Für ein Corpus jüdisch-lateinischer Texte der Spätantike und des Frühmittelalters. Überlegungen zur Erforschung der vorrabbinischen Kultur des Judentums im westlichen Mittelmeerraum
Abstract
Per un corpus di testi giudeo-latini della tarda antichità e dell’alto medioevo. Riflessioni per lo studio della cultura pre-rabbinica dell’ebraismo mediterraneo occidentale
Muovendo dal titolo di un manoscritto carolingio (Reims, Bibliothèque Municipale Carnegie, ms. 118) contenente un’opera attribuita a Girolamo, l’articolo esamina alcuni testi latini occidentali di autori potenzialmente ebrei. Già in passato vari studiosi hanno identificato alcuni di questi testi (tra cui la Lex Dei o l'Epistula Annae ad Senecam) come opere giudaiche, ma più spesso si ritiene che si tratti di traduzioni dall'ebraico e/o dal greco, o di opere di convertiti rivolte a un pubblico cristiano. In questo studio si passano in rassegna le principali testimonianze epigrafiche e archeologiche della diaspora occidentale (Roma, Venosa, sinagoga di Hammam Lif), ma anche i testi cristiani visigoti che si riferiscono a ebrei (specialmente Giuliano di Toledo), sfidando il presupposto che un testo scritto in latino debba essere per forza di origine cristiana e un testo ebraico debba essere necessariamente scritto in ebraico. Al contrario, in questo saggio s'insiste sul fatto che tutti i testi latini con contenuto religioso che non hanno un contenuto esplicitamente cristiano, possono aver fatto parte di una cultura scritta giudaica occidentale pre-rabbinica. Si mette così in discussione l'idea, generalizzata, di un completo declino spirituale e intellettuale del giudaismo della diaspora dopo la distruzione del Tempio. Fra i testi esaminati, l’opera più importante e rilevante è il Liber Antiquitatum Biblicarum (LAB) dello ps.-Filone, che si ritiene sia la traduzione latina della versione greca di un originale ebraico di I o II secolo d.C. Tuttavia, non ci sono prove di versioni greche ed ebraiche e, a parte un discutibile frammento onciale (Freiburg/Breisgau, Universitätsbibliothek, Italia?, VII secolo?), le tracce più antiche dell'opera provengono dai commenti biblici di Rabano Mauro e di Aimone di Auxerre, fioriti entrambi nel IX secolo. Le prime testimonianze manoscritte (XI-XII secolo) sono invece concentrate in Baviera e nel Salisburghese, oltre a un testimone piuttosto periferico di Treviri, e a un altro di Fulda. L'esame critico dei metodi e delle argomentazioni dei commentatori mostra che non ci sono prove di predecedenti greci e/o ebraici, né in termini di contenuto né in base agli elementi filologici. Altro testo qui discusso nel dettaglio è la Lex Dei. A differenza degli studi anteriori, questa composizione potrebbe essere stata compilata dopo il 438. Nell'insieme, il saggio si propone di ricollocare la diaspora ebraica del Mediterraneo occidentale come parte integrante della società e della cultura romana e romanica tardoantica e altomedievale.
Toward a corpus of Jewish-Latin texts from Late Antiquity and the Early Middle Ages. Reflections on research into the pre-rabbinical culture of Judaism in the Western Mediterranean
Starting from a title of a Carolingian manuscript (Reims, B.M., ms. 118) indicating that the author of a Latin commentary on the Book of Kings was a Jew, this article deals with western Latin texts potentially written by Jewish authors. It refers also to the epigraphic and archaeological evidence of the western diaspora (Rome, Venosa, North Africa) and to Christian statements about Jews and their textual culture. It thereby questions the assumption that a text written in Latin must be of Christian origin and a Jewish text must necessarily be written in Hebrew. On the contrary, this article argues that at least prior to the reception of rabbinic Judaism, Latin texts with religious content do not have an explicitly Christian content ‒ such as the Liber Antiquitatum Biblicarum by Ps.-Philo, some works by Ps.-Jerome, the Lex Dei, and others ‒ seem to be of Jewish origin: with the result that the image of a complete spiritual and intellectual decline of Diaspora Judaism after the destruction of the Temple needs to be revised.
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