai materiali seguendo un percorso logico strutturato in livelli successivi di specificazione dei temi.

Entrambi gli strumenti contengono rimandi attivi ai moduli, che possono essere raggiunti direttamente: in linea teorica non esiste un univoco punto di ingresso ai materiali dell'ipertesto, se si eccettua una breve introduzione; l'Indice, permanentemente presente sullo schermo, segnala costantemente la posizione dell'utente nella struttura dell'ipertesto e consente di risalire di livello in livello, per riprendere un percorso abbandonato per accedere a moduli specifici o per proseguire con gruppi di moduli logicamente successivi una volta esaurito il materiale presente nel livello raggiunto.

Il passaggio da un tipo di navigazione ad un altro è possibile in qualunque momento grazie alla raggiungibilità della mappa e dell'indice attraverso i rispettivi links sempre presenti nel primo quadrante. Le procedure fin qui descritte separatamente possono quindi alternarsi e/o intrecciarsi con la massima libertà di scelta da parte dell'utente.

Si è appositamente deciso di immettere l'ipertesto in rete quando non tutti i moduli progettati sono ancora completati: ciò per mostrare un'ulteriore ricchezza della forma ipertestuale rispetto alla saggistica tradizionale, la possibilità, cioè, di una crescita virtualmente illimitata. Se infatti il progetto attuale dell'ipertesto prevede circa 200 moduli (per adesso realizzati solamente per circa metà), esso è il risultato di una decisione in un certa misura arbitraria di limitazione: il loro numero può infatti crescere notevolmente, attraverso l'arricchimento dell'informazione, della documentazione visiva, ma anche attraverso l'estensione dei percorsi di contestualizzazione o l'affiancamento di risultati di ricerche della stessa natura. Tutto ciò fa immaginare perfino la possibilità che parte cospicua della produzione scientifica di uno studioso possa essere organizzata in un unico ipertesto, all'interno del quale differenziare una varietà di percorsi che corrisponde a singole linee di ricerca (i "saggi" tradizionali), e che però riutilizzano per confronto, riferimento, contestualizzazione, conoscenze già prodotte a fini diversi.