La seconda venuta nelle narrazioni contemporanee: “In His Image”, “The Second Coming”, “Messiah”
Abstract
Negli ultimi decenni, soprattutto dopo gli eventi dell’11 settembre 2001, la religione è tornata in primo piano non solo come oggetto dialettico all’interno di narrazioni che la incrociano, ma anche come vero e proprio soggetto che ricostruisce o riformula sé stessa. È il caso, ad esempio, di quei racconti che riscrivono in diversa maniera figure di testi sacri, soprattutto, negli ultimi anni, personaggi dei Vangeli. Inoltre, la decostruzione socio-politica e ideologica degli ultimi decenni, nonché la diffusione di piattaforme di streaming su scala globale, hanno permesso un’esplosione nella trasmissione di storie che intersecano sfere di influenza culturale e religiosa differenti. Il mio saggio vuole quindi esplorare le modulazioni che tali riscritture hanno assunto nella “fiction” degli ultimi decenni, e tre in particolare: il Jesus-novel, sottogenere romanzesco studiato e classificato da Westphal (2002) e Holderness (2015), in cui Gesù personaggio assume funzioni narrative articolate, nelle quali confluiscono molteplici tipologie di personaggi e strutture drammatiche: il capro espiatorio e il re pescatore, ma anche il fool, l’idiota, il divo, come nel romanzo The Second Coming (2011) dello scrittore scozzese John Niven. Un secondo paradigma, ancor più sui generis, è quello di un sottogenere ancora più di consumo, una fantascienza di matrice genetica che immagina Cristo non risorto, ma clonato: è quanto accade nella Christ Clone Trilogy (1988, 1997, 2003) dell’americano James BeauSeigneur. Infine, interessanti riflessioni possono scaturire dall’analisi di una serie tv del 2020 intitolata Messiah, di produzione statunitense, in lingua inglese, araba ed ebraica, in cui tra dubbi e incertezze il/un Messia ritorna per richiamare alla pace l’umanità, in un movimento, tuttavia, che sembra portare a una forma di anarchia religiosa.
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