Smart working, stati di connettività e identità professionali in transizione Un dialogo critico tra filosofia e management

  • Daniele Demarco Istituto di Studi sul Mediterraneo Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMed-CNR)
  • Luisa Errichiello Istituto di Studi sul Mediterraneo Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMed-CNR)
Parole chiave: Smart-Working, Postumanità, Identità, Connettività, ICT

Abstract

Quest’articolo indaga lo smart working in una doppia prospettiva filosofica e manageriale illustrandone sia le peculiarità distinte (quelle tipiche dell’organizzazione post-fordista del lavoro), sia le ripercussioni su una più vasta sfera che riguarda la quotidianità degli individui. La progressiva affermazione dello smart working, accelerata dall’emergenza COVID-19, è presentata come laboratorio delle trasformazioni spazio-temporali prodotte dai processi di informatizzazione diffusa. Processi che, rimodellando il nostro ambiente sociale, inducono a ridefinire anche i nostri ruoli e funzioni. Senza negare che l’adozione dello smart working apporti indiscutibili vantaggi organizzativi, l’articolo illumina anche i suoi gli aspetti critici. In particolare si evidenzia come questa nuova prassi ponga in discussione le identità lavorative. Identità che si alimentano anche di contatti fisici all’interno di luoghi di relazione istituzionali. Nell’articolo alcuni concetti filosofici di base, uniti a speculazioni di indirizzo socio-antropologico, costituiscono un corpus teorico di riferimento per interpretare le evidenze empiriche della ricerca manageriale. Quest’ultima mostra come gli smart worker, privati dei luoghi istituzionali di lavoro, siano colti da specifiche apprensioni che possono destabilizzare il loro work-life balance. Tra queste, la necessità di affermare un’identità forte attraverso l’eccesso di connettività. Affidandosi a una modalità di connessione ininterrotta gli smart worker aspirano al riconoscimento di uno status, ma rischiano, al contempo, di rimanere imprigionati all’interno di autentiche trappole comportamentali. Il risultato può essere penalizzante tanto per l’individuo quanto per l’organizzazione. Uno sguardo a simili dinamiche evidenzia la necessità di un approccio responsabile alla tecnologia. Un approccio ispirato a criteri di misura, di sostenibilità e di ragionevolezza. Particolarmente utili in questa prospettiva sono i concetti di “connettività necessaria” e di “benessere digitale”.

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Pubblicato
2021-01-18
Sezione
Evolving Philosophy