Clement’s New Clothes. The Destruction of Old S. Clemente in Rome, the Eleventh-Century Frescoes, and the Cult of (Anti)Pope Clement III
Main Article Content
Abstract
Agli inizi del secolo XI, la chiesa di S. Clemente in Roma, risalente al secolo V, venne “seppellita” in una basilica completamente nuova. Inspirato dagli interventi di Tommaso di Carpegna Falconieri (1998) e di Valentino Pace (2007), questo articolo considera la possibilità che tale radicale intervento abbia costituito un atto di damnatio memoriae o, meglio, di deletio memoriae, una obliterazione della memoria indotta dal nascente culto dei miracoli associato con il nemico e rivale di papa Pasquale II, l’(anti)papa Clemente III. Clemente III (Guiberto di Ravenna) morì nel 1100, non molto dopo l’esecuzione di un ampio ciclo di affreschi nella più antica basilica che celebrava i miracoli e il culto del papa del I secolo e martire san Clemente in Roma. I richiami tra queste immagini e i prodigia attribuiti a Clemente III possono aver favorito analogie tra i due Clementi, specialmente durante i turbolenti primi anni del pontificato di Pasquale II, quando costui, messo in allarme da quanto gli veniva riferito riguardo i miracoli dei suoi avversari, aveva fatto esumare il cadavere di Clemente III e lo aveva fatto gettare nel Tevere.
Le corrispondenze che si percepiscono tra il papa del I secolo e il suo omonimo dell’XI possono essersi estese alle loro sepolture – Clemente I fu gettato nel Mar Nero e così martirizzato – così come i loro attributi condivisi, in particolare le vesti pontificali e i capelli bianchi messi in grande evidenza negli affreschi. Questi attributi scompaiono nel mosaico di Clemente I del primo secolo XII nell’arco absidale della nuova chiesa superiore, dove il santo è invece rappresentato come un giovane uomo con i capelli neri, una barba scura e una veste da apostolo. Tale trasformazione totale in un’opera sicuramente associabile con il sostegno al partito della riforma effettivamente dissociò Clemente I dalle immagini dipinte nella chiesa più antica e, molto probabilmente, dal suo omonimo del secolo XI finito nel Tevere.
Downloads
Article Details
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.
RM Rivista pubblica in internet, ad accesso aperto, con licenza:CCPL Creative Commons Attribuzione |
L'autore conserva il copyright sul suo contributo, consentendo tuttavia a chiunque "di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare l'opera", purché siano correttamente citati l'autore e il titolo della rivista. L’autore, al momento della proposta di pubblicazione, è inoltre tenuto a dichiarare che il contenuto e l’organizzazione dell’opera è originale e non compromette in alcun modo i diritti di terzi, né gli obblighi connessi alla salvaguardia di diritti morali ed economici di altri autori o di altri aventi diritto, sia per testi, immagini, foto, tabelle, sia per altre parti di cui il contributo può essere composto. L’autore dichiara altresì di essere a conoscenza delle sanzioni previste dal codice penale e dalle leggi speciali per l’ipotesi di falsità in atti ed uso di atti falsi, e che pertanto Reti Medievali è esente da qualsiasi responsabilità di qualsivoglia natura, civile, amministrativa o penale, e sarà dall'autore tenuta indenne da qualsiasi richiesta o rivendicazione da parte di terzi.