Il patrimonio delle clarisse di San Lorenzo in Panisperna tra XIV e XV secolo: prime indagini
Main Article Content
Abstract
Il saggio affronta attraverso l’analisi di fonti documentarie, conservate nei fondi della Curia generalizia dei Frati minori, nell’Archivio Capitolino e nell’Archivio di Stato di Roma, la gestione delle proprietà fondiarie e immobiliari dell’antico e ricco monastero di San Lorenzo in Panisperna dagli inizi del XIV secolo. Risale a quel periodo il trasferimento delle clarisse per opera del cardinale Giovanni Colonna al fine di dotare il proprio casato di uno strumento utile per controllare estesi patrimoni fondiari e immobiliari a nord-est di Roma, presso i domini dei loro diretti rivali, gli Orsini. La crescita del patrimonio mette in luce la capacità gestionale delle badesse, appartenenti a potenti famiglie romane – Sant’Eustachio, de Prefectis, Orsini, Savelli, di Vico, Conti –, talora ritiratesi in convento dopo la morte del marito. Risulta evidente l’interesse di queste casate baronali e di potenti famiglie aristocratiche a controllare la vasta ricchezza patrimoniale del monastero attraverso la presenza, specie nella funzione di badesse, di figlie, sorelle o vedove. L’incremento delle proprietà fondiarie, a seguito di donazioni pie, lasciti testamentari, acquisti e, non da ultimo, permute, dimostra l’importanza per il monastero a dotarsi di proprietà coese nei dintorni di Roma, con modalità di conduzione alimentate da un vivace spirito imprenditoriale con il ricorso a personale specializzato laico. Dalla seconda metà del Trecento si segue un passaggio decisivo, ossia una strategia insediativa rivelatrice del valore a investire all’interno di Roma: l’aumento delle proprietà immobiliari attesta una nuova attenzione da parte di alcune badesse verso le aree urbane centrali in linea con la fase espansiva della città.
Downloads
Article Details

This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.
RM Rivista pubblica in internet, ad accesso aperto, con licenza:CCPL Creative Commons Attribuzione |
L'autore conserva il copyright sul suo contributo, consentendo tuttavia a chiunque "di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare l'opera", purché siano correttamente citati l'autore e il titolo della rivista. L’autore, al momento della proposta di pubblicazione, è inoltre tenuto a dichiarare che il contenuto e l’organizzazione dell’opera è originale e non compromette in alcun modo i diritti di terzi, né gli obblighi connessi alla salvaguardia di diritti morali ed economici di altri autori o di altri aventi diritto, sia per testi, immagini, foto, tabelle, sia per altre parti di cui il contributo può essere composto. L’autore dichiara altresì di essere a conoscenza delle sanzioni previste dal codice penale e dalle leggi speciali per l’ipotesi di falsità in atti ed uso di atti falsi, e che pertanto Reti Medievali è esente da qualsiasi responsabilità di qualsivoglia natura, civile, amministrativa o penale, e sarà dall'autore tenuta indenne da qualsiasi richiesta o rivendicazione da parte di terzi.