Materiali per la storia dell’Ospedale Maggiore di Milano: le Ordinazioni capitolari degli anni 1456-1498

Giuliana Albini, Marina Gazzini*

[versione 1.0 - marzo 2011]

2011 -  Giuliana Albini, Marina Gazzini per "Reti Medievali", 12, 1
ISSN 1593-2214

 


Introduzione

 

Lo studio delle Ordinazioni capitolari dell’Ospedale Maggiore di Milano si inserisce in un più complessivo progetto di ricerca sulla carità e sull’assistenza milanese nel medioevo che Giuliana Albini ha costruito nel corso degli ultimi vent’anni, sia con indagini personali, sia all’interno di progetti di ricerca, al quale ha partecipato attivamente tra gli altri Marina Gazzini.

L’analisi delle attività caritativo-assistenziali che prendono corpo nella Milano del secondo Quattrocento ha avuto come punto di riferimento fondamentale la documentazione dell’archivio dell’OspedaleMaggiore e in particolare quella relativa al capitolo ospedaliero. Organo collegiale di governo dell’ente, eletto secondo modalità che coinvolgevano in modo ampio tutti coloro che facevano parte dei luoghi pii cittadini, il capitolo divenne centro decisionale/ amministrativo, luogo di progettazione e di controllo di azioni diffuse, differenziate, erogate da ospedali collegati o estranei, ma anche dai consorzi elemosinieri, dal Monte di Pietà, dal Lazzaretto.

Di fronte alla ricchezza della documentazione, nell’obbligo di operare delle scelte prioritarie, la serie delle Ordinazioni capitolari si presenta come strumento utile alla costruzione di una sorta di trama, a tutti i livelli, di assistenza, di rapporti politici, di presenze familiari, di gestione patrimoniale, ecc., sulla quale poi innestare ulteriori ricerche. La pubblicazione del lavoro, originariamente finalizzato a un’edizione a stampa, nel sito “Reti medievali. Iniziative on line per gli studi medievistici” (www.retimedievali.it) vuole infatti garantire una agevole e condivisa consultabilità del materiale.

La lunga preparazione di questo lavoro inizia con tesi di laurea discusse presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, proposte da Giuliana Albini, tesi che ebbero come relatore Gigliola Soldi Rondinini, negli a.a. 1983-84 e 1984-85: P. Capardoni, Le delibere dell’Ospedale Maggiore dalla fondazione alla morte di Francesco Sforza (1456-66); A. Fascetti, L’amministrazione dell’Ospedale Maggiore. Le delibere dal 1477 al 1483; M. Ferrari, L’amministrazione dell’Ospedale Maggiore. Le delibere del capitolo dal 1484 al 1489.

In seguito prese avvio una regestazione sistematica, coordinata da Giuliana Albini, di tutte le delibere ospedaliere comprese fra l’anno di fondazione dell’ente e il 1498. L’opera, protrattasi per molti anni, ha visto succedersi le collaborazioni di Patrizia Capardoni, alla quale si devono i regesti degli anni 1456, 1457, 1458, 1465, 1466, 1477, 1478, di Margherita Ferrari (anni 1479, 1480, 1481, 1482, 1484, 1485, 1486, 1487, 1488, 1489, 1490, 1491, 1492, 1495, 1496, 1497), di Gianfranco Peyronel (anni 1468, 1493), di Marina Gazzini (anni 1459, 1460, 1461, 1462, 1463, 1464, 1467, 1469, 1470, 1471, 1472, 1473, 1474, 1475, 1476, 1477, 1483, 1494, 1498). A Marina Gazzini si deve infine la revisione dell’intero corpus di regesti e la sua omogeneizzazione formale e digitale.


1. Le Ordinazioni capitolari e l’archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano

Le Ordinazioni capitolari dell’Ospedale Maggiore di Milano sono conservate sotto forma di registro presso l’Archivio omonimo, nella sezione che, dopo il riordinamento di inizio Novecento ad opera dell’archivista Pio Pecchiai, viene indicata come storica, al Titolo VI (Protocolli degli atti amministrativi), classe I (Ordinazioni capitolari generali, anni 1447-1796).

