Riflessioni e rifrazioni corali sulla scena britannica contemporanea
Abstract
Il cospicuo numero di adattamenti britannici di drammi antichi testimonia il sostanziale impatto della tragedia greca sul palcoscenico contemporaneo. Probabilmente l’elemento più distintivo della tragedia greca, il coro – il cui esprimersi all’unisono e la cui omogeneità contrastano diametralmente con l’individualismo promosso dalla società occidentale contemporanea – è frequentemente considerato un tratto perturbante, che costringe drammaturghi e theatre-makers ad adattare la propria mentalità e ad adottare nuove strategie drammatiche e teatrali per trattare questo device innegabilmente sfidante. Il presente articolo esamina la ripresa e il ruolo del coro in una selezione di appropriazioni di tragedie greche riscritte da quattro drammaturghi britannici contemporanei – Martin Crimp, Liz Lochhead, David Greig e Gary Owen – e messe in scena in Inghilterra, Scozia e Galles (nonché, in un caso, in Germania) tra il 2000 e il 2016. Questo contributo dimostra come il coro, nonostante ponga una questione spinosa, possa divenire, in una luce maggiormente positiva, “an extraordinary and thrilling theatrical resource” (Goldhill 2007: 79) attraverso cui riconsiderare le nostre nozioni di Sé e comunità.
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