Coscienza storica e poetiche dell’assurdo. Zu keiner Stunde (1957) di Ilse Aichinger
Abstract
Nell’immaginario di Aichinger, fin dagli esordi letterari, ricorre una metaforica inversione della polarità tra inizio e fine, tale che la tensione escatologica diviene ideale principio generativo di una scrittura concepita per accadere “im Angesicht des Endes”. Nei frammentari Dialoge und Szenen della raccolta Zu keiner Stunde (1957) – un’opera per lo più trascurata dalla Sekundärliteratur – la logica lineare del tempo risulta scardinata in virtù di un ‘impianto discronico’ basato su un’assenza di eschaton, rivelando significative analogie con la dimensione di “eternità negativa” che Adorno negli stessi anni riscontra nel teatro beckettiano. Individuandovi strategie estetiche ascrivibili al teatro dell’assurdo, questo studio prende in analisi Zu keiner Stunde per metterne a fuoco i modi di configurazione letteraria del tempo e i paradossi di un ‘vuoto escatologico’ quali sintomi di una crisi della coscienza storica nel secondo dopoguerra.
Copyright (c) 2023 Lorenzo Licciardi

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