La serie delle ordinazioni inizia ancor prima della fondazione dell’Ospedale Maggiore e si conclude dopo la soppressione del capitolo ospedaliero, avvenuta a seguito della riorganizzazione del sistema assistenziale voluta da Giuseppe II. Il primo registro è in qualche modo anomalo perché conserva, inmodo assai disordinato, l’attività delle diverse commissioni nominate aMilano tra il 1447 e il 1456, sia ad opera delle autorità civili (dai Capitani della Repubblica Ambrosiana prima, dal duca Francesco Sforza poi) sia ad opera delle autorità ecclesiastiche (dagli arcivescovi milanesi, in particolare Enrico Rampini) con l’intento di porre rimedio al cattivo governo degli enti ospedalieri. La nascita dell’Ospedale Grande fu un processo lento e complesso, la cui definitiva istituzionalizzazione, dopo diversi interventi (si ricordi la donazione di Francesco Sforza del 1 aprile 1456) è da far risalire a papa Pio II con la bolla del 9 dicembre 1458, che regolamentò anche le modalità di elezione del capitolo ospedaliero, collegio di diciotto persone, di cui due ecclesiastiche, affiancate da un rappresentante del potere ducale, il luogotenente.

I registri delle Ordinazioni capitolari contengono i verbali delle sedute dei deputati del capitolo direttivo ospedaliero e delle decisioni da loro prese, annotati quasi senza soluzione di continuità; costituiscono una delle tre serie principali – le altre sono quelle dei Protocolli dei Registri notarili (Titolo VII) e dei Registri di contabilità (Titolo IX) – di quello che viene considerato uno dei più antichi e ricchi archivi ospedalieri d’Italia. L’archivio raccolse non solo i documenti del nuovo ente ospedaliero ma anche la documentazione degli ospedali preesistenti della città e della diocesi, che da quel momento in poi sarebbero stati, nonostante qualche significativa eccezione, unificati all’Ospedale Maggiore (Pecchiai 1927; Leverotti 1981; Albini 1993; Albini 2002). Questa convergenza iniziale unita a un’attività conservativa rimasta sostanzialmente ininterrotta fino ai giorni nostri, arricchita dal confluire continuo del materiale documentario di enti e comunità religiose soppresse così come di opere pie vincolate per volontà dei loro fondatori alla gestione centralizzata dell’ospedale, ha fatto sì che nella sezione cosiddetta “storica” dell’archivio dell’Ospedale Maggiore siano oggi conservate oltre diecimila cartelle, tremila volumi e registri, sedicimila pergamene, senza contare il materiale cartografico, iconografico, numismatico (Pecchiai 1909; Piazza 1980).


2. Una fonte per la storia del ducato di Milano

Le ordinazioni capitolari dell’Ospedale Maggiore di Milano sono una fonte fondamentale per le vicende ospedaliere milanesi e lombarde, e non solo. Dalle carte delle deliberazioni dei deputati emergono infatti, oltre ai problemi connessi alla gestione dell’assistenza, molteplici aspetti della vita economica, sociale e politica del ducato di Milano alla fine del Quattrocento. La stessa organizzazione interna del capitolo ospedaliero rivela politiche e strategie del ceto dirigente milanese come della dinastia sforzesca. Su questi aspetti esiste già un discreto numero di riflessioni (Albini 1993a; Ferrari 1990; Gazzini 2000; Albini 2002), e molte di più si spera di sollecitare con la messa a disposizione del materiale on line. Senza entrare dunque nei contenuti, ma limitandoci a una descrizione, assai essenziale in verità, della documentazione notiamo anzitutto come nel corso del periodo qui considerato, ma anche oltre, la registrazione delle decisioni prese in merito alla gestione dell’ospedale seguì uno schema rimasto sostanzialmente inalterato.

I verbali, redatti per lo più in latino, iniziano con la data della seduta, l’elenco dei deputati presenti (la presenza dei quali era registrata in maniera molto scrupolosa, segnalando anche per esempio l’arrivo o l’uscita di un deputato a metà seduta), e proseguono con l’elenco delle decisioni prese.

