“Hanno addestrato noi a disperarci”. Medea come archetipo in Wolf, Slimani e Lattanzi

  • Maria Giovanna Stati Università dell’Aquila
Parole chiave: Medea, caratterizzazione, vittima, personaggio, male

Abstract

Questo contributo intende dimostrare in che modo la figura di Medea funzioni come archetipo nella caratterizzazione delle tre protagoniste di Medea. Voci (1996), Ninna nanna (2016) e Questo giorno che incombe (2021). Partendo dalla tradizione mitica relativa alla maga colca e dalla celebre rilettura che ne ha fatto Euripide (431 a. C.), si dimostrerà, attraverso un’analisi formale e tematica, come Wolf, Slimani e Lattanzi recuperino, più o meno scopertamente, questa figura ridimensionandone la violenza ed esasperandone i caratteri vittimari.

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Biografia dell'Autore

Maria Giovanna Stati, Università dell’Aquila

Maria Giovanna Stati è dottoranda in Letterature, arti, media: la transcodificazione presso l’Università dell’Aquila con un progetto di tesi sulla caratterizzazione del personaggio nel romanzo contemporaneo. Ha pubblicato “Distruggere e distruggersi. Su una costante tematica nella narrativa di Houellebecq e Siti” (Contemporanea, 16, 2018) e “Il romanzo sovversivo. Provocazione e scandalo nella narrativa di Walter Siti e Michel Houellebecq” (in Esclandre. Figures et dynamiques du scandale du Moyen Âge à nos jours, a cura di D. Bisconti, D. Fabiani, L. Pierdominici, C. Schiavone, EUM, Macerata 2021).

Pubblicato
2022-11-28
Come citare
StatiM. G. (2022). “Hanno addestrato noi a disperarci”. Medea come archetipo in Wolf, Slimani e Lattanzi. SigMa - Rivista Di Letterature Comparate, Teatro E Arti Dello Spettacolo, (6), 288-304. https://doi.org/10.6093/sigma.v0i6.9504