‘Quore spinato’. L’osmosi tra immagine e vissuto
Abstract
Quore Spinato è una narrazione articolata su molteplici livelli – il pittorico, l’audiovisivo e lo scritto – che restituisce l’inquieta relazione che linguaggio e rappresentazioni intrattengono con la storia e con la contemporaneità dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Gli autori, il duo napoletano cyop&kaf, realizzano, sui muri, sulle saracinesche e sulle porte dei bassi del rione, duecentoquarantadue dipinti non commissionati, in un arco temporale che va dal 2004 a oggi. L’ingente numero delle opere scaturisce da un insieme di scambi reciproci e spontanei, nati da incontri accidentali con gli abitanti. Il punto di vista della semiotica consente l’analisi dello spazio della rappresentazione che è strettamente correlato al milieu aprendo a esperienze mitiche, antropologiche e poetiche del luogo, in linea con le pratiche dello spazio svelate da Michel de Certeau. Ne consegue una ri-attualizzazione del sacro in pittura che attesta la complessità del sentimento religioso del popolo napoletano, strettamente legato alla vita quotidiana. La pennellata sensoriale di ispirazione baconiana delinea rappresentazioni icastiche del vissuto esistenziale ed è assimilabile allo stream of consciousness collaudato nell’assetto narrativo dello Ulysses joyciano. Infatti, la ricerca sul campo ha rivelato che il portato subliminale dei dipinti sollecita spunti di auto-narrazione e auto-scoperta: a ben vedere, i disegni antropomorfi innescano effetti empatici analizzabili dalla prospettiva della fenomenologia della percezione di Maurice Merleau-Ponty. Il rione diventa testo d’iscrizione e re-iscrizione, strumento di progressive reinterpretazioni della soggettività degli abitanti. Per questi motivi, Quore Spinato può costituire un’‘eterotopia’ capace di accendere l’attuale dibattito sulle trasformazioni del ruolo della street art nella metropoli.
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