La parabola della teatralità nella rappresentazione iconografica della sofferenza
Abstract
La rappresentazione visiva della sofferenza costituisce un mezzo per stimolare la solidarietà e favorire l’intervento, ma determina un’impronta di rilievo sull’ordine sociale globale: ne riproduce le interazioni e ne conferma i modelli narrativi poiché rappresenta l’alterità con caratteristiche stereotipizzate introiettate dall’Occidente. Quando incontra le pratiche economiche della solidarietà, l’alterità si trasforma in un bene di consumo che può eclissarsi, se sopraffatta da forme di attivismo che alimentano gratificazioni narcisistiche. Il difetto di queste modalità rappresentative sta nell’approccio teatrale che impedisce l’autodeterminazione dei rappresentati. Poter osservare, in qualità di spettatori privilegiati, il dolore patito da soggetti esposti secondo canoni attribuiti dall’esterno alimenta un senso di paternalistica superiorità, quando non si traduce in atteggiamenti voyeuristi.
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