Un «parnaso vernacolo»

  • Ivano Paccagnella Università degli Studi di Padova
Parole chiave: Letteratura dialettale veneta, Antologia, Storia della letteratura pavana, Storia della letteratura dialettale, Poesia d'area veneta

Abstract

L’articolo cerca di delineare una storia della letteratura dialettale veneta, a partire dalla definizione di «parnaso vernacolo» che ne dà il bibliografo Bartolomeo Gamba nella Collezione delle migliori opere scritte in dialetto veneziano (1817), da mettere in relazione con la Collezione delle migliori opere scritte in dialetto milanese pubblicata da Francesco Cherubini nel 1816. La letteratura dialettale veneta aveva visto già nel ’500 antologizzazioni, sia manoscritte che a stampa, con particolare rilievo per la produzione poetica pavana posteriore a Ruzante. Un precoce lavoro di storia di questo genere letterario sarà il Ragionamento dello Academico Aldeano sopra la poesia giocosa de’ greci, de’ latini, e de’ toscani di Nicola Villani (1634), minuziosa analisi della poesia comica in tutta la sua estensione cronologica, con una quantità di informazioni originali e inedite per l’identificazione di autori, scioglimento di pseudonimi, attribuzione di opere e con una sorprendente competenza pluridialettale. Anche la grande antologia di Manlio Dazzi, Il fiore della lirica veneziana (1956-1959) – pur nella preliminare selezione della poesia lirica a scapito della produzione in prosa – conferma la linea tracciata da Gamba, riportando a Venezia la dialettica tanto con la lingua letteraria quanto con la varietà delle parlate locali.

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Pubblicato
2022-12-18
Sezione
Saggi e studi