«Auschwitz, I said to my wife, manifests itself to me in the image of a father»: Queer Approaches to Interpreting “Kaddish for an Unborn Child” by Imre Kertész
Abstract
Titolo dell’articolo in italiano: «Auschwitz, dissi a mia moglie, aveva le sembianze del padre»: approccio queer all’opera Kaddish per un bambino non nato di Imre Kertész
In linea con le interpretazioni critico-letterarie secondo cui le opere di Imre Kertész costituiscono un complesso di testi interconnessi, questo studio si propone di entrare in dialogo con il romanzo Kaddish per un bambino non nato (Kaddis a meg nem született gyermekért, 1990) analizzandolo come continuazione di Essere senza destino (Sorstalanág, 1975), romanzo in cui la voce del protagonista – “proseguirò la mia vita che non è proseguibile” – accompagna la concezione di un percorso di vita alternativo. Attingendo alla ricerca di genere e alla teoria queer, in particolare ai concetti di negatività queer e tempo queer, l’analisi si concentra sui riferimenti testuali dei ruoli e delle identità di genere. Lo studio intende, inoltre, contribuire alle discussioni sull’intertestualità di Kaddish, tracciando dei parallelismi tra il romanzo e l’opera teatrale La tragedia dell’uomo (Az ember tragédiája, 1861) di Imre Madách, per quel che concerne la questione della paternità.