Il Paesaggio della città della ricostruzione

  • Nicola Giuliano Leone
Parole chiave: paesaggio, ricostruzione, Belice

Abstract

Il terremoto del Belice e la ricostruzione che ne seguì negli anni a venire segnano il momento di definitiva cancellazione dei paesaggi agrari e, in qualche misura, della stessa civiltà contadina. L’evento cade in un momento di grandi incertezze, nel quale si stavano già misurando le riflessioni sullo sviluppo del territorio, tra le quali ricordiamo quelle di Dolci e Doglio, in un periodo in cui si affacciava una nuova cultura prevalentemente urbana. Dal dibattito emergeranno inizialmente ipotesi molto differenti tra loro, e saranno i sindaci dei vari comuni a farsi carico di una prima aggregazione delle forze per la soluzione dei principali problemi dell’emergenza.

Emerge la voglia di confrontarsi con i modelli della cultura europea e le due culture sembrano incontrarsi nella formazione di desideri e soluzioni. Un primo atteggiamento non vede più la campagna e tende a cancellarla attraverso ipotesi di forme dichiaratamente urbane. Un secondo atteggiamento, associabile al primo propone modelli sperimentati in altri paesi. L’evento calamitoso accelerò l’evoluzione di questa parte  del territorio verso mutazioni non tutte volute o necessarie.

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Pubblicato
2009-06-30