Reti Medievali Rivista, II - 2001 / 2 - luglio-dicembre

Pietro Corrao

Il Medioevo e gli "altri" storici

©  Pietro Corrao per  "Reti Medievali"


L'attuale specializzazione degli storici in grandi ambiti cronologicamente distinti si è consolidata a livello accademico solo nel secondo dopoguerra, e si è ulteriormente irrigidita negli ultimi due decenni. Essa però ha radici molto più antiche e profonde, in una concezione della storia occidentale che ha profondamente e lungamente maturato dei concetti forti di antico, di medievale, di moderno (e ora di contemporaneo), sempre in reciproco rapporto di definizione e di opposizione.

Una molteplicità di fattori ha condotto in tempi recenti alla revoca in dubbio del valore assoluto di questi concetti. La riflessione operata nella medievistica ha condotto alla formulazione di una varietà di proposte di revisione globale dell'idea di medioevo e della periodizzazione di questo. Parallelamente, l'adozione di strumenti e prospettive d'indagine mutuati da altre scienze sociali ha arricchito il tradizionale questionario dei medievisti con problemi analoghi a quelli di altri storici.

E tuttavia, la relativa indifferenza reciproca da parte degli specialisti per le acquisizioni innovative negli ambiti contigui ai propri, il radicamento delle idee-forza del disegno della vicenda dell'Europa occidentale nella cultura degli intellettuali e del pubblico, non hanno garantito a queste innovazioni l'affermazione che la loro portata avrebbe meritato.

Riteniamo che aprire uno spazio di discussione fra storici di varia specializzazione sull'immagine e la concezione del medioevo radicata e accettata da ciascuna specifica cultura storiografica significhi contribuire a un dibattito che ha immediate e importanti ripercussioni sull'intera nostra cultura.

Intenzione di questo "forum" è di addensare la discussione attorno ad alcune questioni chiave:

- quanto, delle novità interpretative elaborate dalla recente ricerca medievistica, è stato recepito dagli storici non specialisti di medioevo;

- esiste ancora, per i non medievisti, una concezione univoca e coerente dell'età medievale; con quali caratteristiche; quanto pesa nella definizione dei loro oggetti di indagine?

- in che misura gli stessi medievisti hanno assimilato e mantengono una concezione del medioevo dettata da interpretazioni globali del passato che hanno i tratti della "filosofia della storia"?

- quale ruolo medievisti e non medievisti attribuiscono agli studi medievali nella formazione della coscienza storica collettiva, e quindi nella didattica ai diversi livelli? si ritiene ancora che tali studi siano parte ineliminabile della formazione di base o ci si orienta verso la loro considerazione in termini di specialismo?

- come riformulare gli obiettivi minimi della trasmissione della cultura storica alla luce del ruolo che oggi si attribuisce al medioevo nell'esperienza storica della civiltà europea?