No/A way back? Aliyah, migrazione e altre considerazioni cronotopiche sulla storia ebraico-tedesca

  • Patrick Farges Università della Città di Parigi
Parole chiave: Ebraismo tedesco, esilio, Palestina Mandataria/Israele, storia della migrazione, autonarrazioni

Abstract

Esiste una relazione spazio-tempo specificamente ebraica? Dalla teorizzazione di cronotopo di Michail Bachtin sappiamo che le categorie di tempo e spazio sono elementi chiave dei testi narrativi. Un cronotopo nel senso di Bachtin trasmette una vera e propria visione narrativa del mondo. Ciò ha implicazioni per le nostre riflessioni sull’esilio e sulla migrazione ebraica e in particolare per le nostre riflessioni sul Israelkorpus, che consiste di interviste biografico-narrative. Come altre esperienze di esilio, l’esilio ebraico degli anni Trenta fu un’esperienza di dislocamento, ma significò anche un cambiamento nella comprensione del tempo e della storia. La migrazione nella Palestina Mandataria/Israele significava, per gli ebrei, un “ritorno” simbolico e mitico verso un altro tempo mitico. Il mio obiettivo è quindi quello di mettere in discussione le definizioni troppo lineari di tempo e storia per quanto riguarda la storia della migrazione ebraica, e di considerare la molteplicità di stratificazioni del passato che ha reso l’esperienza (tedesco-)ebraica dell’esilio un caleidoscopio temporale.

Pubblicato
2024-01-29
Come citare
FargesP. (2024) «No/A way back? Aliyah, migrazione e altre considerazioni cronotopiche sulla storia ebraico-tedesc»a, ANNALI. SEZIONE GERMANICA. Rivista del Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale, (33), pagg. 65-78. doi: 10.6093/germanica.v0i33.10736.