Tra ferita e cicatrice; dal vuoto alla rappresentabilità del negativo
Abstract
Scopo di questo lavoro è approfondire il senso delle condotte autolesionistiche, intese come modalità per creare una sorta di traccia dei trauma negativi e più specificamente dell’azione del disinvestimento materno e delle forme di non-mirroring nella relazione primaria. Tale esplorazione clinica degli stati non rappresentati della mente si avvarrà di un esempio clinico che ci permetterà di evidenziare le difficoltà tecniche e la necessità del clinico di ricorrere ad un lavoro di figurabilità psichica “in doppio” per ritessere le lacerazioni del tessuto rappresentativo del paziente.
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