Da Valla a Facio, dalla prassi alla teorizzazione retorica della scrittura storica
Main Article Content
Abstract
Le riflessioni sulla scrittura della storia elaborate alla corte aragonese di Napoli giunsero, alla fine del XV secolo, alla definizione di precise leggi retoriche con l’Actius di Giovanni Pontano, ma presero avvio nel 1447, con una infiammata polemica che vide contrapposti due tra i maggiori umanisti dell’epoca, Lorenzo Valla e Bartolomeo Facio. Quella polemica presentava molti elementi innovativi, sia dal punto di vista della strategia politica, sia da quello schiettamente retorico: la descrizione della contemporaneità e la riorganizzazione della memoria cercavano legittimazione attraverso una inedita regolamentazione professionale dell’analisi delle fonti e della forma retorica, per la quale non esistevano nell’Antichità latina modelli teorici specifici, adattati, invece, dall’oratoria giudiziaria. Insomma, la connessione tra descrizione della contemporaneità, riflessione retorica, esigenza di celebrazione e legittimazione della maestà regia trovò alla corte di Napoli un campo assai fecondo. Fu lì che trovò privilegiato spazio quel disciplinamento della scrittura storica che, ampiamente retribuita, portò al suo riconoscimento professionale e, successivamente, alla definizione di un preciso disciplinamento di argomenti, di forme e di metodi.
Downloads
Article Details

This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.
RM Rivista pubblica in internet, ad accesso aperto, con licenza:CCPL Creative Commons Attribuzione |
L'autore conserva il copyright sul suo contributo, consentendo tuttavia a chiunque "di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare l'opera", purché siano correttamente citati l'autore e il titolo della rivista. L’autore, al momento della proposta di pubblicazione, è inoltre tenuto a dichiarare che il contenuto e l’organizzazione dell’opera è originale e non compromette in alcun modo i diritti di terzi, né gli obblighi connessi alla salvaguardia di diritti morali ed economici di altri autori o di altri aventi diritto, sia per testi, immagini, foto, tabelle, sia per altre parti di cui il contributo può essere composto. L’autore dichiara altresì di essere a conoscenza delle sanzioni previste dal codice penale e dalle leggi speciali per l’ipotesi di falsità in atti ed uso di atti falsi, e che pertanto Reti Medievali è esente da qualsiasi responsabilità di qualsivoglia natura, civile, amministrativa o penale, e sarà dall'autore tenuta indenne da qualsiasi richiesta o rivendicazione da parte di terzi.