Si differenziano alcuni verbali che corrispondono però a eventi particolari, come la nomina annuale dei nuovi deputati e gli incarichi loro affidati, che cadeva tra i mesi di aprile e maggio. A partire dal 1464 anche la procedura di registrazione di tali nomine risulta standardizzata. In primo luogo veniva trascritta la lettera inviata al capitolo ospedaliero dal vicario arcivescovile in cui l’arcivescovo, dichiarando di agire in ottemperanza alle disposizioni contenute nelle lettere apostoliche dei papi Niccolò V e Pio II, comunicava i nomi dei deputati scelti fra quelli proposti dai XII di Provvisione e dai rappresentanti delle scholae. Secondo la ratifica di Pio II (1458) alla precedente bolla di Niccolò V (1448) infatti il Vicario e i XII di Provvisione insieme ai deputati dell’ufficio della Pietà dei Poveri di Cristo e a quelli dei maggiori consorzi elemosinieri della città (il consorzio della Misericordia, la scuola delle Quattro Marie, la scuola della Divinità, il consorzio del Terz’ordine francescano – poi consorzio della Carità –, la scuola di S.Maria dell’Umiltà) sceglievano due loro rappresentanti che a loro volta eleggevano sei cittadini per ciascuna delle sei porte. Spettava poi all’arcivescovo estrarre da questa rosa di trentasei candidati un numero di dodici (due per porta) che si andava a sommare a sei deputati rimasti in carica dall’anno precedente. Questi deputati, insieme al luogotenente scelto dal duca come suo rappresentante, avrebbero formato il nuovo capitolo incaricato dell’amministrazione degli ospedali della città e del suburbio e della fabbrica dell’Ospedale Maggiore. Seguiva poi l’elenco degli uffici eletti, alcuni di durata annuale, altri bimestrale, come la carica di priore.

Il capitolo si riuniva in giorni non fissi, più volte la settimana e in certi casi anche più volte nell’arco della stessa giornata. La frequenza naturalmente dipendeva dalla quantità e dall’urgenza delle questioni da trattare, le più importanti delle quali vedevano una partecipazione più massiccia di deputati. Impedimenti contingenti, come le epidemie, limitavano invece l’attività del capitolo che per esempio, negli anni 1485-86 segnati da una grave crisi pestilenziale, venne sospesa per alcuni mesi. Se non specificata diversamente, la sede delle riunioni capitolari era presso gli stessi edifici dell’erigendo ospedale Maggiore.


3. I regesti

Dell’attività dei deputati del capitolo ospedaliero nel secondo Quattrocento è rimasta testimonianza scritta in 3010 verbali, distribuiti in maniera ineguale: escludendo il 1498, di cui nel registro 8 sono compresi solo i primi due mesi, si va da un minimo di 30 sedute nel 1485 e 31 nel 1468 ad un massimo di 202 sedute nel 1458 e 164 nel 1459, con picchi assai variabili, fra le 40, le 50, le 80 e le 100 delibere annue, per cui una media non avrebbe assolutamente un valore indicativo. D’altronde, come scritto, le riunioni capitolari rispondevano alle esigenze del momento e non una periodicità obbligata.

In questa sede si presentano i regesti delle deliberazioni capitolari degli anni 1456-1498, ovvero quelle successive alla donazione da parte del duca Francesco Sforza alla commissione dei deputati ospedalieri dell’area presso S. Nazaro ove sarebbe stato edificato il nuovo ente ospedaliero, al 1498, preso come termine ad quem per mere questioni documentarie (il registro 8, l’ultimo interamente compreso entro i confini cronologici quattrocenteschi, si arresta al febbraio 1498). Queste delibere sono contenute nei registri 2-8 della serie delle Ordinazioni capitolari generali, con la seguente ripartizione, alla quale alleghiamo un’essenziale descrizione codicologica:

Registro 2:
1456 aprile - 1461 aprile. Cartaceo, buone condizioni, copertina cartonata 21 x 30 cm, n° totale carte: 64 + 144 (le prime 64 sono su fascicoli di dimensioni inferiori 20 x 28 cm, numerate in cifre romane in originale, le seconde 144 sono su fascicoli di dimensioni maggiori, 21 x 30 cm, con numerazione che riprende da capo dal numero 1; le cifre sono sempre in numeri romani fino alla c. 115, poi dalla 116 le carte non sono più numerate, ma in tempi moderni è stata apposta una numerazione araba in matita fino alla 144).
Registro 3:
1461 aprile - 1464 aprile. Cartaceo, buone condizioni, copertina cartonata 20,5 x 29 cm, n° totale carte: 98, numerate in cifre arabe a matita in età otto-novecentesca, 20,5 x 29 cm
Registro 4:
1464 aprile - 1469 dicembre. Cartaceo, buone condizioni, copertina cartonata 20,5 x 28 cm, n° totale carte: 112, numerate in cifre arabe a matita in età otto-novecentesca, 20,5 x 28 cm
Registro 5:
1470 gennaio - 1478 gennaio. Cartaceo, buone condizioni, copertina cartonata 20,5 x 29 cm, n° totale carte: 202, numerate in cifre arabe a matita in età otto-novecentesca, 20,5 x 29 cm
Registro 6:
1477 maggio - 1483 dicembre. Cartaceo, buone condizioni, copertina cartonata 21,5 x 30 cm, n° totale carte: 191, di cui le prime 14 in cartolazione originaria in cifre arabe, dalla 15 alla 120 numerate in cifre arabe amatita in età otto-novecentesca, dalla 121 alla 191 non numerate, 21,5 x 30 cm
Registro 7:
1484 gennaio - 1490 aprile. Cartaceo, buone condizioni, copertina cartonata 21,5 x 28,5 cm, n° totale carte: 207, non numerate, 21,5 x 28,5 cm
Registro 8:
1490 maggio - 1498 febbraio. Cartaceo, buone condizioni, copertina cartonata 22 x 30,5 cm, n° totale carte: 285, non numerate, 22 x 30,5 cm.

