È possibile viaggiare nel tempo?
Abstract
La questione sull’irrealtà del tempo si è imposta sempre con maggior veemenza nel dibattito filosofico contemporaneo grazie al punto di svolta segnato dalle odierne scoperte fisiche. Scoperte che, non solo hanno avuto un eco profondo in ambito scientifico, ma che hanno condizionato in modo irreversibile il corso della filosofia contemporanea. Il presentismo è la linea di pensiero in grado di cogliere meglio le tre principali caratteristiche del tempo: il suo scorrimento, il suo orientamento verso il futuro e il fatto che alla sola dimensione presente venga conferito uno statuto ontologico. Sebbene le suddette caratteristiche siano i pilastri della concezione presentista, esse hanno le loro radici nella visione che il senso comune ha del tempo. Quest’ultima, nettamente contrapposta alla fisica, sta perdendo sempre più la sua credibilità. In questo articolo viene riconsiderata la teoria del tempo di McTaggart (1908) alla luce di ipotesi e scoperte fisiche contemporanee come la Teoria dell’Universo Rotante di Gödel e la Teoria della Relatività di Einstein. A ciò si collega il tema dei viaggi nel tempo, a cui é dedicata una parte dello scritto. Qui, viene sottolineato che sebbene tali viaggi nel tempo siano impraticabili in un universo in espansione, rimangono nella sfera della possibilità, portando alla conclusione che il tempo non può essere misurato oggettivamente. In ultima analisi, viene preso in considerazione il punto di vista di Oaklander in difesa della teoria di McTaggart, in modo da sottolineare non solo la fallacia degli argomenti contro quest’ultimo ma anche la dimensione soggettivistica della prospettiva presentista.
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Copyright (c) 2018 Sara Peppe

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