L’architettura della maternità: recuperare i nostri spazi, creare quelli che ci migliorano

  • Angela Müller
  • Marta Parra
Parole chiave: Architettura per i servizi di maternità, spazi per il parto, spersonalizzazione del soggetto, spazi sottomessi, psicologia ambientale

Abstract

La nascita come atto creativo e complesso tra (di solito) due individui è ancora del tutto sottostimato e sottovalutato. I reparti di maternità in Spagna e nella maggior parte degli altri paesi europei sono ancora una perfetta combinazione di due cose: un processo molto ben organizzato di spersonalizzazione in combinazione con gli spazi che inducono alla sottomissione. Probabilmente sono uno degli spazi più sottomessi nel nostro sistema patriarcale, molto ben celato negli ospedali, molti dei quali sono edifici pubblici.
L’organizzazione è tutto, l’efficienza del personale è una priorità e conduce alla spersonalizzazione per le future madri. Le camere per il parto sono in gran parte progettate da persone senza alcuna consapevolezza della nascita come processo fisiologico, e così linee guida sono utilizzate dai progettisti senza metterle in discussione.
Con il nostro lavoro vogliamo aprire le porte includendo le teorie femministe e le questioni di genere in questo aspetto nascosto, ma molto importante, della vita delle donne. Analizziamo gli ospedali e i protocolli sanitari e rapportiamo gli spazi fisici alle esigenze femminili. Stiamo mettendo in pratica le nostre teorie su spazi idonei per due gruppi molto speciali di persone vulnerabili: le donne prossime al parto e i neonati.
Un profondo rispetto per le reali esigenze delle gestanti è il nostro punto di partenza per un design che offra privacy e intimità, due componenti fondamentali per un luogo adeguato ad una nascita dignitosa. Quando progettiamo abbiamo necessità di prendere in considerazione tutti i fattori ambientali. Poiché uno spazio ben progettato non può solo sostenere il lavoro professionale, ma dovrebbe soprattutto aiutare la donna a sentirsi sicura e protetta, e invitarla ad aprirsi. Una buona sala da parto è quella che invita al libero movimento, all’autonomia, ed è in grado di supportare la capacità della donna nel partorire attivamente.



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Pubblicato
2017-04-03