Senso della fine e senso del finale nei romanzi di Michel Houellebecq

  • Valentina Sturli Università di Padova

Abstract

L’articolo a confronto tra loro i finali dei principali romanzi di Houellebecq per provare a indagare se e come essi svolgano una funzione centrale nell’economia dell’intera opera di questo autore, rivelando consonanze inaspettate e fornendo per essa chiavi di lettura che implicano strettamente la riflessione sul senso della fine. Se con Kermode intendiamo per senso della fine la percezione di vivere nel kairos, il periodo di crisi costituito dagli ultimi tempi che precedono l’avvento di una svolta epocale nelle sorti e nei destini degli uomini, allora poche opere contemporanee sembrano esplorare a livello tematico questo tipo di situazione con maggiore insistenza di quella di Michel Houellebecq. Ripercorrendo i suoi romanzi , in continuazione si riscontrano rappresentazioni, profondamente intrecciate e interconnesse, del senso della fine: da un lato quello che riflette sul tramonto, negli ultimi anni del ’900, di una serie di assetti sociali, produttivi e di costume tipici della modernità occidentale, dall’altro quello che potremmo definire di tipo “futuribile-apocalittico”, che verte sull’estinzione vera e propria del genere umano sulla terra, e dei suoi vari tentativi di trascendimento attraverso la creazione di una nuova razza di esseri “superiori”. Tutti temi in forte risonanza con una serie di teorizzazioni che, dall’inizio degli anni ’80 a oggi, hanno definitivamente consacrato l’ascesa di quel paradigma teorico-sociologico che definiamo ipermodernità.

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Biografia dell'Autore

Valentina Sturli, Università di Padova

Valentina Sturli è laureata in Lettere classiche presso la Scuola Normale Superiore e l’Università di Pisa, e in psicologia clinico-dinamica presso l’Università di Firenze. Da sempre interessata all’analisi comparata dei testi letterari e alla teoria della letteratura, è attualmente dottoranda in Scienze Linguistiche, Filologiche e Letterarie presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova, con una tesi che propone l’applicazione della lezione orlandiana all’analisi figurale delle sfere del corpo, della natura e del desiderio in alcuni romanzi di Pasolini, Siti e Houellebecq. È co-curatrice per la casa editrice Einaudi degli inediti di Francesco Orlando su Il soprannaturale letterario: storia, logica e forme (2017) e membro del comitato direttivo del sito Mimesis, il testo, la figuralità e il mondo, che si occupa di critica letteraria e comparatistica con il patrocinio del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa. Ha scritto saggi su Houellebecq e Walter Siti, sul Caso Ellen West di L. Binswanger e sull’analisi della tematica soprannaturale nel ghost-thriller contemporaneo. Membro dell’Associazione di teoria e storia comparata della letteratura e socio dell’Associazione Sigismondo Malatesta, dal 2015 è membro dell’assemblea del CIRQUE - Centro Interuniversitario di Ricerca Queer.

Pubblicato
2018-03-22
Come citare
SturliV. (2018). Senso della fine e senso del finale nei romanzi di Michel Houellebecq. SigMa - Rivista Di Letterature Comparate, Teatro E Arti Dello Spettacolo, (1), 239-265. https://doi.org/10.6093/sigma.v0i1.5496