N°2/2014 "La Guerra dopo la guerra"
Il 28 luglio 1914, in Europa prese avvio ufficialmente uno scontro armato destinato a cambiare per sempre il futuro del mondo, nonché il concetto stesso di guerra.
Iniziata in modo circoscritto, in pochi giorni la guerra si estese rapidamente fino a coinvolgere 28 Paesi ed ampliare il proprio raggio d’azione a quasi tutto il mondo. Alla fine delle ostilità, l’11 novembre 1918, il conflitto si sarebbe mostrato agli storici in tutte le sue dimensioni di “grande guerra”, lasciando sul campo circa 8 milioni di vittime e 20 milioni di feriti tra i militari, nonché circa 7 milioni di civili morti per azioni militari o per le conseguenze.
Mai nel corso della storia un conflitto armato aveva provocato tanta morte e distruzione in così poco tempo. Dallo sviluppo di nuove e più distruttive tecnologie belliche, all’applicazione di una nuova capacità organizzativa mobilitante che trasformò, come osservò Ernst Jünger, la guerra da parziale a totale, tutto nella Prima guerra mondiale contribuì a determinare un evento senza precedenti destinato – come hanno sottolineato storici quali George L. Mosse e Antonio Gibelli – a modificare profondamente il panorama culturale, politico e mentale dell’Europa novecentesca.
A 100 anni di distanza dall’inizio della Prima guerra mondiale, Politics intende ricordare quel tragico momento della storia mondiale in modo ‘indiretto’ ovvero raccogliendo riflessioni che lascino emergere come la Grande guerra abbia influenzato la produzione del pensiero politico negli anni successivi; di come, in pratica, l’eco della guerra abbia condizionato in maniera sostanziale le più svariate riflessioni politiche degli anni e decenni successivi.
Pubblicato: 2015-12-05

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