Spätmittelalterliche Hospitalreformen und Kanonistik
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Abstract
L'indagine nasce dall'interesse per il concetto di "riforma" nel tardo medioevo, applicato al caso concreto della riforma delle istituzioni ospedaliere. Dati gli stretti legami tra la struttura del "discorso" sul concetto di riforma riforma e le argomentazioni giuridiche, si esaminano alcuni testi canonistici sul diritto ospedaliero scritti tra Tre e Quattrocento: il Tractatus hospitalitatis di Giovanni Lapo da Castiglione (circa 1370), e soprattutto i commenti alla clementina Quia contingit (1312/1317). Vengono analizzati non solo argomenti giuridici significativi per la riforma (per esempio la modificabilità della volontà del fondatore di un ospedale), ma anche i dibattiti su nozioni chiave, dove si giocavano problemi come l'appartenenza degli ospedali alla sfera giuridica ecclesiastica. L'ambivalenza del ragionamento canonistico, che è potenzialmente in grado sia di appoggiare sia di frenare iniziative di riforma, si dimostra anche nell'uso di figure argomentative come quella della tensione tra il momento originario e fondativo di un ospedale e il presente. Queste argomentazioni servivano ai giuristi per affrontare il problema della relazione tra tempo e sviluppo del diritto, ma al contempo contengono in sè un'affinità strutturale con le argomentazioni riformiste. In conclusione, il contributo maggiore della canonistica alle riforme ospedaliere tardomedievali non va cercato tanto in prese di posizione dirette, quanto piuttosto nell'elaborazione delle condizioni di possibilità di pensare la riforma.
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