La macchina mitologica della venezianità. Retorica barocca e imperialismo fascista

Abstract

L’articolo mette in comunicazione due paradigmi critici, l’uno teorico e l’altro storiografico: da una parte il modello della macchina mitologica elaborato da Furio Jesi, dall’altra l’ideologia della venezianità studiata, in relazione al Ventennio fascista, da Mario Isnenghi. Le proiezioni mitologiche della Serenissima vengono alimentate, nel primo Novecento, dalle opere di Gabriele D’Annunzio e, più in generale, dal dannunzianesimo cinematografico, di cui si indaga qui un caso specifico (La nave, 1921); ma la ripresa, a fini propagandistici, del mito di Venezia è un fenomeno trasversale, che interessa tanto le riviste patinate quanto gli studi storici, garantendo un paludamento retorico agli interessi, finanziari e militaristi, della nuova borghesia in ascesa. Adoperando gli strumenti concettuali approntati da Jesi, l’articolo si impegna a sciogliere questa mitologia in senso diacronico. Si delinea così una variante specifica del mito di Venezia, le cui fonti non appartengono alla più celebre vulgata cinquecentesca, ma risalgono invece alla seconda metà del Seicento, quando le guerre contro i Turchi favoriscono, tanto nelle celebrazioni pubbliche quanto in tipografia, l’emergere di una retorica bellicosa e individualista. Le idee e le narrazioni germinate in epoca barocca, come pure i nomi dei dogi e dei capitani che di quella stagione furono i maggiori interpreti, si ritrovano puntualmente sia nell’intensa attività pubblicistica di Gino Damerini, uno dei più importanti intellettuali della Venezia fascista, sia nei versi con cui D’Annunzio celebra la guerra di Libia (Merope, 1912).

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Biografia dell'Autore

Alessandro Metlica, Università di Padova

Alessandro Metlica (1985) è professore associato di Letterature comparate. Le sue principali linee di ricerca, che attraversano la storia delle idee, la letteratura e la produzione artistica, concernono il libertinismo e la satira politica; i legami tra letteratura e immagine; la rappresentazione del potere nei secoli di Antico regime. È autore di Le seduzioni della pace. Giovan Battista Marino, le feste di corte e la Francia barocca (il Mulino, 2020). Il libro indaga il ruolo avuto dall’Adone nella politica culturale di Maria de’ Medici e di Luigi XIII. Dirige, in qualità di Principal Investigator, il progetto ERC Starting Grant Republics on the Stage of Kings. Representing Republican State Power in the Europe of Absolute Monarchies (2018-2024). Il progetto studia come il potere repubblicano venga rappresentato, tra Cinque e Settecento, nel campo della letteratura e delle arti (panegirici e trattati, opuscoli e gazzette, quadri e incisioni, feste e spettacoli pubblici).

Pubblicato
2021-12-20
Come citare
MetlicaA. (2021). La macchina mitologica della venezianità. Retorica barocca e imperialismo fascista. SigMa - Rivista Di Letterature Comparate, Teatro E Arti Dello Spettacolo, (5), 343-370. https://doi.org/10.6093/sigma.v0i5.8768