Contare e proteggere le risorse dei poveri. Numeri e parole nei libri mastri dell’Ospedale Maggiore di Milano
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Abstract
Una contabilità tenuta in maniera efficiente e regolare fu uno degli elementi necessari per l’attuazione della riforma ospedaliera milanese di metà Quattrocento, intervenuta, come altrove, a rimedio della cattiva gestione delle risorse dei poveri e indirizzata verso una razionalizzazione delle amministrazioni degli ospedali della città e della diocesi tramite la concentrazione in un nuovo Ospedale Grande. Sulla base di questo assunto, il contributo, partendo da una ricapitolazione dei fattori che sollecitarono tale riforma, si muove verso l’analisi delle parole e dei numeri dei libri mastri, ovvero dei complessi linguaggi della contabilità di un ospedale medievale. Vengono pertanto descritti gli aspetti formali e contenutistici dei libri di conto dell’Ospedale Maggiore di Milano, che risultano pertinenti non solo alle pratiche e ai saperi economici del tempo (ravvisabili ad esempio nei metodi contabili) e all’andamento gestionale e patrimoniale dell’ente in questione (spese, investimenti, entrate), ma anche alle concezioni ruotanti intorno al testo contabile in quanto libro, ovvero manufatto al quale si attribuiva un valore in sé, culturale, giuridico e apotropaico.
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