La politica e la poetica dell’outsider nella prosa di Miklós Mészöly e Iván Mándy

Parole chiave: censura, narratologia contestuale, la triade Mándy-Mészöly-Ottlik, lo scrittore come outsider, la narrativa ungherese del XX secolo

Abstract

Iván Mándy (1918-1995) e Miklós Mészöly (1921-2001) sono annoverati tra i più grandi maestri della narrativa ungherese del XX secolo. La generazione successiva di scrittori (come Esterházy, Krasznahorkai, Nádas, ecc.) li considerava, insieme a Géza Ottlik, dei maestri. Oltre ai loro eccezionali meriti artistici, Mészöly e Mándy dovevano la loro stima a due fattori. Da un lato, alle loro innovazioni narrative, che furono fonte di ispirazione per gli scrittori dei decenni successivi, e dall'altro al fatto che, nonostante lo stigma politico e le restrizioni alla pubblicazione, mantennero la loro indipendenza politica durante il regime comunista. Dopo una breve presentazione dei due scrittori, la seconda parte dello studio esplora le somiglianze tra le loro arti narrative e valuta se le loro pratiche narrative possono essere collegate al contesto politico che ha plasmato le loro carriere. Nella terza parte, un approccio narratologico contestuale esamina come la loro emarginazione si rifletta nelle loro opere.

Biografie

Dávid Szolláth, Institute for Literary Studies, Research Center for the Humanities – Budapest

Dávid Szolláth PhD (<szollat.david@abtk.hu>; ˂dszollat@yahoo.com˃) è ricercatore senior presso l’Institute for Literary Studies, Research Center for the Humanities – Budapest. È redattore capo della rivista scientifica ungherese Literatura e autore di tre libri, A kommunista aszketizmus esztétikája (Estetica dell’ascetismo comunista, Budapest: Balassi Kiadó, 2011), Bábelt kövenként (Babele, pietra per pietra, Budapest: Bölcsészettudományi Kutatóközpont, 2019) e una monografia su Miklós Mészöly (Budapest: Jelenkor Kiadó, 2020). È stato redattore delle riviste letterarie Kalligram (2006-2008) e Jelenkor (2008-2018). I suoi studi e articoli riguardano la letteratura ungherese moderna e contemporanea, la storia della critica marxista ungherese e la teoria letteraria. Elenco delle sue pubblicazioni: <https://m2.mtmt.hu/api/author/10017009>.

Claudia Tatasciore, trad. / transl., Università degli Studi di Firenze

Claudia Tatasciore (<claudia.tatasciore@unifi.it>) dopo un primo dottorato in Teoria della traduzione (Università di Bologna) e con esperienza sia di docenze a contratto, sia come traduttrice letteraria ed editoriale dall’ungherese e dal tedesco, è iscritta al terzo anno di dottorato in Lingue, letterature e culture comparate dell’Università di Firenze e sta lavorando alla tesi dal titolo Memoria come dissenso, memoria del dissenso. Zsófia Bán tra scrittura letteraria e saggistica critica. Dal 2021 è presidente dell’Associazione culturale italo-ungherese della Toscana. È autrice del volume Con la lingua, contro la lingua. Sulla scrittura di Terézia Mora (Aracne 2009).

Pubblicato
2023-03-20
Come citare
SzolláthD., & TatascioreC. (2023). La politica e la poetica dell’outsider nella prosa di Miklós Mészöly e Iván Mándy. Studi Finno-Ugrici, N.S., 3, 1-38. https://doi.org/10.6093/1826-753X/9865
Sezione
Studi Letterari