“Una conversazione infinita. Perché ritradurre i classici”, a cura di Antonio Bibbò e Francesca Lorandini (Modena, Mucchi editore, 2023). – Discussione a cura di Carmen Gallo e Gennaro Schiano

Parole chiave: classici, traduzione, ritraduzione, Antonio Bibbò, Francesca Lorandini

Abstract

~ Franco Nasi ~
Staffette imprevedibili di testimoni e alchimisti: ritradurre i classici
Il contributo riflette su Una conversazione infinita. Perché ritradurre i classici (a cura di Antonio Bibbò e Francesca Lorandini, Modena, Mucchi, 2023). Partendo dall’intervista a Yasmina Mélaouah che chiude il volume, il testo sottolinea come i classici non siano solo testimonianze del passato, ma opere che anticipano il futuro e che il traduttore deve “rincorrere”. Attraverso la metafora della staffetta, la traduzione si presenta come un processo continuo, in cui i traduttori si passano il testimone-testo, trasformandolo in base al contesto storico e personale. Più in generale il contributo riflette sulle diverse questioni affrontate dal volume sul tema della ritraduzione, spaziando dall’analisi storico-critica a testimonianze dirette di traduttori, e offrendo una visione complessa e sfaccettata dell’atto ritraduttivo.cura di Carlo Baghetti, Jim Carter e Lorenzo Marmo, edito all’interno della collana Italian Modernities, curata da Pierpaolo Antonello e Robert Gordon per i tipi di Peter Lang (Oxford, 2021).

~ Ornella Tajani ~
Contro il concetto di ‘testo definitivo’: la ritraduzione come proficua vertigine
Il contributo affronta il tema della ritraduzione dei classici riflettendo su Una conversazione infinita, curato da Antonio Bibbò e Francesca Lorandini. Il volume raccoglie contributi che esplorano il valore della ritraduzione da prospettive linguistiche, letterarie e culturali. L’autrice sottolinea l’invito, al centro del volume, a vedere la ritraduzione come un dialogo continuo e necessario con il testo, capace di rivelarne aspetti sempre nuovi nel tempo.

~ Antonio Bibbò – Francesca Lorandini ~
Per non finire. Riflessioni a margine di una conversazione in corso sullo statuto delle ritraduzioni
Nel contributo i due curatori di Una conversazione infinita. Perché ritradurre i classici, rispondono alle sollecitazioni e alle questioni poste dagli interventi di Franco Nasi e Ornella Tajani.

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Biografie

Franco Nasi, Università di Modena e Reggio Emilia

Franco Nasi, saggista e traduttore, ha insegnato Teorie della traduzione e Letteratura anglo-americana all’Università di Modena e Reggio Emilia. Si è occupato di Estetica, di Poetiche del romanticismo, di Traduttologia e di Letterature comparate. Fra le sue pubblicazioni di ambito traduttologico Poetiche in transito (Medusa, 2004), La malinconia del traduttore (Medusa, 2008), Specchi comunicanti (Medusa, 2010), Traduzioni estreme (Quodlibet, 2015) e Tradurre l’errore (Quodlibet, 2021). Ha tradotto e curato diversi volumi di autori inglesi e americani fra cui S. T. Coleridge, W. Wordsworth,  J. S. Mill, W. Whitman e poeti contemporanei come Billy Collins e Roger McGough.

Ornella Tajani, Università per Stranieri di Siena

Ornella Tajani è professoressa associata di Lingua e traduzione francese all’Università per Stranieri di Siena e traduttrice. Si occupa di critica della traduzione e di letteratura francese contemporanea. È autrice di Tradurre il pastiche (Mucchi, 2018) e Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires (ETS, 2021); per Marsilio ha tradotto le Opere di Rimbaud (2019, a cura di O. Bivort). È membro del direttivo del CeST Centro Studi per la Traduzione e del collegio di dottorato in Studi di Traduzione di Siena; fa parte della redazione di Ri.Tra. Rivista di Traduzione, per la quale cura la rubrica “Voce! La parola a traduttrici e traduttori”.

Antonio Bibbò, Università di Trento

Antonio Bibbò è ricercatore in Lingua e traduzione inglese all’Università di Trento e traduttore. È stato Visiting Research Fellow al Moore Institute (University of Galway) e post-doc Marie Curie e Honorary Research Fellow presso la University of Manchester, dove ha portato avanti un progetto sulla percezione della letteratura irlandese in Italia (Irish Literature in Italy in the Era of the World Wars, Palgrave, 2022). Nell’ambito di questo progetto ha curato la mostra internazionale Irish in Italy. Per Feltrinelli e il Saggiatore ha tradotto e curato opere di Woolf, Defoe, Wilde, Pound e una raccolta di racconti di folklore irlandese.

Francesca Lorandini, Università di Modena e Reggio Emilia

Francesca Lorandini è ricercatrice di Letteratura francese. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente la letteratura dell’Otto-Novecento e dell’estremo contemporaneo, la storia della critica letteraria e della traduzione. Fra le sue pubblicazioni: Au-delà du formalisme: la critique des écrivains pendant la seconde moitié du XXe siècle (France-Italie) (Classiques Garnier, 2019). Ha tradotto L’impero del Bene di Ph. Muray (Mimesis, 2017). Con Matthieu Vernet ha curato una nuova edizione di Un amour de Swann di Marcel Proust (Le Livre de Poche, 2022).

Pubblicato
2024-12-28
Come citare
NasiF., TajaniO., BibbòA., & LorandiniF. (2024). “Una conversazione infinita. Perché ritradurre i classici”, a cura di Antonio Bibbò e Francesca Lorandini (Modena, Mucchi editore, 2023). – Discussione a cura di Carmen Gallo e Gennaro Schiano. SigMa - Rivista Di Letterature Comparate, Teatro E Arti Dello Spettacolo, (8), 525-546. https://doi.org/10.6093/sigma.v0i8.11501