Reti Medievali Rivista, III - 2002 / 2 - luglio-dicembre |
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Bayerische Staatsbibliothek
Digitale Bibliothek
- Sammlungen
Regesta Imperii.
Urkundenverzeichnis zu den deutschen
Königen und Kaisern (760-1516) - Prototyp
<http://mdz.bib-bvb.de/digbib/urkunden/ri>,
s.i.d.
Per Antonella Ghignoli
[links attivi al 1
novembre 2002]
© Antonella Ghignoli per "Reti Medievali"
Nel 1995 presso la DFG (Deutsche Forschungsgemeinschaft: l’equivalente, in teoria, dell’italiano CNR) si era già consapevoli, almeno, di alcune conseguenze che il mutamento digitale avrebbe significato sia nel linguaggio della ricerca sia, soprattutto, nei suoi modi di comunicazione. E già si prospettava uno scenario in cui sulla rete si sarebbero originate direttamente alcune risorse prodotte e utilizzate dalla ricerca stessa. Ma questo stesso scenario ben immaginato, portava a credere, altrettanto bene, che si sarebbe sentita l’esigenza di portare sulla stessa rete anche quegli strumenti della ricerca prodotti ‘prima’ del mutamento: se non tutti, almeno i fondamentali. Così, uno dei protocolli che nel 1995 era già presente presso la DFG prese il nome di Digitalizzazione retrospettiva: si trattava di studiare prototipi per la trasformazione digitale e la messa sulla rete di opere e strumenti a stampa importanti per la ricerca (Retrospektive Digitalisierung).
La Bayerische Staatsbibliothek (BSB) prende attivamente parte a questo progetto e attraverso il Centro di digitalizzazione di Monaco (MDZ, Münchener Digitalisierungszentrum) si occupa di progettare e sperimentare prototipi per la digitalizzazione delle più importanti fonti e opere prodotte nel campo delle discipline storiche, trovando in questo la collaborazione dell’Accademia bavarese delle scienze, dei Monumenta Germaniae Historicae, e dell’Institut für Zeitgeschichte.
I lavori finora prodotti sono esposti nella vetrina delle ‘collezioni digitali’ della BSB: Digitale Sammlungen. Fra questi anche il Regesta Imperii - Urkundenverzeichnis zu den deutschen Königen und Kaisern (760-1516) Prototyp, di cui ci occupiamo in questa breve recensione.
Preliminarmente e in linea generale, considerando i Regesta Imperii, non inganni il sottotitolo Urkundenverzeichnis... impiegato a denominazione del prototipo, che richiama la versione prima della secolare impresa. È divenuta anche per il suo complesso l’etichetta comoda, certo, ma decisamente ormai imprecisa e vulgata; il suo impiego comporta il rischio per chi si avvicini per la prima volta ai Regesta, o per chi non li conosca bene, di non riuscire a coglierne gli aspetti davvero fondamentali, che riposano nelle pieghe della loro storia. I Regesta non sono più – come furono in parte concepiti all’inizio – una serie cronologica di ‘documenti’ (Urkunden) emessi dai re e imperatori tedeschi, pubblicati in regesto. Con i più recenti volumi e con le rielaborazioni di volumi ch’erano già pubblicati al tempo dell’iniziatore Johann Friedrich Böhmer (e concepiti allora, dal bibliotecario della Biblioteca civica di Francoforte, come lavoro preparatorio alle edizioni di Urkunden degli MGH, come Regesta chronologico-diplomatica), i Regesta sono diventati una serie cronologica di documenti e d’altro, informazioni puntuali o contestuali tratte da fonti diverse: cronache, libelli, epistole, registri etc. Un inventario, insomma, di tutte le fonti documentarie e storiografiche inerenti il regno e l’impero (dai carolingi a Massimiliano I), ma non solo. Anche il papato dell’alto e pieno medioevo ha i suoi volumi nell’impianto dei Regesta.
Sul web l’impresa dei Regesta Imperii ha un proprio sito e pagine in cui si presenta in sintesi la sua storia (http://www.regesta-imperii.org)/). Ma per meglio conoscere il suo avanzare, i suoi progressi, i mutamenti nelle sue scelte editoriali, per meglio impiegare, in altre parole, i suoi regesta e utilizzarli appieno, è necessario che il nostro lettore sfogli un volume a stampa: Die Regesta Imperii im Fortschreiten und Fortschritt, hrsg. von Harald Zimmermann, Köln-Weimar-Wien, Böhlau, 2000.
Dunque sono ‘questi’ Regesta Imperii, questo complesso di volumi denso di stratificazioni di scelte e di storia editoriale dal 1831 a oggi, l’oggetto di un prototipo per la sua digitalizzazione a cura del MDZ della BSB.
Il quadro entro cui la loro digitalizzazione si muove prevede due linee direttrici: immettere in rete, da un parte, il pieno testo degli oltre 140000 numeri di regesti che i volumi dei RI finora pubblicati comprendono; digitalizzare, dall’altra, le pagine dei volumi come immagine (anche per alcuni più recenti volumi usciti in CDRom, difatti, è sempre presente l’edizione stampata). Per un quadro dell’edito e di ciò che è in programma, si può partire più utilmente dal sito della Akademie der Wissenschaften und der Literatur Mainz, e dalla sezione che riguarda i progetti di lunga durata (i Langzeitvorhaben) della sua Geistes- und sozialwissenschaftlichen Klasse.
