Meditazioni neometriche. Appunti sulla ripresa delle forme chiuse nella poesia italiana contemporanea
Abstract
Questo articolo mira ad illuminare alcuni aspetti del ritorno alla metrica nella poesia italiana contemporanea, prendendo l’avvio da alcune raccolte poetiche, pubblicate nella prima metà degli anni Ottanta, che reintroducevano forme metriche chiuse, sia riprese dall’antica tradizione italiana (quali sonetti, ballate, terzine ecc.), sia create ex novo. In particolare, il contributo prende in considerazione l’opera di due antenati novecenteschi della scuola neometrica, Edoardo Cacciatore e Toti Scialoja, individuando una loro possibile influenza su poeti di una generazione più giovane quali Patrizia Valduga, Marco Ceriani e Tommaso Ottonieri. Uno spazio più ampio vi è dedicato alla figura di Gabriele Frasca, un artista con grandi doti tecniche che è riuscito lungo l’intero arco della sua carriera a conciliare tradizione e innovazione, dimostrando al contempo una rara conoscenza dei problemi teorici della poesia. Infine, questo articolo cerca di definire i concetti di manierismo, “coscienza metrica” e “metrica come forma simbolica, nonché di collocare la nascita della corrente neometrica nel contesto della crisi della poesia italiana verificatosi negli anni Ottanta, nonché del coevo straordinario sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa.
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