Performative Thinking in Humanities
Abstract
Dalla musica alla pellicola
Il flauto magico nell’adattamento di Gianini e Luzzati
Alessandro Decadi
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Tra le opere maggiormente rappresentate di Mozart, ricorre sicuramente Il flauto magico, di esso conosciamo adattamenti, rielaborazioni scenografiche, opere cinematografiche come quella di Bergman. Ma quella che qui vogliamo analizzare è relativa al prestigioso adattamento italiano, in forma di cartone animato, che ci lasciano Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati. Questo adattamento, che è destinato ad un pubblico diverso, quello dei bambini, è non solamente frutto di un’opera di rielaborazione del materiale librettistico e dei tagli alle musiche originali, è qualche cosa di più: è un’opera d’arte. Quando definiamo opera d’arte questo adattamento, facciamo riferimento certamente alla regia di Gianini, ma soprattutto alla grande opera di realizzazione delle immagini del grande Luzzati. Egli riesce con grande maestria a rielaborare le immagini, utilizzare forme artistiche diverse, dal decoupage all’acquarello ma soprattutto a rendere attraverso i colori dei personaggi il carattere positivo o negativo che assumono nell’opera originale. L’unica parte in carne ed ossa è quella dell’attore che interpreta Papageno, il narratore della storia, il resto è pura animazione. La domanda alla quale cerchiamo di rispondere attraverso questo saggio è non solo relativa alle influenze pittoriche nell’opera animata ma anche e soprattutto quella che porta a chiedersi che fine fa il significato massonico dell’opera. È lo stesso Papageno a dirci che la “sua visione” è più semplice; chiaramente un significato simbolico non è adatto ai bambini, ma qualcosa resta: resta nella tridimensionalità delle immagini, nella ricorrenza del numero tre ed infine nei simboli nascosti tra le immagini presentate.
Mozart, Giulio Gianini, Emanuele Luzzati, Il flauto magico, Cinema
Un connubio tra poetica ed estetica nei supporti audiovisivi
per una comunicazione scientifica efficace
Riflessioni sul risultato di una ricerca di linguaggio innovativo
per cortometraggi dedicati alla comunicazione tecnoscientifica
Marina Iorio
Istituto di Scienze Marine
Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMAR-CNR)
Sergio Scoppetta
Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa
Risultati tecnologici innovativi, ottenuti nell’ambito dell’utilizzo di risorse energetiche verdi, vengono proposti attraverso un linguaggio accattivante in un breve documentario sviluppato in modalità poetica, partecipativa e performativa (ossia con interazione tra immagini d’arte, trame, attori in azione, interviste). Il saggio è il resoconto ragionato del docufilm: Il Grand Tour del XXI secolo. Napoli tra arte e tecnologia.
Docufilm, Tecnologia, Ricerca, Divulgazione, Energia geotermica
La paradossalità della cura
Note sulla realizzazione del cortometraggio Emma
Andrea Bocchetti
Università degli Studi di Napoli Federico II
La realizzazione del cortometraggio Emma (2020) nasce dalla riflessione sul significato del concetto di cura. Questo breve intervento tenta di esprimere come questa riflessione si sia declinata artisticamente, vale a dire senza provare a fare una definizione di tale concetto, ma mettendolo alla prova attraverso una esperienza paradossale, quella di Dominique Cottrez (un'infanticida), nella quale amore e morte si legano tragicamente.
Emma, Cura, Paradosso, Dominique Cottrez, Infanticidio
Tempus fugit
cinque esortazioni fugaci a chi ascolta
melologo per due voci recitanti e percussioni
Rosario Diana
Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno
Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMAR-CNR)
Una partitura. Una breve, aforistica riflessione in veste performativa sullo scorrere del tempo affidata a 5 haiku della tradizione letteraria giapponese, risalenti al XIII e al XVII secolo, e alle sonorità delle percussioni. Uno sguardo in forma di esortazione a chi ascolta sul senso della durata, del trascorrere della vita rispecchiato nel susseguirsi delle stagioni e nel divenire della natura.
Tempo soggettivo, Durata, Vita, Vecchiaia, Stagioni
Metamorphoriázūsai
Mimicry delle piante e trasduzione
Saggio introduttivo
La pianta abitata e l’onagro celeste
Fiaba estetica
Lorena Grigoletto
Accademia di Belle Arti di Napoli
Collège International de Philosophie
L’articolo si propone di inaugurare una serie di riflessioni e di operazioni di transcodificazione che indaghino il rapporto tra filosofia e fiaba attraverso la scrittura di «fiabe estetiche». Nello specifico, esso presenta alcune analisi sul processo creativo, sull’estetica e sulla semiotica della fiaba soffermandosi, in particolare, su quella che definisco una questione ontologico-pronominale e proponendo un lavoro di trasduzione tra ambito percettivo del mondo vegetale e mondo umano. In questa prospettiva, grazie a studi nel campo della fisiologia vegetale e a ricerche sulla mimicry della specie Boquila trifoliolata, si intende riscattare la figura della pianta da un paradigma che la inserisce al gradino più basso della «piramide dei viventi» per poi esplorare metaforicamente, attraverso di essa, lo statuto mimetico delle relazioni umane, contribuire al dibattito sulle empatie e promuovere l’idea di una «soggettività plastica». La fiaba estetica che segue all’articolo vuole infatti sondare metaforicamente il processo mimetico tra due giovani piante.
Mimicry, Metamorfosi, Pianta, Trasduzione, Fiaba estetica
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