Si avverte che i regesti riportano i cognomi dei deputati e degli altri attori delle deliberazioni in alcuni casi nella versione italiana più comune, in altri nella versione originale quando il passaggio dal latino all’italiano non abbia dato luogo a soluzioni certe e univoche. Per ricerche onomastiche mirate si consiglia pertanto la consultazione delle varianti riportate negli indici de Gli offici del comune di Milano e del dominio visconteo-sforzesco (1216-1515) (Santoro 1968).


4. Possessioni, cassine, mulini

A corredo della consultazione dei regesti, si fornisce unamappa delle possessioni, delle cassine e dei mulini dell’ospedale Maggiore, censiti negli anni 1456-1498, di cui è ragionevolmente certa la collocazione. Si avverte che la cartina allegata all’elenco è puramente indicativa della collocazione geografica dei siti menzionati, cioè è compilata senza alcuna pretesa di precisione topografica. Al presente manca infatti sia un censimento completo delle proprietà quattrocentesche, acquisite e gestite dal nuovo Ospedale grande, sia a maggior ragione una cartografia di riferimento.

1. Arluno
2. Barbaiana
3. Barlassina
4. Barocco
5. Bazzana
6. Bertonico
7. Besana
8. Bolgarona
9. Bolgiano
10. Busto (Garolfo)
11. del Butto
12. Bussero
13. Caminadella
14. Camparada
15. Caronno
16. Carpianello
17. Casalpusterlengo
18. Casanova
19. Cassano
20. Cassinella fuori porta Vercellina
21. Castano
22. Castellazzo (de’ Barzi)
23. Ceradello
24. Cereda
25. Cernusco
26. Chignolo
27. Cisliano
28. Codovero
29. Colombetta
30. Concorezzo
31. Coriasco
32. Cornegliano
33. della Costa
34. Dresano
35. Fagnano
36. Fonteggio
37. Gallinera
38. Gandino (di Castellazzo)
39. Gavazzo
40. Giardino
41. Granzetta
42. Greco
43. Inzago
44. Lampugnano
45. Lanzano
46. Locate
47. Mairola
48. Marliano (Mariano Comense)
49. Melegnano
50. Merlino
51. Mignete - Molgora: vedi S. Maria
52. Monticelli
53. Moretto
54. Muzzano
55. Niguarda
56. Pagliera
57. Pantigliate
58. Paullo
59. Pogliano
60. Prato Marcido
61. Restocco
62. Robbiano
63. S. Fiorano
64. S. Giacomo di Zibido
65. S. Gregorio
66. S. Maria di Molgora
68. S. Martino
68. S. Maurizio
69. Saronno
70. Sellanuova
71. Taliedo
72. Trenno
73. Trenzanesio
74. Triulzio
75. Truccazzano
76. Vaiano
77. Vigentino
78. Vignate
79. Villa Pompeiana
80. Vinzasca
81. Zelo Buon Persico

Non sono stati identificati topograficamente i seguenti beni: Bolzano, del Campo, dei Carnevari, de Luctis, de Luonibus, dei Luini, de Monte, Oldenico, de Ortaliis, Ospedaletto, Paderno (Dugnano, d’Adda, o Lodigiano?), Robasacco, Roveda, S. Lazzaro, de la Trebia, Valdanega, Vallissinda, Valsurda, della Vigna di S. Celso, Zigata.

