La Real cancelleria siciliana nel tardo medioevo e l’inquisitio di Giovan Luca Barberi (secoli XIV-XVI)
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Abstract
Agli inizi del secolo XVI, Giovan Luca Barberi, Maestro notaio della Real Cancelleria del Regno di Sicilia, fu protagonista di una lunga e intensa inquisitio, per conto di Ferdinando II d’Aragona, sul patrimonio regio dell’isola e sui possedimenti della feudalità locale. Questa celebre indagine è stata al centro di alcuni importanti studi che ne hanno messo principalmente in evidenza gli aspetti giurisprudenziali e le conseguenze politiche sull’isola. Tuttavia, se analizzata in una “chiave” amministrativa, l’opera di Barberi (i cosiddetti capibrevi) risulta innanzi tutto come una straordinaria impresa archivistica, frutto di una profonda e complessa indagine tra le scritture e i depositi documentari del Regno, e strettamente connessa al ruolo di Maestro notaio che lo stesso Barberi ebbe all’interno della Cancelleria siciliana. Il presente studio si pone quindi l’obiettivo, da una parte, di descrivere le dinamiche che, tra la fine del Trecento e il secolo successivo, permearono il funzionamento della Real Cancelleria dell’isola e i compiti del suo personale, nonché i sistemi di produzione, registrazione e conservazione delle scritture; dall’altra parte, alla luce di quanto detto in merito al funzionamento della Cancelleria siciliana, si vuole proporre una rielaborazione complessiva dell’interpretazione dell’inquisitio barberiana, illustrando nel dettaglio come il Maestro notaio si sia servito degli archivi del Regno e come abbia portato avanti la propria indagine, ovvero in che modo abbia utilizzato e organizzato le informazioni a sua disposizione per compilare i capibrevi.
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