The most ancient Hebrew manuscripts reused as bookbinding in Europe: The Tosefta of Norcia and the Še’iltot of Ravenna from the 10th century
Abstract
In questo studio l’autore si occupa dei due più antichi manoscritti ebraici riusati come legature, che egli stesso ha scoperto durante quasi quarant’anni di ricerca nell'ambito del “Progetto Genizah Italiana”, ossia gli archivi e biblioteche italiani in cui ad oggi sono stati scoperti circa 15.000 frammenti di manoscritti ebraici medievali reimpiegati come legature. Fra questi frammenti i più antichi e rari sono i frammenti di una Tosefta trovata a Norcia e altri, scoperti a Ravenna, di un codice contenente le Še’iltot de-Rav Aḥai. Entrambi i manoscritti, di cui si descrivono le caratteristiche codicologiche e paleografiche, sono collocabili nel X secolo e sono stati scritti con i caratteri dell’antica scrittura quadrata orientale del Maghreb, e con lettere dello stesso tipo note in Sicilia. In un frammento delle Še’iltot si riesce a leggere anche una parte del colophon. Il manoscritto potrebbe essere stato copiato in Sicilia.
The most ancient Hebrew manuscripts reused as bookbinding in Europe: The Tosefta of Norcia and the Še’iltot of Ravenna from the 10th century
The present study focuses on two of the most ancient and rare findings of the ‘Italian Genizah’ project: the fragments of a Tosefta discovered in Norcia and part of a codex with the Še’iltot de-Rav Aḥai discovered in Ravenna. Both the manuscripts described here, and analysed from a codicological and palaeographic point of view, date back to the late 10th century. The Norcia Tosefta fragments, written in Hebrew square Oriental script, were probably copied in Salento ‒ and belong to the oldest manuscript of the Tosefta presently known ‒ while the manuscript of the Še’iltot de-Rav Aḥai, written in old square Hebrew Oriental script of the Maghrebine typology, is likely to have been copied in Sicily, where this kind of script was also in use.
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