Bambini immigrati e mediazione linguistica: il fenomeno del Child Language Brokering

  • Flavia Cavaliere Ricercatore Lingua e traduzione - lingua inglese Dipartimento di Studi Umanistici Università di Napoli Federico II
Parole chiave: Immigrati, bambini, traduzione, linguaggio di intermediazione, integrazione nella comunità

Abstract

La migrazione internazionale tutti i giorni impone a sempre più famiglie di far fronte a una serie di sfide complesse in quanto devono adattarsi alle esigenze della vita in un nuovo ambiente. Poiché i bambini acquisiscono competenza linguistica e aderiscono alle nuove norme culturali a un ritmo più rapido rispetto ai loro genitori, spesso diventano gli intermediari tra le differenze culturali e linguistiche che separano le loro famiglie dalla cultura ospitante. Questi bambini, chiamati mediatori linguistici (LBers) nella letteratura, traducono la nuova lingua e interpretano le pratiche culturali per i loro genitori, o li assistono non solo nelle transazioni interculturali quotidiane   (come ad esempio la organizzazione di visite mediche, la compilazione di domande di lavoro, la contestazione di bollette telefoniche e di spese di carta di credito, e avere a che fare con le scuole e il sistema giuridico), ma spesso in situazioni molto critiche, come il riferire diagnosi mediche o prendere decisioni che possono influenzare l’intera famiglia.  La ricerca mostra che circa il 90 per cento dei bambini provenienti da famiglie di minoranze linguistiche servono come LBers. Tuttavia, i dati sugli esiti psicologici e socioemotivi del Language Brokering (LBing) - dove al Lber si chiede di negoziare tra due parti adulte in condizioni sensibili - sono molto controverse. Il presente studio mette in conto alcuni aspetti delle relazioni tra ambienti familiari, regolazione emotiva e comportamentale nei bambini e genitori che favoriscono o non favoriscono l’LBing.  Queste esperienze cognitivamente impegnative possono portare a risultati positivi, tra cui lo sviluppo di forti capacità metalinguistiche e interpersonali, l’auto-efficacia e l'orgoglio di essere in grado di aiutare le loro famiglie. Al contrario, altri studi hanno dimostrato che LBing può avere conseguenze negative in termini di stress e di funzionamento scolastico, del senso del dovere, e della salute socioemotiva, poiché richiede ai bambini di assumere ruoli potenti  come quelli degli adulti, che possono influenzare negativamente lo sviluppo dell'identità per loro e disturbare le pratiche genitoriali. Come i bambini diventano agenti culturali sempre più influenti in nome delle loro famiglie, i genitori possono trovarsi meno autorevoli e sicuri di sé, le relazioni familiari diventano tese a causa della inversione di ruolo tra adulti e bambini: questo può portare alla impotenza dei genitori e, in senso inverso, alla 'parentification' dei bambini.

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Pubblicato
2014-01-08