Ravenna e Toledo: due modelli di “capitale imperiale”

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Carmen Eguiluz Méndez

Abstract

Le invasioni germaniche determinarono una nuova realtà politica all’interno dell’Impero romano: gli imperatori e le loro corti dovevano viaggiare ovunque la crisi militare richiedesse la presenza del sovrano. Questi continui spostamenti spiegherebbero come mai alcune città, le più vicine alle frontiere dell’impero, divennero residenze regie, precedendo le future sedes regiae. I nuovi governanti germanici cercarono di fare delle proprie residenze qualcosa che somigliasse una capitale imperiale, costruendo o adattando le proprie residenze seguendo il modello romano che in quel momento trovava corpo a Costantinopoli. I re dell’Occidente barbarico, consapevoli dello splendore della capitale orientale, tentavano di emularla nella propria sedes regia: l’imitatio imperii o exemplar unici imperii della definizione di Cassiodoro. Il modello del regno di Teodorico era dunque Bisanzio e l’impero bizantino. Il re ostrogoto, una volta imposta la supremazia sul resto d’Italia, fece di Ravenna la propria capitale seguendo i modelli di Roma e Costantinopoli. Ravenna aveva tutti i requisiti per essere l’erede e la perpetuatrice dell’Impero come capitale del regno ostrogoto. Il modello che Teodorico definì a Ravenna fu proseguito a Toledo mezzo secolo dopo da Leovigildo, quando questi si affrettò a dotare la città di stabili strumenti materiali e ideologici che la avrebbero consolidata come suprema e unica istituzione di governo. Per rafforzare la propria indiscussa legittimità, anche Leovigildo si risolse a un rafforzamento del potere regio grazie alla pratica dell’imitatio imperii.

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Saggi in Sezione monografica