L’immissione dei Volltexte dei Regesta è, come si capisce, il presupposto necessario per poter attivare su di essi un motore di ricerca ad hoc: ed è questa parte dell’intera operazione, che costituisce il ‘prototipo’ vero e proprio. Bisogna subito sottolineare, perché è importante, che i detentori del Copyright dei RI – l’Accademia delle scienze di Magonza (che ha assorbito dal 1980 il progetto della Deutsche Kommission für die Regesta Imperii) e l’Accademia delle scienze austriaca (presso la quale è insediata la Arbeitsgruppe der RI, ex Wiener Kommission) insieme alla casa editrice Böhlau – hanno acconsentito alla messa a disposizione illimitata e gratuita dei loro lavori a stampa sul web: ché di fatto questo, anche, comporta la sperimentazione del prototipo. Ma hanno anche acconsentito alla pubblicazione in questo modo dei lavori in preparazione per i quali lo stesso prototipo potrebbe rappresentare la nuova forma di edizione digitale: si penserebbe d’immetterli in quel modo addirittura prima della loro uscita ufficiale, nello stato di work in progress.
Il prodotto si realizza per l’utente attraverso una schermata tripartita fissa, una volta scelto di navigare nei Regesta Volltext o nei Regesta Images (con questo strano mix di definizioni tedesco-inglese). Qualunque sia la scelta, è sempre e in ogni momento garantito in modo molto perspicuo il passaggio all’altra opzione. Lo stretto e lungo frame di sinistra con banda di scorrimento permette la scelta del volume e della sezione al suo interno, e insieme offre in ogni momento della navigazione la panoramica dell’intera collezione e la possibilità di cambiare volume. La scelta fatta si concretizza nel frame più ampio di destra, dove appare l’intestazione del volume, scelto nel frame di sinistra, e il testo del regesto con il link per ottenere l’mmagine della pagina del volume a stampa (si tratta degli esemplari in possesso della Bibliotheca Regia Monacensis e poi dalla BSB). In basso, un banner di icone permette al navigatore di riportarsi alla home page della BSB e alle pagine delle Digitale Sammlungen, di avviare la ricerca sul testo, di inviare mail e avere spiegazioni, di andare a leggere la pagina che illustra le condizioni di copyrigth, e di portarsi sul sito dei Regesta Imperii per aver il quadro dell’impresa completo: il sito dei RI, per parte sua, in merito ai regesti rimanda al prototipo della BSB (ch’è dunque condiviso), ma contiene anche altre banche dati, un Opac dei RI, nonché informazioni, brevi come s’è detto, sulla storia e sull’organizzazione dell’impresa.
Lo schermo a compartimenti con quegli strumenti di posizionamento che sono ormai consueti ai nostri occhi (ma che non cessano di ricordare tanto i programmi Word) dà in questo come in tutti gli altri casi analoghi il solito effetto di meccanicità. Ma tant’è: il fastidio estetico, almeno fin’a che tecnologia e mise en page dei fogli web non si sposeranno in qualcosa di più, anche esteticamente, dinamico è compensato di gran lunga dal vantaggio di poter disporre della collezione completa dei RI quando non siamo in grado di raggiungere le nostre biblioteche e sfogliare i volumi a scaffale. Un vantaggio che non ha prezzo, e rende preziosa quest’operazione anche così, nel suo limite d’essere, per ora, la mera trasposizione di una risorsa già esistente (i volumi della biblioteca), in risorsa digitale remota e raggiungibile immaterialmente (immagini delle pagine dei volumi sul web). Altro infatti, che ne faccia una pubblicazione digitale con quel valore aggiunto della elaborazione del testo, per ora c’è solo in parte. L’immissione in rete del Volltext dei Regesta, che costituisce, come s’è detto, il vero banco di prova del prototipo – anzi il prototipo senz’altro – è riuscita finora a coprire solo il Band I/1 dei Carolingi (751-918, 924), quello uscito per Mühlbacher nel 1908 (l’avvio dei lavori sul prototipo risale al giugno 2001).
La possibilità d’interrogazione del testo da parte del lettore, dunque, si limita per ora a questo volume soltanto. Ma i risultati sono, ci pare, di soddisfazione. Si può fare ricerca per parola sul pieno testo: una volta immessi i dati nella maschera che, cliccando sull’icona ‘Cerca’ (Suche) in basso, si visualizza nel frame ampio di destra (permane la medesima struttura delle cornici) e una volta dato l’avvio al comando, il numero complessivo di occorrenze trovate appare nel frame stretto e lungo di sinistra, che dà anche i risultati parziali per sezioni di regesti di singoli sovrani: aprendo da qui, i contesti trovati vengono visualizzati nel frame ampio di destra. La maschera ha campi per la ricerca anche per numero di regesto, per destinatario, per luogo dell’actum, per data.