Cartina

Si ringrazia Federica Cengarle per la collaborazione prestata nel reperimento della base cartografica.


Abbreviazioni

Nella compilazione dei regesti si è ricorso alle seguenti abbreviazioni:
p. priore
vp. vice priore
l. luogotenente
vl. vice luogotenente
t. tesoriere
pb. presbitero
f. figlio/a
q. quondam
duc. ducato
fl. fiorino (con valore di 32 soldi)
L. lira
s. soldo
d. denaro
imp. imperiali
c. carta
v. verso
r. recto

Unità di misura (Martini 1883; Frangioni 1992)

Superficie
pertica = tavole 24 = ari 6,545179
tavola = trabucchi 4 = mq. 27,271581
piede quadro = mq. 0,189386

Lunghezza
braccio = m. 0,594936
piede = once 12 = m. 0,435185
oncia = punti 12 = m. 0,036265
punto = atomi 12 = m. 0,003022

Capacità
aridi
soma = staia 9 o mine 18 = l. 164,513582
moggio = staia 8 o mine 16 = l. 146,234295
staio = mine 2 o quartari 4 = l. 18,279287
liquidi
carro = brente 10 = l. 755,5
brenta = staia 3 = l. 75,554386

Pesi
centenario = libbre 100 grosse = kg. 76,251714
libbra grossa = once 28 = kg. 0,762517
libbra piccola = once 12 = kg. 0,326793

Volume
carro (o plaustro) = m.³ 11,665956
Soldata (per le uova): 12 unità.

 

 

Bibliografia

Albini 1993 = G. Albini, Città e ospedali nella Lombardia medievale, Bologna 1993
Albini 1993a = G. Albini, Gli ‘amministratori’ dei luoghi pii milanesi nel ’400: materiali per future indagini, in Ead., Città e ospedali nella Lombardia medievale, Bologna 1993, pp. 211-256
Albini 2002 = G. Albini, La riforma quattrocentesca degli ospedali, in G. Albini, Carità e governo delle povertà (secoli XII-XV), Milano 2002, pp. 229-281
Ferrari 1990 = M. Ferrari, L’Ospedale Maggiore di Milano e l’assistenza ai poveri nella seconda metà del Quattrocento, in «Studi di storia medioevale e di diplomatica», 11 (1990), pp. 257-283
Frangioni 1992 = L. Frangioni, Milano e le sue misure. Appunti di metrologia lombarda fra Tre e Quattrocento, Napoli 1992
Gazzini 2000 = M. Gazzini, Patriziati urbani e spazi confraternali in età rinascimentale: l’esempio di Milano, in «Archivio storico italiano», 158 (2000), pp. 491-514 (ora in M. Gazzini, Confraternite e società cittadina nel medioevo italiano, Bologna 2006, pp. 257- 277)
Leverotti 1981 = F. Leverotti, Ricerche sulle origini dell’Ospedale Maggiore di Milano, in «Archivio storico lombardo», 107 (1981), pp. 77-113
Martini 1883 = A. Martini, Manuale di metrologia, ossia misure, pesi e monete in uso attualmente e anticamente presso tutti i popoli, Torino 1883
Pecchiai 1909 = P. Pecchiai, L’Archivio degli Istituti Ospitalieri di Milano, Milano 1909
Pecchiai 1927 = P. Pecchiai, L’ospedale maggiore di Milano nella storia e nell’arte, Milano 1927 Piazza 1980 = A. Piazza, L’Archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano, in «Archivio storico lombardo», 106 (1980), pp. 208-216
Santoro 1968 = Gli offici del comune di Milano e del dominio visconteo-sforzesco (1216-1515), a cura di C. Santoro, Milano 1968


 

Giuliana Albini
Università degli Studi Milano
giuliana.albini@unimi.it

Marina Gazzini
Università degli Studi di Parma
marina.gazzini@unipr.it

 

 

* A Giuliana Albini si deve la progettazione e il coordinamento dell’opera; a Marina Gazzini l'elaborazione digitale di tutto il materiale e la revisione editoriale finale, oltre alla cartografia e alla regestazione dei documenti compresi tra gli anni 1459-1464, 1467, 1469-1477, 1483, 1494, 1498. L’impaginazione di questo materiale è stato finanziata con un contributo del Dipartimento di Scienze della storia e della documentazione storica dell’Università degli Studi di Milano.