La tutela del patrimonio fiscale: pratiche di salvaguardia del pubblico e autorità regia nel regno longobardo del secolo VIII
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Abstract
Re Liutprando emanò a più riprese nuove leggi per tutelare i beni del fisco, che venivano sottratti alla pubblica utilità da uomini ricchi e potenti, grazie alla complicità e alla facile corruttibilità degli actores, gli ufficiali che li amministravano. I re successivi, però, rinunciarono a controllare in prima persona il fisco e preferirono impiegare una strategia diversa, cioè destinare le quote di patrimonio pubblico di cui volevano garantirsi il pieno controllo nei patrimoni dei monasteri. Questi dovettero allora sostenere numerosi conflitti per il possesso e l’uso dei beni fiscali, perché laici, ecclesiastici e comunità che ne avevano goduto in precedenza non si rassegnarono senza lottare al nuovo sistema.
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