Gli 800 metri: una gara atletica vietata alle donne
Parole chiave:
Atletica leggera, donne, Cio
Abstract
Le stesse prevenzioni fisiologiche, moraliste, maschiliste con le quali s’era cercato di frenare, tra Otto e Novecento, l’uso della bicicletta da parte delle donne, furono all’origine delle remore nutrite nei riguardi delle corse atletiche femminili di durata. Resistenze potentemente rafforzate da un episodio che segnò per molto tempo lo sviluppo di queste pratiche a livello muliebre. Ci si riferisce in specie alla gara degli 800 metri disputata nell’ambito dell’Olimpiade di Amsterdam (1928). Corsa di mezzofondo che, per l’affaticamento denotato da talune atlete nella gara di finale, indusse la IAAF e il CIO da escluderla dal programma olimpico sino al 1960. Il contributo analizzerà la contrastata storia degli 800 femminili a livello internazionale e nazionale, soffermandosi con attenzione sulla prima atleta italiana, la napoletana Gilda Jannaccone, che, proprio negli anni ’60, risollevò questa disciplina dal grave ritardo tecnico in cui versava.Downloads
Download data is not yet available.
Pubblicato
2017-12-31
Come citare
GiuntiniS. (2017). Gli 800 metri: una gara atletica vietata alle donne. La Camera Blu. Rivista Di Studi Di Genere, (17). https://doi.org/10.6092/1827-9198/5393
Sezione
Laboratorio di ricerca
Copyright (c) 2017 La camera blu. Rivista di studi di genere

This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.

Questa opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 4.0 Unported.