«Ad finem vincendi et habendi civitatem per viam obsidionis stricte et continuos stimulos». L’assedio di Trieste del 1368-69
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Abstract
Nel 1368-69 Trieste subì, ad opera dei veneziani, un assedio che si protrasse per quasi un anno, al termine del quale la città non si arrese per fame, ma a seguito di una battaglia nella quale le forze austriache, che erano venute in aiuto dei triestini, vennero sconfitte. L’assedio viene ricostruito sulla base delle cronache - in gran parte veneziane - che tramandarono la memoria di questi eventi e soprattutto sulla scorta di un carteggio intercorso tra il doge Andrea Contarini e il comandante delle truppe veneziane attestate sotto le mura di Trieste, Domenico Michiel. Si tratta di una fonte assai poco consueta, che fornisce una grande quantità di informazioni riguardo la conduzione di un assedio, ma anche le difficoltà a cui l’esercito assediante va incontro. Il confronto tra questa fonte inintenzionale e le cronache relative all’evento permette di verificare attraverso quali meccanismi di selezione e attraverso quali processi di elaborazione vengano identificati e presentati nelle narrazioni storiche gli elementi da tramandare alla memoria dei posteri - da far diventare storia, insomma - e quale significato venga ad essi attribuito. Una breve trattazione, infine, riguarda la discussione che si accese a Trieste tra Otto e Novecento proprio su questi eventi così lontani nel tempo, che avevano però segnato l’inizio dell’appartenenza statuale della città all’ambito asburgico piuttosto che a quello veneziano. Si è voluto così portare l’attenzione sul fatto che il rapporto tra una società ed il suo passato non è qualcosa di definitivo e chiuso una volta per tutte, ma può subire letture diverse a seconda delle contingenze e delle sensibilità culturali che di volta in volta si sviluppano in essa. In appendice al saggio è stata presentata una scelta di fonti relative all’assedio.
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