Tra politica e pastorale. I trentacinque anni dell’arcivescovo Vitale nella diocesi di Pisa (1217-1252)
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Abstract
L’arcivescovo Vitale giunse al soglio arciepiscopale pisano nel 1217, attraverso un’elezione controversa. La sua designazione avvenne in seguito a un’inchiesta papale che si era opposta alla successione del candidato designato dal capitolo, Ildebrandino. Il Papato caldeggiò la scelta del canonico Vitale, più che per i suoi studi di diritto o per la sua precedente attività in seno al capitolo, per via della sua estraneità alle consorterie cittadine. Onorio III intendeva in tal modo garantirsi la fedeltà della chiesa locale nello scontro con il comune di Pisa per l’egemonia sulla Sardegna. Ciononostante, Vitale non esitò ad appoggiare gli interessi urbani, rivendicando i diritti della sua diocesi sull’isola in aperto contrasto con gli orientamenti della politica estera romana. Vitale si rivelò altrettanto intransigente nel difendere le prerogative arcivescovili sia nei confronti delle altre istituzioni ecclesiali (in particolare il capitolo e gli ordini mendicanti), sia di fronte ai laici (soprattutto comuni rurali).
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