Des images en quête de sens. “Par les écrans du monde” de Fanny Taillandier
Abstract
Dans notre article nous nous proposons d’analyser le traitement de l’espace dans le dernier roman de Fanny Taillandier Par les écrans du monde (2018). Dans ses descriptions de la ville bouleversée par le cataclysme, Taillandier met en œuvre une série de stratégies stylistiques qui, dans l’esthétisation de l’horreur, lui redonnent paradoxalement un sens: la fragmentation de l’espace et sa recomposition passent en effet par une peinture verbale où l’image trouve une ‘consistance’ que la “modélisation numérique” ne peut pas représenter, alors qu’elle est à même de concevoir un “chaos” qui nous est inaccessible. Nous nous servirons pour notre analyse du cadre théorique de la géopoétique, telle qu’elle a été élaborée par Kenneth White, Michel Collot et par l’équipe canadienne de Marcello Vitali-Rosati et Servanne Montjour.
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