Il cerchio che non chiude: forme della temporalità nella poesia contemporanea
Abstract
Riprendendo le riflessioni sulle differenti modalità con cui poesie di epoche diverse marcano la loro conclusione indagate da Barbara Herrnstein Smith in Poetic Closure: A Study of How Poems End (1968), sulla circolarità che il testo lirico innesca nell’atto di lettura proposta da Timothy Bahti in Ends of the Lyric: Direction and Consequence in Western Poetry (1996) e sul carattere queer che l’incompiutezza può assumere rivendicato in Queer Lyrics: Difficulty and Closure in American Poetry (2002) di John Emil Vincent, l’articolo vuole indagare, attraverso Wallace Stevens, Eugenio Montale, Louise Glück e John Ashbery, in che modo la poesia contemporanea si faccia carico dell’incompiutezza. L’ipotesi è che, se per secoli questa incompiutezza è stata anche un grande tema della poesia – si pensi soltanto all’incongruenza tra la chiusura formale del testo della poesia medievale e rinascimentale e la ribadita impossibilità di una perfetta rappresentazione dell’oggetto d’amore – dal Modernismo in poi la lirica non rinunci a intraprendere il suo percorso, ma assuma consapevolmente su di sé l’errore facendone il principio strutturante del proprio discorso. Il cerchio che non chiude diventa allora una forma specifica della temporalità per la lirica (e per il lettore) che non insegue il successo del percorso lineare, ma accoglie l’errore insito nel suo sforzo per accettare di praticare un’approssimazione infinita e per maturare coscienza della propria pratica. La non compiutezza della poesia, infine, potrebbe essere proprio quel che assicura la ripetibilità del testo. Partendo dal valore centrale che l’iteratività formale della lirica assume nel recente Theory of the Lyric (2015) di Jonathan Culler, nell’ultima parte l’articolo costruisce un’ipotesi sulle ragioni per cui proprio il fatto che la poesia, come artefatto, debba concludersi senza necessariamente compiersi interamente consente al testo lirico di presentarsi come performance ripetibile attraverso i secoli e rinnovabile a ogni atto di lettura.
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