No/A way back? Aliyah, migrazione e altre considerazioni cronotopiche sulla storia ebraico-tedesca
Abstract
Esiste una relazione spazio-tempo specificamente ebraica? Dalla teorizzazione di cronotopo di Michail Bachtin sappiamo che le categorie di tempo e spazio sono elementi chiave dei testi narrativi. Un cronotopo nel senso di Bachtin trasmette una vera e propria visione narrativa del mondo. Ciò ha implicazioni per le nostre riflessioni sull’esilio e sulla migrazione ebraica e in particolare per le nostre riflessioni sul Israelkorpus, che consiste di interviste biografico-narrative. Come altre esperienze di esilio, l’esilio ebraico degli anni Trenta fu un’esperienza di dislocamento, ma significò anche un cambiamento nella comprensione del tempo e della storia. La migrazione nella Palestina Mandataria/Israele significava, per gli ebrei, un “ritorno” simbolico e mitico verso un altro tempo mitico. Il mio obiettivo è quindi quello di mettere in discussione le definizioni troppo lineari di tempo e storia per quanto riguarda la storia della migrazione ebraica, e di considerare la molteplicità di stratificazioni del passato che ha reso l’esperienza (tedesco-)ebraica dell’esilio un caleidoscopio temporale.
Copyright (c) 2024 Patrick Farges
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