Le «Consuetudines terre Platee»: un esempio di cultura dello scritto nella Sicilia tardomedievale
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Abstract
Questo saggio prende in esame le Consuetudines terre Platee, una raccolta promossa dalla comunità di Piazza a partire del 1309 che si sarebbe incrementata nei secoli seguenti. Le Consuetudines costituiscono una vera e propria memoria cittadina, riferendo della progressiva costruzione dell’identità urbana e della definizione del ruolo dell’universitas nel regno. Si tratta di un testo che costituisce una testimonianza centrale per ricostruire le articolazioni sociali e lo sperimentalismo istituzionale, così come i conflitti politici e il confronto con il governo centrale. Nella prima metà del Trecento la comunità si assicura una serie di concessioni attraverso le quali viene riconosciuta come comunità giuridica, ovvero come universitas. A questa prima fase segue, nella seconda metà del XIV secolo, una complicazione negli oggetti di confronto con il governo centrale, rivelatrice di una maggiore maturità istituzionale urbana. Dai primi del Quattrocento sino alla conclusione del XV secolo sono molteplici i dati che rivelano una delle principali finalità della scritturazione e della conservazione della documentazione: perpetuare la memoria per garantire l’inattaccabilità delle concessioni regie. Le Consuetudines, in particolare dalla prima metà del 400, registrano un ulteriore scarto con gli atti precedenti per un colore di parte che sempre più significativamente le contraddistingue.
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